Non ho quindi visto il film della Cortellesi oggi sulla bocca di tutti sul quale, peraltro, ho letto il commento di Marcello Veneziani su Panorama di qualche settimana fa.
Veneziani non scrive una delle cose che più mi interessano quando devo accostarmi ad uno sceneggiato televisivo o un film italiano: si capisce quello che dicono, quando parlano, oppure, come sempre accade, biascicano le parole in sussurri incomprensibili coperti dal rumore di fondo della presa diretta ?
A parte questo, che mi indurrebbe a cambiare canale dopo cinque minuti, quando il film della Cortellesi verrà trasmesso in televisione, lo guarderò o, almeno, proverò a guardarlo anche se l'argomento mi interessa zero, ma sembra un fenomeno di costume e quindi ne sono incuriosito.
Ma il post non è una recensione del film, bensì un commento a margine della squallida iniziativa di uno dei soliti giornali cattocomunisti, asserviti al mainstream, antigovernativi (non importa che sia Repubblica piuttosto che la Stampa, il Quotidiano Nazionale o il Corrierone, se non è zuppa è pan bagnato) che ha sparato un articolo imputando al ministero della cultura di aver rifiutato il finanziamento al film, oggi di successo anche perchè ha avuto la fortuna di uscire mentre avveniva una tragedia che viene accostata, per mera strumentalizzazione propagandistica, al contenuto del film.
Quel che lo squallido articolo sembra non aver detto a chiare lettere è che non fu il ministro del Governo Meloni a rifiutare il finanziamento, bensì il ministro Franceschini, cattocomunista e grande elettore della Schlein a segretario del pd, ministro di Conte2 e di Draghi.
Se, quindi, l'articolo voleva alimentare la propaganda contro il Governo Meloni imputando scarsa visione "culturale" e "dalla parte delle donne", è stato un boomerang e, per le modalità di esecuzione, ha dimostrato lo spessore culturale ma anche etico di certa stampa.
Ma io aggiungo che Franceschini ha fatto benissimo a rifiutare di finanziare quel film, come avrebbe fatto benissimo, lui e farebbe benissimo Sangiuliano, a rifiutare di finanziare qualunque film.
Bene per la Cortellesi se il suo film, costato, pare, cinque milioni, ne abbia già incassati venti.
E' la dimostrazione che lo stato, cioè noi, non deve metterci una lira, perchè se un film piace, viene ripagato non solo con la notorietà, ma anche economicamente per tutti i costi sostenuti.
Ma se un film non piace e viene visto da poche decine di persone, divenendo quindi una perdita secca per chi lo ha finanziato, perchè mai dovremmo essere noi, che forniamo, con le nostre tasse, allo stato i soldi che poi elargisce con così tanta faciloneria, a subire la perdita, coprendo i costi di produttore, registi e attori ?
Il Libero Mercato è questo: se fai la scelta giusta, guadagni, se la sbagli, forse sarebbe opportuno che cambiassi mestiere, ma sicuramente devi essere tu ad accollarti le perdite, non a scaricarle sulla collettività.
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