Ho spesso contestato il termine "campione" attribuito a una moltitudine di sportivi.
Nel calcio ci sono stati tanti bravi giocatori, alcuni eccelsi, ma pochi campioni, perchè Campione è chi tale è dentro e fuori dal campo.
Come lo fu Giacomo Bulgarelli e come lo è stato Sinisa Mihailovic, morto ieri al termine di un calvario di oltre tre anni per una leucemia devastante.
La storia calcistica e sportiva di Mihailovic la si legge oggi su tutti i quotidiani e anche giornali radio e telegiornali hanno aperto, tra ieri sera e questa mattina, con la notizia della morte dell'ex allenatore del Bologna.
Su Twitter questa mattina alle 8 c'erano oltre undicimila messaggi dedicati a lui.
Mihailovic fu un bravo giocatore, un allenatore che non ha avuto quel successo cui legittimamente ambiva e un personaggio dal grande spessore caratteriale.
Non si è mai "tirato indietro", non si è mai nascosto dietro fumose risposte alle domande più velenose come quando, all'organo praticamente ufficiale del pd, la Repubblica, in occasione delle elezioni regionali in Emilia Romagna del gennaio 2020, dichiarò che, se avesse potuto votare, avrebbe scelto Lucia Borgonzoni, la candidata leghista del Centro Destra e non il cattocomunista Bonaccini, perchè era ora di cambiare aria in questa regione e in questa città.
Mandò così in cortocircuito tutta la cappa cattocomunista che regge Bologna, attirandosene l'ostilità.
Ha onorato sino al termine l'impegno, anche se il suo esonero nel settembre scorso fu, con il senno del poi, causato da una evidente impossibilità di reggere il filo di una squadra mentre lottava per la sua stessa vita.
Magari, ma non potremo mai saperlo se sia stato preso in esame, avrebbe potuto rinunciare volontariamente ad allenare per assumere un ruolo di prestigio, ad esempio coordinatore delle squadre o vicepresidente, che gli avrebbe lasciato aperta la porta per un rientro qualora si fosse riprodotto il miracolo di una guarigione.
Resta il suo insegnamento di vita, di quella volontà di lottare, sul campo e fuori, di dire ciò che si pensa a prescindere dall'opportunismo del momento, che è un esempio per tutti, ma soprattutto per i più giovani.
Ed è ciò che rende Sinisa Mihailovic, bravo calciatore, anche un Campione.
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