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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

24 luglio 2023

Sprofonda ancora la credibilità dei media italiani

A Bologna credevamo di aver raggiunto il punto più basso con Cofferati sindaco, poi è arrivato Merola e adesso persino Lepore a ricordarci che al peggio non c'è mai fine.

Analogamente si può dire per la stampa, radio e televisione: dopo il virus cinese e il caldo che più caldo non si può "da 120mila anni", ecco il risultato delle elezioni in Spagna.

Indubbiamente i cattocomunisti hanno tirato un sospirone di sollievo nel vedere che il partito popolare e Vox non raggiungono la maggioranza assoluta (per sette seggi), ma da qui a commentare sul "fallimento del modello Italia" e sul "flop dei sovranisti", ci passa tanta distanza quanto è quella che c'è tra informazione e manipolazione propagandistica.

Ed è sufficiente leggere i numeri confrontandoli con quelli del parlamento uscente eletto nel 2019 (tabella in immagine tratta dall'articolo sul sito nicolaporro.it).

Il partito popolare aveva 89 seggi e ieri ne ha ottenuti 136.

Vox aveva 52 seggi e ne ha ottenuti 33.

Il totale per quello che, più o meno, potrebbe essere il Centro Destra spagnolo è di 169 seggi rispetto ai 141 del 2019 su un totale di 350 seggi.

Sulla parte opposta della barricata, il partito socialista che aveva 120 seggi ne ha ottenuti 122.

L'estrema sinistra tutta unita ha ottenuto 31 seggi rispetto ai 35 che aveva il solo Podemos nel 2019.

La sinistra passa da 155 a 153 seggi su 350.

La differenza la fanno i partiti autonomisti delle varie regioni spagnole, che non esistono, in quella forma e diffusione, in Italia a meno che, per la parte più importante, non si consideri tale la Lega, la cui presenza spiegherebbe perchè in Italia il Centro Destra abbia vinto nettamente con il voto popolare e con i seggi.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla "informazione" (absit iniuria verbis) propinata con grande spreco di mezzi da gran parte della stampa italiana, il "vento di Destra", la terribile "onda nera", continua a soffiare in Europa, anche in Spagna, dove si verifica lo stesso fenomeno che abbiamo in Italia per cui c'è un partito di Centro Destra che diventa più attrattivo di altri e, in più, riesce a incrementare la somma dei voti precedentemente diffusi tra i vari partiti.

Semmai si potrebbe dire che in Spagna sono indietro, rispetto all'Italia, di circa un decennio, cioè al punto in cui il Centro Destra era unicamente a trazione Berlusconi, con Forza Italia che polarizzava il voto di area, quale "voto utile", un po' come la Democrazia Cristiana della prima repubblica.

Se il Centro Destra spagnolo non arriva alla maggioranza assoluta è a causa di una mezza dozzina o poco più di micropartiti che, grazie alla legge elettorale, riescono, con percentuali nazionali intorno all'1%, a capitalizzare il voto dei bacini elettorali locali.

Un po' come se ci fosse una Sudtiroler Volkspartei in ogni regione d'Italia che, approfittando di una legge che privilegia la piccola identità etnica, linguistica o religiosa, con poco entra in parlamento.

Da un lato la polarizzazione che aveva premiato il partito socialista nel 2019 oggi viene a beneficio anche del partito popolare, dall'altro gli autonomisti che, sfarinando una trentina di seggi, diventano ognuno determinante e quindi possono imporre il ricatto delle loro pretese in cambio di un sostegno che sarebbe comunque traballante e incerto.

E' evidente che, come per molti altri stati, la mancanza di una maggioranza assoluta, coesa politicamente, comporterà un periodo di turbolenze e incertezze, ma il tutto è, contrariamente a quanto strombazzano i media italiani, in un quadro di progressivo rafforzamento della Destra e del Centro Destra, ovunque.

Se, infatti, anche questo risultato che induce i commentatori di sinistra alla ola, incerto per la Spagna, dovesse replicarsi alle europee del 2024, il Centro Destra acquisirebbe ulteriore forza in un parlamento che vedrebbe sempre più emarginate le follie socialiste e verdi.

Certo, farebbe piacere una cavalcata trionfale da una capitale all'altra, ma la Politica non è un film e seminando con costanza e con coerenza, arriveranno anche i risultati più esaltanti.

Meloni docet.

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