Abbiamo visto come sia impossibile per la sinistra che andasse malauguratamente al governo, evitare di tassare il risparmio degli Italiani, tanto che, chi può, sta già portando i suoi meritati risparmi all’estero per sottrarli alla rapacità del Visco che è in questi giorni riapparso con dichiarazioni inquietanti.
E abbiamo visto come sia Prodi che un suo antico sodale e predecessore (Goria) facessero dichiarazioni tranquillizzanti per poi affondare le loro adunche mani nelle tasche degli Italiani.
Prodi aveva promesso (22 maggio 1996) di non aumentare la pressione fiscale e, subito dopo, ci diede l’Irap e l’eurotassa.
Silvio Berlusconi, invece, aveva promesso di ridurre la pressione fiscale ed ha mantenuto la promessa con la riduzione delle aliquote, l’eliminazione delle imposte su successioni e donazioni e la no tax area.
Non ha diminuito le tasse nella misura che avremmo sperato (e che, personalmente, significa: al di sotto del 10% del proprio reddito) ?
Ma, domandiamoci: è meglio che:
a) l’imposizione fiscale sia ridotta (anche se in modo graduale) o
b) che sia aumentata ?
Credo che solo un “coglione” possa dare (e votare per realizzare) la risposta “b”.
Soprattutto se questo aumento di tasse viene effettuato nel modo subdolo di aumentare le aliquote sui risparmi delle famiglie, cioè su denaro, che ha già scontato una pesanta tassazione nel momento in cui è stato prodotto, e che dovrebbe servire in esclusiva al benessere delle famiglie italiane e non per finanziare i capricci delle clientele che appoggiano la sinistra.
Ed agli Italiani tutti è da porre la domanda chiave di questa campagna elettorale.
Prodi nel 1996 dichiarò che non avrebbe aumentato le tasse e ci impose irap ed eurotassa.
Oggi dichiara che verrebbero tassati solo i grandi patrimoni (ma si guarda bene dal dire qual è il limite di “grandezza”): perché dovremmo credergli ?
Non è più affidabile Berlusconi che aveva promesso di ridurre le tasse e quella promessa ha mantenuto ?
E abbiamo visto come sia Prodi che un suo antico sodale e predecessore (Goria) facessero dichiarazioni tranquillizzanti per poi affondare le loro adunche mani nelle tasche degli Italiani.
Prodi aveva promesso (22 maggio 1996) di non aumentare la pressione fiscale e, subito dopo, ci diede l’Irap e l’eurotassa.
Silvio Berlusconi, invece, aveva promesso di ridurre la pressione fiscale ed ha mantenuto la promessa con la riduzione delle aliquote, l’eliminazione delle imposte su successioni e donazioni e la no tax area.
Non ha diminuito le tasse nella misura che avremmo sperato (e che, personalmente, significa: al di sotto del 10% del proprio reddito) ?
Ma, domandiamoci: è meglio che:
a) l’imposizione fiscale sia ridotta (anche se in modo graduale) o
b) che sia aumentata ?
Credo che solo un “coglione” possa dare (e votare per realizzare) la risposta “b”.
Soprattutto se questo aumento di tasse viene effettuato nel modo subdolo di aumentare le aliquote sui risparmi delle famiglie, cioè su denaro, che ha già scontato una pesanta tassazione nel momento in cui è stato prodotto, e che dovrebbe servire in esclusiva al benessere delle famiglie italiane e non per finanziare i capricci delle clientele che appoggiano la sinistra.
Ed agli Italiani tutti è da porre la domanda chiave di questa campagna elettorale.
Prodi nel 1996 dichiarò che non avrebbe aumentato le tasse e ci impose irap ed eurotassa.
Oggi dichiara che verrebbero tassati solo i grandi patrimoni (ma si guarda bene dal dire qual è il limite di “grandezza”): perché dovremmo credergli ?
Non è più affidabile Berlusconi che aveva promesso di ridurre le tasse e quella promessa ha mantenuto ?
Ma, soprattutto, non è meglio affidarsi a Berlusconi che non dovrà pagare il conto alle lobbies (industrie tanto grandi quanto indebitate, magistratura, giornalisti, banchieri, sindacati, Caruso e Luxuria vari) perché quelle lobbies sono tutte con Prodi nella convinzione di riceverne il compenso in caso di sua elezione, compenso che graverà sul tesoro pubblico, cioè sulle nostre tasche, con un aumento delle nostre tasse ?
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5 commenti:
"a) l’imposizione fiscale sia ridotta (anche se in modo graduale) o
b) che sia aumentata ?
Credo che solo un “coglione” possa dare (e votare per realizzare) la risposta “b”."
Strepitoso... davvero. Un argomento veramente convincente. Molto liberale anche l'idea di etichettare come coglioni una buona metà dell'elettorato: mi ricorda la barzelletta del tipo che guidando in senso vietato in autostrada dice che a essere contromano sono tutti gli altri.
E come definiresti quelli che, dopo l'esperienza del 1996-2001 (promesse violate da Prodi) e del 2001-2006 (promesse mantenute da Berlusconi) si orientasse a votare per chi, ancora una volta, prima delle elezioni promette di non aumentare l'imposizione fiscale quando ha già un programma per farlo ? :-D
In effetti una persona normale non vota chi gli vuole sottrarre del denaro con le tasse
Ma svegliati sei ankora uno di quelli che crede ai miracoli?
Meno tasse?
Quanto al contratto degli italiani firmato davanti a due milioni di elettori e non (cittadini cmq) ti rimando al codice civile mio caro coglionazzo (http://www.paramond.it/codice_civile/04-02-02.htm) é ora che voi della destra che vi promuovete paladini dell'ordine e dell'ordinamento impariate un po di Legge che male non vi può fare.
Atto pubblico autenticato ti dice niente imbecille!!!
Quando si parla di "coglioni" non si fa che prendere atto della realtà.
Si portano le prove che Prodi nel 1996 aveva promesso di non aumentare le tasse e le ha aumentate, mentre Berlusconiha promesso di dimunirle e le ha diminuite e quelli parlano di "miracoli".
Poi, non paghi di avre mostrato la loro insipienza, linkano un bignami in rete, dimostrando anche di non aver capito lo spirito di un Contratto con gli Italiani rispettato per 3 quarti ... :-D
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