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No alla deriva

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24 dicembre 2022

Un Natale di speranza e ottimismo

Noi Umani siamo fortemente condizionati da quello che ci circonda, dalle nostre passioni, dai nostri sentimenti, dai nostri pregiudizi.

Quando, ad esempio, il Bologna vince, trattandosi di una rarità, mi sento di buon umore e se ciò accade in una partita serale, vado a dormire sollevato e ottimista.

Anche su questioni ben più importanti quella che oggi viene definita "percezione", rappresenta un importante indice di valutazione.

Così è indubbio che io, come tutti quelli di Centro Destra e, soprattutto, quelli che da sempre sono impegnati sul fronte destro della politica, dopo le elezioni del 25 settembre e la costituzione del Governo Meloni, mi sento più ottimista verso il futuro.

Un ottimismo che, come scrive giustamente oggi Marcello Veneziani ne La Verità, non ha ancora motivo di concretizzarsi con autentici provvedimenti e con un reale e concreto cambiamento, ma che si nutre di una "percezione" di quel cambiamento che deriva non solo dalle parole che la Meloni e gli altri ministri e sottosegretari pronunciano in ogni occasione, ma anche da piccoli segnali (l'aumento del tetto al contante, la stretta contro le ong, la maggiore assertività in sede europea, il taglio al reddito di cittadinanza, etc.) che indicano, quanto meno, la volontà di un indirizzo sostanzialmente diverso da quello degli ultimi, disastrosi undici anni.

Il tutto confermato dalle urla sguaiate delle opposizioni cattocomuniste e grilline che alle mie orecchie suonano come musica celestiale, perchè tutto ciò che comporta dolore per i cattocomunisti si trasforma automaticamente in gioia per noi.

Poi sappiamo tutti che siamo sprofondati (non solo noi Italia, ma tutto l'Occidente e alcuni, come gli Stati Uniti dei blm e del woke e il Regno Unito degli inginocchiati, peggio di noi) in un baratro dal quale sarà molto faticoso e doloroso risalire, soprattutto perchè una fetta consistente della popolazione sembra aver perso la consapevolezza della grandezza della nostra Civiltà e si vergogni della nostra gloriosa Storia.

E sono proprio loro i primi nemici da combattere: i disfattisti, i sottomessi, i revisionisti della Storia che si ritrovano tutti sotto le bandiere cattocomuniste.

Ma intanto, tornando a noi, come scrive Veneziani, non possiamo che apprezzare il nostro nuovo Presidente del Consiglio che come prima cosa cerca di trasformare il malcontento in ottimismo, nella consapevolezza che la nostra grandezza passata può esserci di aiuto per acquisire nuovamente quello spirito che consentì ai nostri Avi di superare ostacoli, forse più grandi del baratro da cui dobbiamo e possiamo risalire.

Buon Natale.

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