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29 agosto 2023

Clandestini e tasse gli ostacoli per lo sviluppo

La Meloni sta governando bene, con un governo di qualità, che sa quello che deve fare per gestire la macchina dello stato.

Si possono discutere determinate scelte, priorità, la politica molto dialogante con la commissione ue, ma complessivamente il Governo Meloni produce più e meglio dei precedenti e questo anche perchè ha alle spalle una maggioranza solida, abituata a stare assieme da 30 anni e, soprattutto, frutto di un voto popolare e non di un complotto di palazzo o di una "interferenza" straniera, come quella del 2011 contro Berlusconi, ammessa da Sarkozy .

Il Governo procede nonostante gli sgambetti anche istituzionali di quanti hanno lo sguardo fisso non su Roma, ma su Bruxelles, con evidente disconoscimento del superiore Interesse Nazionale, per abbandonarsi ad un unilaterale internazionalismo.

Ci sono però due questioni sulle quali la Meloni si gioca tutto il futuro suo, del Governo, del Centro Destra e, soprattutto, della nostra Nazione: clandestini e tasse.

Da quando è al governo il Centro Destra, dopo un primo rallentamento, stanno arrivando migliaia di clandestini, forse non in modo casuale, utilizzando ogni mezzo e li stiamo accogliendo tutti.

Non solo, ma devo anche leggere che la chiesa cattolica per bocca di Zuppi, degno erede in pectore di Bergoglio, avrebbe dichiarato che non esiste emergenza immigrazione ma solo necessità di migliorare (cioè spendere di più) l'accoglienza.

La dichiarazione di Zuppi continua la linea che per undici anni hanno seguito i cattocomunisti, quella dell'accoglienza senza prospettive, sull'altare della quale vengono annualmente bruciati miliardi (una decina, probabilmente in aumento).

Ma, soprattutto, è una politica alla quale dovrà essere posta la parola "fine" e, dopo undici anni di lassismo, non potrà che comportare dolore, lutti e molti morti, perchè per chiudere con l'orda di clandestini che arriva in Italia, c'è ormai un solo modo: l'uso della forza che implica conseguenze anche mortali.

Infischiandosene delle pelose reazioni nel mondo dove sono tutti bravi a fare le maestrine con la penna rossa, rigorosamente con il nostro fondo schiena.

L'altro tema estremamente sensibile è quello delle tasse.

Qui a fianco ho inserito da ieri, permanentemente, una tabella di sintesi delle spese ed entrate dello stato nel 2022.

E' manifesta l'enormità dei debito pubblico e della spesa pubblica, gonfiata a dismisura da provvedimenti suicidi come il 110% che è costato 12 miliardi solo in truffe accertate, il reddito di cittadinanza costato, fino ad ora 31 miliardi, i 10 miliardi annui per l'accoglienza dei clandestini, che si aggiungono alle enormi spese di uno stato ipertrofico che si occupa di sanità, istruzione, pensioni, tutti temi privatizzabili e che si portano dietro un immenso esercito di dipendenti pubblici che costano più di sanità e istruzione messi assieme.

Per mantenere questo vorace Moloch statale, vengono tassati, con percentuali da tagliagole, non solo i redditi, ma anche le case, i risparmi sia per i guadagni nelle compravendita, che sugli interessi e persino sui titoli depositati in banca, le contrattazioni di borsa, il possesso di televisioni e automobili.

E non basta, perchè, nonostante l'illuminata guida del migliore, direttamente pervenuto da Francoforte, nel 2022 il disavanzo tra entrate e uscite è arrivato a 154 miliardi che hanno aumentato il già inaffrontabile debito pubblico.

E i cattocomunisti, per bocca di Landini, della Schlein, di Zuppi, chiedono ancora più spese e più tasse per farvi fronte.

La Schlein dice che la manovra (che ancora non si conosce) è fatta senza risorse, ma non dice dove prenderle, esattamente come Zuppi che pretende più risorse per l'accoglienza e, ancora una volta, non dice dove recuperarle (io un'idea l'avrei: dai tesori, dai musei vaticani e dal patrimonio tutto della chiesa !).

Landini, forse perchè il più ingenuo, dice che bisogna aumentare gli stipendi, fare il salario minimo e prendere i soldi con una patrimoniale sugli immobili e quelle che lui chiama "rendite finanziarie", cioè i risparmi degli Italiani.

Il Governo Meloni ha timidamente iniziato a mettere mano alle folli spese che per undici anni ci hanno stretto al collo la corda fornita da Bruxelles, limitando (io lo avrei cancellato del tutto) il reddito di cittadinanza, riducendo l'accesso alle detrazioni, ponendo limiti alla operatività delle ong.

Ma non basta.

Occorre usare le forbici per tagliare le spese, ma anche le tasse.

Azzerare ogni contributo alle associazioni che si occupano dei clandestini, del resto se sono organizzazioni di volontari non vedo perchè debbano percepire un contributo dallo stato, se voglio aiutarle faccio un bonifico, non mi si prelevano soldi forzosamente per darli a loro.

Privatizzare gradualmente istruzione, sanità e, parallelamente, i relativi dipendenti pubblici.

Sulle pensioni il discorso è differente, perchè ormai la maggior parte delle pensioni sono pagate con i contributi versati e, quindi, sono soldi che lo stato aveva incassato e che ora restituisce, ma anche in questo caso iniziare un percorso di privatizzazione, perchè ognuno possa costruire una pensione personale, a propria scelta, inizialmente parallela a quella dell'Inps che dovrebbe nel tempo ridursi, per poi diventare la pensione che ogni cittadino potrà percepire, in base ai propri versamenti effettuati, all'età in cui deciderà liberamente di ritirarsi dal lavoro, nella consapevolezza che prima terminerà la sua attività lavorativa, meno percepirà di pensione, ma senza vessatorie età e anzianità per accedervi.

Il tutto accompagnato da un poderoso taglio delle tasse, con l'eliminazione di quelle più odiose (canone rai, bollo auto, tasse sui risparmi) e riduzione delle aliquote per le altre, in modo da consegnare agli Italiani maggiori disponibilità economiche necessarie per affrontare le maggiori spese individuali per quei beni e servizi che lo stato non fornirà più gratuitamente o sotto costo.

In tal modo ognuno potrà decidere per cosa spendere e spenderà solo per quello che è di suo interesse e non, magari, per le paturnie ecologiste di qualche amministratore comunale o regionale.

Clandestini e tasse, dunque, la sfida che segnerà il destino del Governo Meloni.


 

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