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25 gennaio 2024

Privatizzare è cosa buona e giusta

I cattocomunisti e la loro appendice grillina sono talmente disperati da contestare qualunque iniziativa del Governo Meloni, anche quelle che procedono su scelte che loro stessi avevano assunto negli anni precedenti, come le privatizzazioni.

Anche nel cosiddetto "premiertime" alla camera di ieri, abbiamo potuto vedere l'abissale differenza di capacità, empatia, conoscenza delle materie, chiarezza di esposizione, che c'è tra il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i leaders dell'opposizione Schlein e Conte, ai quali la stampa cattocomunista, inclusa quella radiotelevisiva, ha dato spazio in coppia (cosa mai accaduta quando all'opposizione c'era il Centro Destra) forse sperando di proiettare nel pubblico quella impressione di solidità che, singolarmente, i due da soli non sono in grado neanche di immaginare.

Ma non bastano due come la Schlein e Conte per mettere in difficoltà la Meloni, perchè lei conosce i temi di cui parla, gli altri parlano invece per frasi fatte e slogan.

Come sulle privatizzazioni, che la sinistra, figlia della svendita operata da Prodi delle partecipate statali, oggi contesta.

Forse perchè le modalità con le quali vengono effettuate dal Governo Meloni sono tali che non sono svendite ma collocazioni sul Mercato di quote e non dell'intera azienda, conservando al Governo il controllo finale.

Si parla di circa 20 miliardi in tre anni da Eni, Ferrovie e Poste, un pacchetto di miliardi che aiuterebbe a coprire, solo in minima parte, i buchi di undici anni di governi cattocomunisti (quando rovesciarono con un complotto internazionale, Berlusconi, il debito pubblico era sotto i 1800 miliardi, oggi è a 2855 miliardi !).

Ma privatizzare, al di là delle funamboliche posizioni dei cattocomunisti, è cosa buona e giusta.

Lo stato che interviene nell'economia è uno stato che perde la legittimazione a regolamentare i rapporti tra i concorrenti e si accolla oneri che non gli sono propri, scaricando sull'intera collettività i costi di gestioni sbagliate ed errori manageriali.

E' il Mercato che deve stabilire i prezzi, premiando chi produce meglio e con qualità.

Solo dando voce al Mercato, quindi alle libere scelte dei cittadini, possiamo veramente dare equilibrio alla nostra economia, evitando scelleratezze come tutte le agevolazioni concesse alla Fiat, che noi Italiani abbiamo salvato e comprato almeno un paio di volte, salvo poi vedere che, scaricati i costi sulla collettività, venivano privatizzati gli utili, per poi scappare dall'Italia, vendersi ai francesi e collocare la sede all'estero.

Con buona pace dei giornali del gruppo Stellantis che, ovviamente, ne difendono gli interessi.

Concludo auspicando una ancora maggiore spinta alle privatizzazioni, anche in campo sanitario, istruzione e nei servizi ancora assoggettati al pubblico impiego, evitando altresì di ripetere operazioni come quelle Fiat o Alitalia o Monte dei Paschi, con lo stato che si accolla aziende agonizzanti, per poi rivenderle una volta aggiustati i conti a spese di tutti noi.

Un fallimento è una sconfitta, non la fine del mondo e come ricordava Margareth Thatcher, grande Primo Ministro Britannico, solo con tanti fallimenti si possono avere tante nuove aziende e ricchezze, perchè quella è la forza di un sistema basato sulla Libertà economica e di mercato.

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