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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

17 agosto 2023

Un anno decisivo: appunti per Giorgia

L'anno politico che inizierà a settembre 2023 per concludersi a luglio 2024, potrebbe essere decisivo per imprimere una svolta all'Italia e alla vita degli Italiani.

E' probabile (inequivocabili i segnali con "voci dal sen fuggite" che propongono territorio in cambio di accesso alla Nato) che si arrivi finalmente ad un accordo che ponga fine alla guerra in Ucraina, con la riapertura dei commerci con la Russia e, quindi, lo scambio di beni, servizi e denaro.

Le elezioni europee del giugno 2024 saranno la fase finale di un anno importante, perchè se la maggioranza del parlamento europeo dovesse confermare l'alleanza tra socialisti, popolari, verdi, liberali, comunisti, allora per il Centro Destra tutto diventerebbe molto più difficile, perchè le quinte colonne interne (che si stanno distinguendo anche in questi giorni con le campagne tese a sabotare il turismo in Italia per favorire quello all'estero)  potranno continuare a svolgere impunemente il loro lavoro contro l'Italia e gli Italiani, avendo una sponda su cui contare.

Ma se a giugno 2024 la maggioranza al parlamento europeo dovesse cambiare di colore, con la possibilità di votare una commissione composta da esponenti equivalenti al Centro Destra italiano, allora sarebbe il nostro Governo ad avere una sponda che spazzerebbe via ogni resistenza al cambiamento, come quelle cui stiamo assistendo da fine ottobre 2022 (quando entrò in carica il Governo Meloni).

Nel frattempo ci sono due questioni che la Meloni dovrà affrontare dando avvio ad una soluzione (non dico: risolvere, ma basta che si avvii a soluzione) che dia piena soddisfazione ai propri Elettori.

Intanto le tasse.

Molto è stato fatto per aiutare questo e quello, con un occhio di riguardo alle categorie più in difficoltà, ma quello che ci aspettiamo è un significativo ristoro per TUTTI.

In tal ambito le tasse/imposte più odiose e la cui abolizione sarebbe festeggiata, sono sicuramente 

l'IMU (sulla seconda, terza, decima, centesima casa) che è una patrimoniale pura e semplice perchè possedere un casa è sempre un costo e mai un reddito; 

la tassa sui depositi bancari, cioè quella trattenuta a favore dello stato che, trimestralmente, ci viene addebitata in percentuale sui valore dei titoli e risparmi depositati in banca;

la tassa sulle operazioni di borsa, cioè quella tassa applicata per ogni compravendita effettuata; 

il canone Rai, con il quale per anni ed anni abbiamo dovuto pagare nani e ballerine che latravano (e continuano ancora oggi) insulti contro la nostra parte politica; 

il bollo auto

la riduzione della tassa sul cosiddetto capital gain che al 26% appare essere un autentico ladrocinio, con lo stato che si prende oltre un quarto di un eventuale guadagno, senza rischiare nulla in caso di operazione in perdita.

Ma tutte queste abolizioni e riduzioni delle tasse costano, vero, molto meno però delle pretese cattocomuniste che, dal reddito di cittadinanza (che ricordo ha già fatto volatilizzare 31 miliardi dal bilancio statale) al salario minimo (il cui costo non sarebbe inferiore), non fanno altro che pretendere contributi e interventi dello stato.

E l'abolizione di quelle tasse costa molto meno del mostruoso bilancio di spesa statale che, come ho già avuto modo di esporre, ammonta a quasi 1100 miliardi, di cui ben un terzo per tre sole voci: sanità, istruzione e dipendenti pubblici.

Per non parlare del costo dei clandestini che dobbiamo recuperare, curare, alloggiare, mantenere, istruire.

E questo è il secondo tema che dovrà essere in evidenza nell'agenda della Meloni da settembre in poi.

Non che non lo sia stato, ottima l'iniziativa con gli stati del Mediterraneo, in particolare la Tunisia, ma tale lavoro richiede tempi troppo lunghi prima di vedere i risultati, tempi che ci sono stati bruciati da undici anni di governi cattocomunisti.

Adesso, soprattutto con le tensioni che ricominciano in Libia, la Meloni dovrà mettere gli stati africani davanti ad una scelta ultimativa: o provvedono a bloccare le partenze in cambio dei nostri aiuti, oppure dovranno essere cambiate le regole di ingaggio della nostra Marina Militare.

Non più azioni di salvataggio e recupero per trasferire i clandestini in Italia, ma azioni di respingimento, anche con la forza, se necessario.

E questo valga anche per le arroganti ong che continuano a provocare l'Italia e gli Italiani.

Prima di giugno 2024 dovranno vedersi i primi risultati e sarà quindi più facile il cambio di maggioranza al parlamento europeo.

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