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No alla deriva

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13 novembre 2022

L'Italia guida la rivolta alla diarchia francotedesca

La Francia di Macron con l'autogoal della chiamata alle "sanzioni" contro l'Italia ha conferito all'Italia della Meloni la guida della rivolta degli stati considerati vassalli di Francia e Germania.

I tedeschi, intelligentemente, si defilano, lasciando all'arrogante vicino il compito di rompersi la testa e, forse, rompere anche l'unione.

Il comunicato congiunto di Italia, Grecia, Cipro e Malta, con il quale si contestano le mancanze dell'unione nella gestione dei clandestini e si chiedono nuovi provvedimenti per affrontare il problema, ci dice che almeno quei tre stati (ma sicuramente sono tanti altri) non aspettavano altro che una nazione tra le grandi d'Europa si mettesse a capo della resistenza contro le prevaricazioni di Francia e Germania e dei loro più stretti vassalli come l'Olanda.

Il comunicato, come riporta La Verità di oggi, è articolato e contiene le premesse di una proposta che dovrebbe far confluire nella protesta anche il cosiddetto gruppo di Visegrad, cioè altre tre nazioni (Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca) che da tempo contestano la politica immigrazionista indotta da Parigi e Berlino.

Perchè esiste un unico aspetto che dovrebbe soddisfare le esigenze di tutti i 27 stati: nessun riparto, perchè non dovrebbero più avvenire sbarchi illegali.

Apertura dei confini nei 27 stati per accogliere immigrati, non più clandestini, aventi diritto, con visto preventivo e con permesso di lavoro e che viaggiano su normali vettori, sicuri e legittimati.

Il tutto in base alle ammissioni che ogni singola nazione decide in base ai propri decreti flussi annuali.

Contestualmente si chiede anche un controllo degli stati sui bastimenti che portano la bandiera di quegli stati, per evitare che ci siano organizzazioni private che, al di fuori di ogni coordinamento ed essenzialmente per scopi di lucro, si limitino al conteggio dei clandestini recuperati e quindi scaricati nei porti dei soli stati rivieraschi.

In meno di un mese, il Governo Meloni è riuscito a porre un problema di grande rilevanza per noi Italiani, al centro del dibattito europeo, chiamando a raccolta anche quegli stati fino ad oggi timorosi di alzare la testa davanti alle prevaricazioni di Parigi e Berlino.

Non sarà una battaglia di veloce e facile conclusione, ma la Meloni ci garantisce, per la sua storia politica e personale, una coerente linearità nella difesa degli interessi nazionali.

E così si marca la differenza con i cattocomunisti che si stanno stracciando le vesti, come quinte colonne, orfane delle veline francesi o tedesche cui davano disciplinatamente seguito, come soldatini agli ordini dello straniero.


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