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No alla deriva

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23 agosto 2023

La finanziaria impossibile

Come ogni anno, passato Ferragosto, il mondo politico inizia la sua guerra sulla finanziaria, con il Governo che, con la sua Maggioranza, fa quadrato attorno a scelte sempre minimaliste e l'Opposizione, qualunque sia il colore, che chiede questo e quello, senza però indicare dove prelevare i soldi necessari.

Il Ministro Giorgetti, il ministro meno amato nel Centro Destra (anche se adesso Crosetto gli contende il primato) per la sua ambiguità che gli deriva dall'essere stato ministro di Draghi, ha messo le mani avanti dicendo che, per vari motivi (ultimo quello della natalità) non si possono fare molte cose, ma dovremo accontentarci di aiuti ai redditi più bassi e poco altro.

Gli ha fatto eco il Ministro Fitto (la cui statura è cresciuta in questi dieci mesi per la competenza con la quale si è mosso per modificare un disastroso pnrr a firma Conte e Draghi) che teme un ritorno ai limiti del piano di stabilità europeo.

Il problema delle finanziarie del dopo euro è tutto qui: mancanza di soldi, perchè non li stampiamo più noi ed abbiamo perso Sovranità monetaria e i vincoli imposti da un ente sovranazionale che non abbiamo eletto.

Allora è bene dirlo subito: se vogliamo rispettare le regole che ci sono imposte dall'estero, allora non potremmo fare alcuna finanziaria significativa, a meno di ridurre le spese in modo sensibile, cancellando del tutto il reddito di cittadinanza residuo, chiudendo i rubinetti per ogni contributo alle varie associazioni che si occupano di clandestini, efficientando la pubblica amministrazione il che significa anche ridurre personale per aumentare la produttività, cancellando quelle miriade di spese pubbliche clientelari per le sagre di questo o quel paesino, di questo o quel prodotto, cancellando i contributi per la stampa, la televisione, le radio, il cinema, e via discorrendo.

Berlusconi sostenne che non era possibile non trovare spazio per una riduzione delle tasse in un bilancio pubblico che prevedeva 800 miliardi di spesa e il debito pubblico era assestato a 1800 miliardi.

Oggi la spesa pubblica annua è di 1100 miliardi e il debito pubblico raggiunge i 2800 miliardi e siamo ancora al punto di partenza: dove sono finiti i nostri soldi ?

Nel reddito di cittadinanza per 32 miliardi, 120 miliardi per il 110% e queste sono le due spese più consistenti che mi siano venute in mente, ma l'accoglienza dei clandestini ci costa un'altra manciata di miliardi ogni anno.

Nel contempo da Bruxelles ci dicono di fare questo e quello, recuperare e ospitare i clandestini, mandare in discarica tutte le nostre inquinanti fabbriche, automobili, case, per spendere altre centinaia di miliardi per fabbriche, case, automobili che abbiano una tecnologia costosa e alla moda (prodotto altrove e non a casa nostra), ma di non spendere più di un rapporto fisso tra pil e debito.

Insomma l'europa vuole la botte piena e la moglie ubriaca, diversamente è pronta a sanzionarci.

Gira e rigira, tutte le nostre difficoltà arrivano da Bruxelles.

Mi piacerebbe che un Governo di Centro Destra recuperasse Sovranità e Dignità Nazionale per realizzare una finanziaria che ponga le basi (attensione: non pretendo che sia realizzata hic et nunc, basta iniziare il percorso) per dare corpo ai programmi elettorali su riduzione delle tasse, pensionamenti prima che si diventi cadaveri, respingimento dei clandestini e quindi cancellazione di quel capitolo di spesa come di qualsiasi capitolo di spesa assistenzialista da sostituirsi con un più agile e meno costoso programma solidaristico che incentivi il lavoro e non il divanismo.

Per i primi anni si sforerebbero certamente tutti i limiti imposti da Bruxelles e, allora, si deve fare chiaro un discorso agli gnomi europei: o accettate quello che il governo di una grande nazione intende fare a beneficio di tutti, oppure finisce qui ogni collaborazione sovranazionale e ci riprendiamo la nostra piena Sovranità, inclusa quella monetaria.

E sono certo che l'esempio dell'Italia, che seguirebbe quello del Regno Unito, troverebbe emuli, dando vita ad un libero mercato alternativo a quello sovietico di Bruxelles, senza le regole che rallentano e soffocano la libertà individuale e anche lo sviluppo economico.

Il nemico, ancora oggi, per ogni finanziaria, resta Bruxelles, avere il coraggio di andare oltre, darebbe all'Italia una nuova spinta verso il progresso e la crescita.

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