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No alla deriva

No alla deriva
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06 luglio 2023

Il dubbio

Ammetto che oggi sono combattuto se scrivere sulla Santanchè, sui clandestini o sulle future alleanze in Europa.

Sulla Santanchè e sui clandestini potrei solo ripetermi, tanto credo siano chiare le mie opinioni.

Non ho fiducia alcuna nei magistrati e nei giornalisti, quindi auspico una rivoluzione in ambedue i settori (una riforma non basta) e nel frattempo mi auguro che la Santanchè confermi la sua immagine di donna forte e non pensi neppure lontanamente alle dimissioni: il ministero del Turismo è il "suo" ministero.

Quanto ai clandestini, pur apprezzando le doti diplomatiche della Meloni, vorrei che si passasse ai fatti, mandando a quel paese tutto il politicamente corretto e respingendo, anche con la forza, chi continua a venire illegalmente in Italia.

Detto ciò, da pensionato sprofondato in poltrona in attesa del temporale quotidiano (alla faccia del cambiamento climatico !), mi piace speculare sui massimi sistemi, su qualcosa su cui non posso avere alcuna influenza, controllo.

Quindi le prime schermaglie sulle future alleanze europee mi stuzzicano la tastiera.

Tajani, solitamente prudente, si è lasciato andare ad una esternazione ingiustificata: sì a Salvini e alla Lega, no alla Le Pen e ad Afd.

Così, però, rischia di consegnare per altri cinque anni la maggioranza del parlamento europeo ai cattocomunisti.

A fine mese ci saranno le elezioni in Spagna, dopo quelle in Italia e Grecia e prima di quelle in Polonia.

Forse sarà possibile costituire una alleanza tra una grande nazione, l'Italia e tre medie nazioni (Spagna, Polonia e Grecia) attrattiva per molti altri governi cui sta stretta la diarchia tra una Germania in profonda crisi economica ed ideale e una Francia con un presidente debole e inetto, sconquassata da una guerra etnica (e non civile come qualcuno vorrebbe far credere per far passare gli immigrati anche di terza e quarta generazione come quei francesi che non sono).

Per poter definitivamente accantonare le tristi esperienze dei due mandati di Junker prima e della Von der Leyen poi e le tristi e dolente facce dei Gentiloni, dei Timmermans, dei Dombrovski, occorre mandare, senza se e senza ma, i socialisti, i verdi e anche i liberali all'opposizione nel parlamento europeo.

E per poterli mandare i popolari devono adeguarsi ad accettare non solo i Conservatori della Meloni ma anche i Sovranisti di Salvini e della Le Pen, con annessa Afd tedesca.

Non devono esserci opposizioni a destra.

Solo così si potrà eleggere un presidente di commissione, del consiglio europeo, una commissione che rappresenti un taglio netto con gli ultimi dieci anni e riporti l'unione europea alle sue origini di spazio di libero scambio degli uomini e delle merci, senza quel dirigismo di stampo sovietico, fallimentare come tutti i dirigismi, ideologicamente insano, ecoinvasato che stiamo ancora conosendo.

Nel frattempo, registriamo l'ennesima sconfitta cattocomunista, con il voto della camera per il rinvio della votazione sul Mes, dando così tempo alla diplomazia della Meloni di ricercare accordi utili per l'Italia.

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