Non so chi l'abbia (mal) consigliata per questa apertura al dialogo con chi non sa neppure cosa significhi la parola "dialogo".
Al massimo posso capire che sia, come al termine dell'anno scolastico il ritrovo tra chi spesso non ha nulla in comune, per darsi appuntamento al primo ottobre, felici di non rivedersi per tre mesi.
Il tema, come noto, è quello del salario minimo che, come confermato dalla richiesta di cui ho scritto ieri dell'on. Scotto di destinarvi una parte dei presunti introiti della mala tassa sulle banche, rappresenta un ulteriore capitolo di spesa pubblica.
Invece di destinare tutto quello che, per vari motivi, può diventare un maggior incasso per lo stato al 50% per la riduzione dell'immenso debito pubblico e per il restante 50% alla riduzione delle tasse, per tutti, a cominciare da quelle abominevoli patrimoniali che sono l'imu, la tassa sui risparmi, sui depositi bancari, sulle operazioni di borsa.
Non vorrei, quindi, oggi essere nei panni di Giorgia Meloni costretta a spiegare ai capoccia delle opposizioni quello che non dovrebbe aver bisogno alcuno di essere spiegato per conseguire il bene dell'Italia e degli Italiani.
E con la certezza che, in buona o mala fede (e mi auguro che siano in mala fede, perchè se fossero veramente convinti di quello che dicono ci sarebbe da preoccuparsi molto di più, perchè vorrebbe dire che non si riposerebbero mai, neppure a Ferragosto !), i capoccia cattocomunisti ne usciranno sbraitando contro la politica del Governo, affamatore e torturatore dei poveri e, immancabilmente, fascista e omofobo, che ci sta sempre bene.
E speriamo che la Meloni, pro bono pacis, non intenda offrire aperture, che ci costerebbero un ulteriore aumento del debito pubblico.
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