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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

03 agosto 2023

Non sprecate i nostri soldi

Mi piace sottolineare che tutte le "battaglie" dei cattocomunisti e dei loro caudatari grillini, significano spesa pubblica, cioè utilizzo dei soldi che ci vengono sottratti con le tasse, per accontentare questa o quella clientela.

Il reddito di cittadinanza è solo la punta dell'iceberg, pagare anche chi potrebbe lavorare e, nel contempo, accogliere immigrati con la scusa che ne abbiamo bisogno.

Un doppio spreco perchè se ci sono dei lavori disponibili, non importa il reddito di cittadinanza perchè chi può deve lavorare e i posti ci sono e non occorrono neppure le "risorse" di boldriniana memoria, perchè finchè non avremo la piena occupazione degli Italiani, non avremo bisogno di loro.

Il salario minimo con integrazione da un fondo statale (che integra il salario direttamente o indirittemante tramite sgravi per le aziende) è un altro spreco perchè, come è stato per il 110%, quando si sa che non si paga nulla, si è portati a scialare, tanto paga Pantalone.

I comuni che si lamentano della cancellazione di progetti del pnrr di loro interesse che, quando si va a vedere quali sono, sono le solite chiacchiere su resilienza, studi, promozioni, cioè soldi spesi in modo improduttivo.

Ma questi sono solo alcuni esempi, tra le questioni oggi nelle prime pagine dei giornali, che confermano come il pd sia il partito non della spesa, ma dello spreco.

Del resto nei loro undici anni di governo, hanno portato il debito pubblico da 1900 miliardi a 2900, anche durante il periodo del genio Draghi che lo ha aumentato di 150 miliardi.

Poi arriva Fassino (pd, ex segretario del partito) che con una busta paga da parlamentare di 4000 euro netti, piange miseria.

Invece di aumentare le spese che comporta un aumento del debito o delle tasse (o di entrambi), sarebbe ora di cominciare a ridurre le spese, come è stato fatto per il pnrr, per il reddito di cittadinanza, per il 110%.

Nulla viene tolto ai cittadini, perchè le opere essenziali (che non sono certo le mille mila del pnrr Conte Draghi, inserite solo per mettere le mani su tutti i miliardi disponibili) verranno eseguite, i deboli, quelli che veramente hanno necessità, verranno aiutati e chi vuole ristrutturare ha molte altre opportunità, con la responsabilizzazione del controllo che, davanti al rimborso totale, verrebbe meno.

E se dovessimo avere dei margini (perchè il pil sale, o vi sono cali delle materie prime) invece di affrettarsi a spendere, mettiamo tutto a decurtazione del mostruoso debito pubblico che ci opprime.

E anche i dipendenti pubblici facciano la loro parte, come in passato è stato fatto persino dalle banche dove, con contratti di solidarietà che hanno coinvolto i dipendenti, si sono aggiustati molti conti traballanti, senza licenziare nessuno.

Senza pretendere che la Meloni e Giorgetti si trasformino in un Quintino Sella redivivo, mi piacerebbe però che questo governo marchi la propria differenza con i precedenti, avendo cura di trattare le finanze pubbliche come qualsiasi capo famiglia gestisce, oculatamente, le finanze private della propria famiglia, cercando di evitare di spendere più di quello che ricava dal proprio lavoro.

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