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No alla deriva

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08 gennaio 2024

Eva contro Eva

I giornalisti di parte, umiliati nella conferenza stampa di fine anno della Meloni, adesso sono in fibrillazione per l'ipotesi di un confronto tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario cattocomunista Elly Schlein quale capo del maggior partito di opposizione.

Il circo dei giornalisti è partito non per fare informazione, ma per conquistare una fetta di spettatori, almeno per una serata, mettendo in scena l'ennesimo sceneggiato "Eva contro Eva".

Credo che nessuno possa immaginare un esito differente da una poderosa asfaltata della Meloni sulla Schlein, tanta è la differenza di spessore, capacità, comunicativa e sopratutto esperienza tra le due.

La Meloni viene dalla gavetta iniziata nelle scuole, quando essere di Destra significava essere isolati e spesso anche fisicamente aggrediti.

Il suo cursus honorum ha percorso tutti i gradini, comprese campagne elettorali incerte nell'esito, comizi, attività istituzionali e di governo oltre ad una conoscenza puntuale della macchina dei partiti.

La Schlein invece è apparsa come un fulmine a ciel sereno, catapultata in regione Emilia Romagna, subito alla vicepresidenza e ad un assessorato ecologico, per poi essere eletta segretario di un partito cui, prima della campagna elettorale per tale carica, non era neppure iscritta.

Il vocabolario, necessario per farsi comprendere, delle due è opposto, tanto chiara e lineare è la Meloni, quanto involuti ed oscuri sono i periodi della Schlein.

Eppure c'è chi spinge a tale confronto, forse per veder massacrare la Schlein e poi riportare il partito cattocomunista nelle mani esperte dei vecchi notabili.

Ma c'è una certezza che si può affermare sin da ora: la vincitrice non sarà unanimemente riconosciuta, perchè, per ragioni di propaganda, ,la stampa cattocomunista esalterà la prestazione della sua beniamina e altrettanto farà la (poca) stampa di Centro Destra.

Alla fine saranno solo una montagna di parole che resteranno in archivio di una rete televisiva che si godrà un giorno di auditel favorevole.

E allora mi chiedo se, per poter informare il pubblico, non sarebbe meglio tornare alle vecchie Tribune politica ed elettorale, dei tempi di Jader Jacobelli e Ugo Zatterin.

Il segretario di partito che rispondeva alle domande poste da un gruppo di giornalisti, esponendo le idee el suo partito sui vari temi di interesse.

Ho nostalgia di queimomenti di alta civiltà che dimostrano come oggi il giornalismo sia ridotto solo ad un circo dove aizzare una tifoseria contro l'altra senza alcun rispetto per le idee altrui e neppure per l'Interesse Nazionale che viene posposto rispetto a quello dell'affermazione di una visione ideologica.

Quella del conduttore, non più giornalista e neppure moderatore, ma parte.



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