Lo penso anch'io e lo pensano milioni di Italiani, almeno quelli che tirano le somme delle varie attività giudiziarie quando interferiscono con la vita politica.
Dall'avviso di garanzia, via stampa, contro Berlusconi nel 1994 allo sbirciare nel buco della serratura di casa Berlusconi, al processo contro Salvini per aver tentato di fermare l'invasione dei clandestini, fino alla disapplicazione dei recentissimi decreti contro l'immigrazione clandestina e la messa in libertà di chi arriva, illegalmente, sulla nostra terra.
E poi tutti le leggi modificate per sentenza e non per voto del parlamento, le confessioni di un protagonista, mollato dai suoi stessi compagni, come Palamara.
Crosetto ha scoperto l'acqua calda ed semplicemente ridicolo che Conte, dando corpo al proverbio per cui è meglio stare zitti lasciando il dubbio che non si capisca niente piuttosto che parlare e darne la certezza, chieda a Crosetto di andare in procura, in pratica gli chiede di mettersi nelle mani di quegli stessi magistrati contro i quali ha puntato il dito.
Perchè quella è la prima stortura della nostra giustizia: un magistrato, accusato di qualunque cosa, verrebbe sempre giudicato dai suoi colleghi.
E la stortura è il sistema di protezione assoluta costruito attorno attorno ai magistrati, inattacabili, intoccabili, irremovibili.
E' una stortura che parte dal sistema di reclutamento, per concorso pubblico, che non garantisce esperienza, merito, conoscenza, perchè tutto ciò lo acquisiscono giudicando e perseguendo il prossimo.
Ben diverso sarebbe se, in una netta divisione di competenze e ruoli, i procuratori fossero eletti dal Popolo ogni cinque anni.
Sarebbero costretti non ad inseguire le proprie (in generale, legittime) convinzioni politiche, ma i sentimenti del Popolo, perseguendo i crimini più odiosi (ad esempio, rapine, furti negli appartamenti, scippi) invece di cercare il riflettore della grande inchiesta, costosa ed eterna, contro un personaggio famoso o, peggio, per portare il proprio contributo a teoremi ideologici di parte.
Sarebbero costretti, perchè ne andrebbe della loro rielezione.
E i giudici, perchè non nominarli tra gli avvocati, i docenti, i giuristi di chiara fama ed esperienza ?
Non sarebbe più logico se a giudicarci fosse un soggetto che ha masticato diritto e visto i casi più vari della vita per venti o trenta anni dopo la laurea, invece di affidarsi ad uno la cui unica esperienza post laurea è un concorso pubblico e un breve (credo solo 18 mesi) periodo da uditore ?
Crosetto ha scoperto l'acqua calda, ma la difficoltà nel porvi rimedio sta nel pensare di poter fare una semplice riforma, invece di una rivoluzione.
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