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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

14 settembre 2020

La differenza tra il NO e il SI è solo un governo da cacciare al più presto

Siamo all'ultima settimana di campagna elettorale, giocata, ancora una volta, con la slealtà tipica dei cattocomunisti che provano a far andare in televisione Conte, muovono le truppe togate contro la Lega, i centri sociali per disturbare i comizi di Salvini (a quando un servizio d'ordine del Centro Destra addestrato e determinato per tutelare e far rispettare il diritto di parola ?), scusano una immigrata congolese fanatica e violenta che strappa camicia e rosario a Salvini (e lo maledice, ma queste superstizioni valgono solo per chi ci crede) e fanno trapelare un sondaggio che darebbe una intenzione di voto al 75% per il sì.

Ormai dobbiamo abituarci a queste campagne elettorali che nulla hanno in comune con una battaglia di idee, del resto alle idee, al progetto di società, alle proposte sul lavoro, tasse, immigrazione, economia, scuola di Salvini e della Meloni, i cattocomunisti sanno rispondere solo con insulti.

Vanno solo a rimorchio di ciò che propone Salvini, per offendere lui e chi lo vota, senza però proporre alcunchè, rendendo evidente che se vincessero loro diventeremmo servi dell'unione sovietica europea ancor più di quanto non lo siamo ora, con il recepimento passivo di ogni ukaze di Bruxelles (a cominciare dalla trasformazione dell'Italia in un gigantesco campo di raccolta dei clandestini).

Le regionali sono un voto importante solo in relazione alla vittoria del Centro Destra.

Salvini lancia l'idea di un sette a zero e fa bene.

Ha ragione quando dice che un allenatore quando manda in campo la sua squadra, la manda in campo per vincere ogni partita e domenica prossima le partite saranno sette, una per ogni regione al voto, quindi ogni votazione farà risultato per conto proprio e il quadro nazionale dovrà ricomprendere una valutazione complessiva, le sette al voto e quelle che già hanno votato.

Ma il 20 e il 21 si voterà anche per confermare o bocciare la riforma costituzionale che si limita ad abbassare il numero dei parlamentari.

Solo adesso cominciano a sentirsi voci da campagna referendaria e solo perchè il NO sembra recuperare terreno davanti ad una proposta che solletica i più bassi istinti vendicativi di chi è generalmente sottomesso e guarda con invidia a chi sta meglio.

Trovo francamente risibili le motivazioni tecniche degli uni e degli altri.

Scendere a 600 o restare a 945 parlamentari non cambia nulla, non si risparmia nulla di significativo e non modificherebbe la sorte dell'Italia.

L'unica differenza tra il NO ed il SI è che una imprevedibile vittoria del NO potrebbe dare il colpo di grazia ad un governo di incapaci (dalla Azzolina alla De Micheli, da Boccia - nomen omen - a Bonafede e a tutti i ministri, nessuno dei quali è degno della sufficienza) che prima sarà rovesciato, prima consentirà all'Italia di risalire la china.

Per questo e solo per questo voterò NO, ben consapevole che le riforme costituzionali necessarie sono ben altre (presidenzialismo, federalismo, maggioritario, elezione popolare dei procuratori, nomina dei giudici tra i giuristi di valore ...).


2 commenti:

Nessie ha detto...

D'accordo con il NO e noto con piacere che il fronte sta crescendo, sebbene ci tocchino anche le "cattive compagnie". Ma di ragioni (anche a non volerle vedere) ce ne sono almeno 10 molto ben riepilogate qui:

https://www.tempi.it/referendum-dieci-ragioni-per-dire-no/

Inoltre, anche se dovesse prevalere il SI' per i 5 stelle sarebbe un po' come quel tale che si taglia i testicoli per fare dispetto alla moglie. Meno di loro, meglio per noi.

Nessie ha detto...

OT: Ieri sera all'"Aria che tira" la conduttrice Myrta Merlino alle critiche di Salvini sulla scuola, opponeva il fatto che anche il centrodestra ha fatto brutte riforme (la Gelmini). Poi quando si è parlato di stanziamenti finanziari per l'istruzione ha tirato fuori che nel 1999 al Ministero delle Finanze c'era Tremonti, così, giusto per incriminare (a priori) il centrodestra. Palle: c'era Vincenzo Visco. Salvini non è stato capace di smentirla. Sarebbe bastata una ricerchina semplice sul cellulare. Ho provato a scrivere a questa cronista impreparata e bugiarda per smentirla ma nel sito della trasmissione può accedere solo chi ha un profilo FB.

Potresti, se te ne capita l'occasione, sbugiardare questa signora su Twitter? Grazie.

Ecco la formula:

"Signora Merlino, mi riferisco alla puntata di ieri sera (13 settembre) con ospite Salvini in diretta. Non si sparano informazioni non controllate, così, tanto per attaccare il centrodestra. Il ministro delle Finanze nel 1999 non era Tremonti del governo Berlusconi, ma Vincenzo Visco, della coalizione di centrosinistra".