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09 agosto 2023

Le tasse sono la rappresentazione del Male

La scelta del Governo Meloni di introdurre una nuova tassa, contro le banche e una tantum, ha spiazzato la sinistra, ma anche molti di noi Elettori di Destra e Centro Destra.

Oggi, ne La Verità, il Direttore Maurizio Belpietro ha pubblicato un bellissimo editoriale che merita di essere letto.

In sostanza Belpietro, ribadendo la sua contrarietà alle tasse, in questo limitato caso giustifica la scelta della Meloni e di Salvini in relazione all'impatto sui consensi, al fatto di aver spuntato molte armi polemiche della sinistra e perchè (questo è contenuto in un altro articolo) il Governo deve far fronte ad un pesante buco ereditato da Draghi che con la sua improvvida tassa sugli extraprofitti delle società energetiche aveva previsto 11 miliardi di incassi e ne ha ottenuti un decimo.

Ragioni pratiche, ma che non giustificano affatto una scelta di natura cattocomunista, espressione del peggior assistenzialismo statalista.

Le due giustificazioni addotte sono relative alla costituzione di fondi per consentire la riduzione delle tasse con la nuova (ben fatta !) delega fiscale e per sostenere quanti hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile.

Ma chi ha assunto il rischio del tasso variabile, lo ha fatto lucrandoci per anni, almeno quattro, in cui praticamente pagava solo quanto la banca richiedeva in più rispetto ad un tasso prossimo (a volte anche inferiore) allo zero.

Nessuno, in quel caso, ha pensato di costituire compensazioni, non dico per le banche, ma per quei clienti che, avendo sottoscritto un tasso fisso, pagavano molto di più dei loro "colleghi" e che oggi invece beneficiano della loro scelta.

Faber est suae quisque fortunae, ognuno è artefice del proprio destino, così dicevano i Romani e chi ha scelto il variabile o chi ha scelto il fisso, ne trae, a seconda dei momenti che in un'ottica di venti o trenta anni si alternano anche più volte, vantaggi e svantaggi.

Perchè si deve pagare per compensare gli svantaggi solo di una parte di essi ?

Quanto alla tassa per ridurre le tasse, beh credo che non sia possibile ridurre le tasse introducendone una nuova, a prescindere dal soggetto colpito e dalla sua durata.

L'unico modo per ridurre strutturalmente le tasse è ridurre strutturalmente le spese.

Bene il taglio a quello sperpero (31 miliardi da quando è stato istituito) del reddito di cittadinanza, ma mi preoccupa che venerdì la Meloni ascolti le opposizioni cattocomuniste sul salario minimo, altra spesa che si aggiungerebbe, invece di pensare a tagliare spese, come, ad esempio, tutte le agevolazioni e i contributi alle ong e associazioni che si occupano dei clandestini.

Insomma se le tasse non sono il Male Assoluto, sono però lo specchio di quanto Male ci sia nella politica economica di uno stato.

Se persino un Governo di Destra, nato per tagliare tasse e spese inutili, si piega alle esigenze di bilancio (e del consenso) introducendo una tassa contro le banche (soggetto che non ispira alcuna solidarietà negli Elettori) allora vuol dire che il Male, cioè la follia delle spese a carico di tutti noi, ha fatto metastasi e che tagliarle sarà sempre più difficile, doloroso e contrastato.

Ma tagliare le spese e ridurre le tasse, allontanando lo stato dalle nostre vite, è l'unica strada possibile per spingere ad un Rinascimento che si può fondare solo sulla Libertà, l'Inventiva, la Fantasia, l'Iniziativa dei singoli individui in un Libero Mercato non solo di merci e lavoro, ma anche di Idee e di Cultura.

Il contrario, cioè, di una scelta statalista e dirigista come quella che ci impone Bruxelles ed alla quale, purtroppo, soggiace anche un Governo di Destra.

Non abbiamo però alternativa, non solo perchè gran parte dei provvedimenti del Governo Meloni vanno nel senso giusto (anche se con tempi molto lunghi) ma anche perchè, come ci dicono le proposte della Schlein, di Conte e di Fratoianni, tra salario minimo, patrimoniale, reddito di cittadinanza, con loro sarebbe molto, ma molto peggio. 

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