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No alla deriva

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22 settembre 2023

L'inutile teatrino delle nazioni unite

L'assemblea generale dell'onu ha avuto una copertura mediatica sproporzionata rispetto alla sua rilevanza.

Tutti i presidenti e primi ministri hanno fatto la loro passerella, pronunciato bellissimi discorsi, carichi di buone intenzioni e grondanti di retorica e poi, tranne quelli che hanno preso il biglietto per farsi fotografare assieme a Biden (sai che gusto !) si sono chiusi nel segreto di ovattate stanze per colloqui bilaterali dei quali non sappiamo nulla.

E sono invece le uniche cose concrete: affari, investimenti, alleanze, armi. 

Ancora una volta l'onu, come tutte le organizzazioni internazionali e sovranazionali, ha dimostrato la sua costosissima inutilità.

Perchè se l'onu avesse una qualche utilità da giustificare i miliardi che vengono annualmente versati (purtroppo anche da un'Italia che li potrebbe utilizzare per cose molto più utili, come la riduzione delle tasse) allora sarebbe quel chiacchierone incontinente di Gutierrez a fare la spola tra Washington, Mosca, Kiev e Pechino per cercare di rattoppare un accordo di pace.

E anche a Baku e in Africa e a Lampedusa, a Tripoli e a Tunisi.

Invece se ne sta nel suo ufficio dorato di New York ad accumulare le sue indennità, pronunciando parole tanto scontate quanto inutili.

Il discorso della Meloni, che ho inserito ieri, pur centrato sul contrasto alle partenze dei clandestini, pur con la caduta (dal mio punto di vista) della conferma del sostegno a Kiev, pur ribadendo la richiesta di coinvolgimento delle organizzazioni internazionali, ha evidenziato anche la necessità di riscoprire il valore delle Nazioni, dei Popoli, con le loro caratteristiche e peculiarità.

La Meloni, che ha preferito incontri bilaterali al ricevimento di Biden, ha dimostrato di capire come, dopo la retorica del discorso Urbi et Orbi, occorrono accordi bilaterali per cominciare a smuovere le acque e sa che non possiamo sederci ad aspettare l'unanimità dei ventisette stati dell'unione del male per muoverci.

Leggo che persino l'inglese Guardian esprime un giudizio positivo sul ruolo della Meloni nello scacchiere internazionale, che è frutto di una politica di incontri e trattative che, per la prima volta, non ha privilegiato l'immagine, cioè la fotografia fine a se stessa con presidenti e primi ministri delle nazioni principali, ma la sostanza, cioà gli accordi concreti che si possono (e si devono) sottoscrivere con quegli stati che, per motivi geografici o per le risorse che hanno a disposizione, possono influire sul benessere dell'Italia e degli Italiani.

Ed è quello che si chiede al Presidente del Consiglio Italiano: perseguire il Benessere e la Sicurezza degli Italiani.

E quel Benessere, quella Sicurezza passano obbligatoriamente attraverso la riuscita delle politiche finalizzate a fermare gli sbarchi, bloccando le partenze, se possibile, o usando metodi coercitivi più diretti se, alla fine di tutti gli incontri, chi dovrebbe collaborare per bloccare le partenze, remasse contro tale soluzione.


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