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06 novembre 2023

La missione quinquennale del Governo Meloni

Mentre le opposte tifoserie filoislamiche e filoebraiche urlano i loro slogan e, sul campo, le squadre si menano di santa ragione, il Governo Meloni, piantati solidi paletti e costruiti forti legami in politica estera, continua ad esplorare l'universo delle riforme in Italia, per arrivare là dove nessun Uomo è mai giunto prima.

Se la riforma fiscale, quella delle pensioni, quella del lavoro e degli ammortizzatori sociali, quella della giustizia, quella dell'energia alternativa (in primis il nucleare), quella delle infrastrutture (in primis il Ponte sullo Stretto) e altre procedono con i piccoli passi dovuti alla borsa vuota ereditata dai predecessori da Monti a Draghi (e anche per le resistenze dei mandarini che difendono i loro interessi legati al passato), una riforma a costo economico zero ma con un'alta resa politica e di produttività può procedere con maggiore speditezza: la riforma istituzionale.

Il modello cui tendere è quello di garantire una stabilità di governo per l'intera legislatura, con un esecutivo che possa decidere e sia al riparo dalle transumanze interessate dei parlamentari, ma anche dalle interferenze delle consorterie finanziarie e affaristiche straniere che possono contare sull'aiuto di brandelli di cariche istituzionali e quinte colonne in Italia, come si è visto nel 2011.

Per realizzare l'obiettivo il mandato popolare deve essere forte e personalizzato.

L'ideale sarebbe il presidenzialismo che, senza passaggi intermedi, porta il Popolo ad eleggere chi, per l'intera legislatura, dirigerà la politica italiana.

Il Governo Meloni, consapevole delle problematiche insite nel presidenzialismo (in pratica si cancellerebbe una poltrona che fa sempre gola a tanti) ha riesumato l'idea dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio, con alcuni corollari positivi: premio di maggioranza al 55%, possibile sua sostituzione ma solo con un eletto nella stessa lista, abolizione dei senatori a vita ad eccezione degli ex presidentei della repubblica (e con proroga sino a fine mandato, degli attuali).

Naturalmente la sinistra cattocomunista e grillina insorge perchè quello schema potrebbe estrometterla dalle leve del potere per lungo tempo e più tempo passano fuori dalle stanze che contano, meno sono i funzionari pubblici che fanno loro riferimento.

L'opposizione a rinforzare la governabilità, la stabilità e la corrispondenza tra governo e volontà popolare è il sintomo più evidente di una generale, diffusa, sempre esistita irresponsabilità dei cattocomunisti e dei grillini.

A loro non interessa il bene dell'Italia e non interessa la tutela degli Italiani, a loro interessa occupare le stanze del potere per imporre la loro devastante visione di un mondo senza confini, di una società multiculturale, senza Tradizioni, senza Radici, senza Identità, che porta solo all'annientamento della nostra Gente, con il meticciato e con la sottomissione.

Naturalmente le loro motivazioni sono espresse (peraltro male, non ho ancora letto un'articolata contestazione sul provvedimento proposto) praticamente gridando "al lupo", ipotizzando che la Meloni voglia i pieni poteri (ma cosa hanno fatto Conte e Draghi durante la vicenda del covid con i loro dpcm ?), che il parlamento verrebbe limitato (in effetti verrebbe posto fine al mercimonio della transumanza tra gruppi di parlamentari di eletti da una parte e che a fine legislatura hanno compiuto varie tappe in altri gruppi) e che il presidente della repubblica perderebbe la sua autorevolezza (ma l'autorevolezza di una carica deriva dall'autorevolezza della persona che la ricopre e se uno non è autorevole, come il coraggio di don Abbondio, nessuna norma di legge potrà attribuirgliela).

Il percorso della riforma avrà passaggi obbligatori (due per ogni camera e forse il referendum se alla seconda votazione non dovesse ottenere i due terzi dei voti).

Ma sono tutti passaggi che possono terminare con la legislatura che diventerebbe una legislatura costituente e che potrebbe lanciare l'Italia verso una rinascita che solo chi ama l'Italia può perseguire.

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