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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

13 agosto 2023

Soldi, soldi, soldi

In Italia, nel 2022, la spesa pubblica è stata di 1085 miliardi, a fronte di entrate per 931 miliardi e, quindi, il debito pubblico è aumentato di ben 154 miliardi assestandolo ad oltre 2800 miliardi, quasi mille in più del debito esistente prima del complotto che rovesciò Berlusconi nel 2011 per dare inizio alla tragica filastrocca: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, (Conte1), Conte2 e Draghi.

Ciononostante Conte e Draghi hanno sottoscritto accordi per nuovi debiti di circa 120 miliardi, cioè più della metà degli agognati soldi dell'Europa che dovrebbero essere la panacea di tutti i mali (i restanti poco più di 80 miliardi sono soldi nostri, i nostri contributi all'Europa nel medesimo periodo e che quindi ci vengono graziosamente elargiti senza obbligo di restituzione con interessi).

Davanti a questo scenario dovremmo tutti noi ringraziare la Meloni, Salvini e Tajani che ci fanno risparmiare un po' sul reddito di cittadinanza, anche se io lo avrei abolito tout court recuperando undici miliardi secchi, in un colpo solo.

Le principali voci di spesa sono la sanità (128 miliardi), l'istruzione (71 miliardi), i dipendenti pubblici (172 miliardi, credo peraltro senza contemplare i magistrati dei quali non sono riuscito a trovare una cifra complessiva per il loro costo), le pensioni (231 miliardi).

Sono certamente situazioni diverse una dall'altra (ad esempio le pensioni, da quando tutti sono soggetti al sistema contributivo, non costano esborsi allo stato, il debito dell'Inps arriva da tutto l'assistenzialismo che le è stato nel tempo caricato), ma salta all'occhio che anche solo iniziare un percorso di privatizzazione di sanità, istruzione, pensioni, con le relative ricadute sul personale perchè privatizzare un settore significa privatizzare anche il rapporto di lavoro dei dipendenti e quindi liberare lo stato dagli oneri retributivi nei loro confronti, consentirebbe di aprire margini per una corposa riduzione delle tasse, dando a ciascuno la possibilità di usare i propri soldi per acquistare quei beni e servizi di suo interesse.

Purtroppo assistiamo alla rincorsa alla spesa.

Se viene timidamente tagliato il reddito di cittadinanza, ecco che i cattocomunisti latrano per avere il salario minimo, ovviamente con il contributo dello stato, ma senza indicare dove prendere quei soldi.

Bonaccini, l'uomo che passerà alla storia politica d'Italia per essere stato l'unico a perdere una elezione contro la Schlein, continua a batter cassa non volendo capire che i soldi già stanziati dal Governo li spenderà il Commissario previa verifica di costi e richieste.

E invece di dire a Bruxelles:grazie, tenetevi i vostri pelosi contributi in denaro, il Governo Meloni cerca di aggiustare tutto quello che di sbagliato hanno fatto Conte e Draghi, per avere i prestiti (da restituire con interessi) sennò il plotone di esecuzione, composto da radio, televisioni e stampa asservita alle consorterie affaristico e finanziarie, preme il grilletto, avendo già il proiettile in canna.

Ma in una famiglia, ci si comporterebbe così ?

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