Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 luglio 2024

Il bel sogno di privatizzare la Rai

Negli ultimi giorni sono apparsi articoli di stampa nei quali si narra di un progetto del Governo Meloni di vendere ai privati il 50% della Rai.

La Meloni ha dichiarato di aver letto tali presunte indiscrezioni ma di non sapere da dove siano uscite e quindi di non aver nulla da dire.

Probabilmente sono le solite invenzioni di stampa, elaborate in una serata alcoolica dove un peones del parlamento si è lasciato andare in una serie di ipotesi che si sono trasformati, in mancanza di altro, in sogni di notti estive e che rappresentano per alcuni una speranza, per altri un incubo.

Il Governo Meloni ha già ridotto il canone rai a sette euro al mese dai nove cui lo aveva portato Renzi e la prospettiva non può che esserne l'abolizione che presuppone la liberalizzazione della pubblicità in rai perchè possa combattere su un terreno di parità con i concorrenti privati.

Ma anche senza canone la rai, restando di proprietà interamente pubblica, non si affrancherebbe dalla politica, cioè dal governo in carica, che avrebbe pieno diritto a nominarne i dirigenti ed a indicare la linea editoriale, scatenando i prevedibili piagnistei delle opposizioni di turno e l'arrogante pretesa dei dipendenti (pubblici) della rai, di comandare senza averci messo una sola lira, come se la rai fosse cosa loro.

La Meloni inoltre ha sottolineato come non abbia bisogno di una "TeleMeloni", visti gli ascolti (volontari) dei suoi canali social che io stesso seguo su X e su Telegram, da dove posso trarre le informazioni che mi servono per valutare l'azione del governo che ho votato.

E non mi servono le chiacchiere delle innumerevoli trasmissioni televisive, anche due o tre contemporaneamente, ognuno con il suo sondaggio quotidiano e i suoi ospiti fissi (presumo a pagamento per ogni comparsata).

La rai ancora in mano pubblica sarebbe solo un momento di scontro, di divisioni e un carrozzone per alimentare un forte clientelismo che fu sintetizzato da qualcuno quando disse che in rai, su dieci assunti, quattro erano democristiani, tre comunisti, uno socialista, uno laico (PLI, PRI,PSDI) e uno bravo.

Fu così che siamo arrivati a oltre dodicimila dipendenti in rai, contro i poco più di tremila in Mediaset che fornisce gli stessi prodotti e servizi.

L'idea di privatizzare la rai non sarebbe solo un beneficio per le casse dello stato, ma anche per la politica italiana che si libererebbe di un pachiderma sclerotizzato portatore solo di polemiche.

I leaders politici hanno moltissimi sistemi per comunicare le loro idee (quando le hanno, perchè le trasmissioni televisive di politica al momento servono solo per urlare insulti e istigare all'odio verso la controparte) e non hanno bisogno della rai.

Come ha giustamente evidenziato il nostro Presidente del Consiglio.



30 luglio 2024

L'abominevole centro

Dopo tante chiacchiere, congiure, notizie false e/o manipolate, spiate dal buco della serratura, persecuzioni giudiziarie, conta sempre l'orientamento reale degli Elettori.

Il voto per le europee, l'unico che, pur con il correttivo limitato dello sbarramento al 4%, fornisce una reale consistenza del peso delle varie forze politiche, ha dato il via a un processo di giro dei bussolotti.

Accordi e separazioni, scissioni dell'atomo e ritorni con il cappello in mano, confluenze e isterici scambi di insulti via social, stanno caratterizzando il dopo elezioni.

La sinistra sa di doversi mettere tutta insieme per poter sperare di vincere e riprendersi quel poco di potere che ha perso con le elezioni del 2022 (poco perchè il Centro Destra non ha proceduto ad un autentico spoil system come avrebbe potuto e dovuto) e forse non basta ed ecco che vengono inviati segnali a Forza Italia perchè rompa con il resto del Centro Destra.

Potrebbe non bastare perchè, come ho esposto ieri, noi Elettori, almeno di Centro Destra, non abbiamo l'anello al naso e ragioniamo con la nostra testa e se Forza Italia andasse con la sinistra, anche solo in un eventuale secondo turno o con accordi post voto, probabilmente verrebbe abbandonata da gran parte del suo elettorato, come accadde alla dc ed agli altri partiti i cui dirigenti corsero ad accucciarsi ai piedi del pci.

Lo stesso discorso vale per quelli che hanno cercato di presentarsi, provenendo da sinistra, come il centro di un inesistente terzo polo.

I litigi interni sono certamente conseguenza di una incompatibilità di carattere tra chi pensa di essere il numero uno sempre e comunque, ma sono anche il frutto del fallimento del progetto elettorale che ha registrato pochi voti e non stabili.

Il problema del centro è che non esiste, perché è composto solo dalla sinistra della destra e dalla destra della sinistra, non ha anima popolare ed identitaria perché è richiamato solo da personaggi in cerca di poltrona che sbarellano da una parte o dall'altra cercando di fiutare il vento e di prendere l'onda crescente, senza alcun progetto ideale.

Purtroppo il mondo è pieno di simili personaggi come abbiamo visto in Francia dove il cosiddetto centro si è prestato a sostenere l'estrema sinistra e come vedemmo già nel 1969 quando alle elezioni presidenziali in Cile il democristiano Tomic, arrivato solo terzo, invece di sostenere Alessandri, che già aveva ricoperto il ruolo, gli preferì il socialista Allende.

E come sia andata a finire è Storia.

L'unico accordo che io mi sentirei di ipotizzare teoricamente con la sinistra sarebbe quello di non accordare salvagenti (cioè posti in lista) ai cosiddetti centristi, per lasciarli definitivamente, tutti fuori dal parlamento.

Ma dei cattocomunisti non ci si può certo fidare, neppure per fare accordi che tornerebbero utili anche a loro.

Allora non si può che auspicare una presa di coscienza da parte degli Elettori che scelgano non le mezze figure, non il grigio, ma il rosso o il nero, gli originali, senza curiali compromessi.

I centristi qualche voto lo prenderanno sempre, da parenti e sodali vari, ma non avendo un progetto ideale, non possono fare altro che discutere sui temi proposti da altri, dimostrando tutta la loro inconsistenza.

29 luglio 2024

L'Italia in marcia verso Destra

In autunno avremo tre elezioni regionali in cui i cattocomunisti partono favoriti e non c'è dubbio che come, e più, di quel che è accaduto in Sardegna, ove dovessero, malauguratamente per gli abitanti di quelle regioni, vincere, tutto il sinedrio cattocomunista urlerebbe a squarciagola che è la fine della Destra.

A parte ogni considerazione sulle complicità di cui godono i cattocomunisti per essersi genuflessi ai poteri stranieri, mi piace ricordare come si sono evolute le scelte degli Italiani.

In tutta la prima repubblica, abbiamo avuto una situazione stabile e ben perimetrata, con la dc primo partito e il pci ad inseguire.

I due partiti assieme sono arrivati sistematicamente ad ottenere ta il 65 e il 70% del voto, percentuale che sale al 94% se consideriamo l'infame arco costituzionale, inventato dal pci per rientrare nel gioco della spartizione del potere e accettato dalla dc e dagli altri partiti di governo per mera pusillanimità.

L'arco costituzionale era composto da tutti quei partiti i cui dirigenti, al crollo della prima repubblica, si sono affrettati ad accucciarsi all'ombra del pci che sembrava destinato ad una facile vittoria con la sua "gioiosa macchina da guerra". 

Pochi furono i dirigenti di terza e quarta fila, come Casini, che ebbero il coraggio di associarsi al Centro Destra, salvo poi compiere una spericolata marcia di avvicinamento e di adesione al pci, ottenendo una duplice elezione (2019 e 2022) al senato in un collegio blindato o di diventare sindaco della propria città (veggasi alla voce Zanone, Torino, che da liberale quale si dichiarava ha poi prestato il suo volto come foglia di fico dei cattocomunisti).

Ancora alle elezioni del 1992, le ultime della prima repubblica, la dc, adesso confluita nel pci, ottenne qusi il 30% dei voti con i comunisti che, divisi in due partiti, nonostante il crollo del muro di Berlino e dell'Urss, ottenero il 17% e il 6%.

Poi repubblicani, liberali, socialdemocratici, per circa il 10%.

La somma, riportata agli schieramenti odierni, vedrebbe il pd nel 1992 al 57%, la sinistra oggi di Fratoianni e Bonelli all'8,5% Più Europa (allora lista Pannella) a meno del 2%, mentre i partiti oggi al governo potevano contare sul quasi 9% della Lega e sul 5% dell'Msi.

Nel 1994 arrivò Berlusconi a sparigliare i rapporti e annotiamo che quello che da allora è il Centro Destra, ottenne quasi il 43% dei voti, la sinistra ancora separata dai democristiani il 34% , i democristiani il 16 e i radicali oltre il 3.

Anche in quelle elezioni la sommatoria degli odierni cattocomunisti raggiungeva il 50%.

Le ultime elezioni (politiche nel 2022, il cui trend è stato rafforzato con le europee del 2024) sono cronaca, con il Centro Destra al 44%, i cattocomunisti al 26, i grillini al 15 il finto centro di Renzi e Calenda all'8%.

Di più è da rilevare come le scelte nel tempo effettuate dai vari esponenti, hanno provocato significativi travasi all'interno degli schieramenti, come la crescita di Fratelli d'Italia al 26% (28% alle europee) e la sostanziale equipollenza tra Lega e Forza Italia (entrambi tra l'8 e il 9%).

Analogamente a sinistra il pd si attesta al 24% (europee) mangiandosi un terzo dei grillini (10% sfiorato alle europee) mentre resiste uno zoccolo duro di estrema sinistra al 6%.

Il finto centro continua ad annaspare e, infatti, ormai è imploso con Renzi tornato a Canossa e che attende fuori dalla porta della Schlein con il cappello in mano, mentre Calenda sfoglia la margherita e intanto continua a criticare tutto e tutti.

Alla fine da segnalare è che il pd, che in teoria, per l'adesione dei vari dirigenti dei partiti dell'infame arco costituzionale, partiva dal 94%, oggi, con l'aggiunta dell'estrema sinistra e dei grillini, si attesta al 40% circa, mentre, da soli, Fratelli d'Italia e Lega, che partivano dal 6%, si attestano stabilmente intorno al 37%.

E possiamo essere certi che, come gli esponenti della dc, del pli, del pri, del psdi, del psi nonriuscirono a trascinare nel pci/pds/ds/pd neppura la maggior parte dei loro elettori, così Forza Italia, Renzi e Calenda non sarebbero in grado di spostare l'asse a sinistra, senza perdere consensi che andrebbero ad incrementare i due partiti di Destra.

Naturalmente sul presupposto che Forza Italia segua le direttive dei figli di Berlusconi, proni agli aguzzini del padre.

La marcia per cambiare i governi, in modo reale, concreto, è lunga, come dimostra la analoga storia del Fronte ora Rassemblement Nazionale in Francia, ma la crescita è costante.

Devono mettersi assieme tutti per bloccare temporaneamente l'ascesa della Destra, ma alle elezioni, i cittadini, uomini liberi che per lo più non votano in base alle indicazioni dei capi partito, crescono i consensi per la Destra.

In Italia, come in Francia, come ovunque.

E, alla fine, avremo finalmente un governo libero dalle ipoteche cattocomuniste, ma anche da quelle dei don Abbondio del centro moderato e calabraghe.

28 luglio 2024

Chi rinuncia perde sempre

Nel prossimo autunno, l'azione combinata di scadenze, addii anticipati e azione delle toghe rosse, porterà tre regioni al voto: Emilia Romagna, Liguria e Umbria.

In Emilia Romagna ha sempre amministrato il pci, prima in alleanza con i socialisti, quindi con i cattolici fuggiti dalla dc e accucciatisi ai piedi del pci ora pd.

Anche l'Umbria e la Liguria sono due regioni in cui i cattocomunisti hanno da sempre tenuto il bastone del comando, sennonchè i loro fallimenti hanno consentito per quasi dieci anni in Liguria e cinque in Umbria, di provare una amministrazione di Centro Destra.

E se l'Umbria va a scadenza naturale, la Liguria, dove Toti ha amministrato molto bene, sono dovute intervenire le truppe togate per rimuoverlo e dare una possibilità ai cattocomunisti di riprendersi la regione.

Sono quindi tre regioni in cui il Centro Destra parte svantaggiato.

In Emilia Romagna per una tradizione comunista che, con le diramazioni nei sindacati, nelle coop e adesso anche nelle varie curie locali, esercita una cappa oppressiva non lasciando spazio ad alcuna alternativa che non sia conquistata con la forza.

In Umbria perchè la giunta di Centro Destra, la prima, non ha sollevato entusiasmi, avendo svolto i suoi compiti con ordinaria correttezza e pratica efficienza, ma ci vuole ben altro per suscitare consensi in una piazza abituata alla retorica comunista.

In Liguria perchè l'azione della magistratura ha proiettato una percezione negativa su una amministrazione, quella di Toti, che fu confermata con forza cinque anni fa per la sua capacità di risollevare una regione finita ai margini dello sviluppo.

Ma se anche sono regioni nelle quali è da possibile a molto probabile che si perda, rinunciare a combattere, arrendersi prima della guerra rappresenta una sconfitta sicura.

Io non credo che la Meloni abbia la forma mentis di chi rinuncia a combattere, ma la Meloni non può essere in Cina e anche in Italia a fornire le indicazioni ai suoi.

La Verità, uno dei pochi quotidiani che stecca nel coro del conformismo cattocomunista, ma che non fa sconti al Centro Destra evidenziandone gli errori quando occorre, oggi nel confermare che in Emilia Romagna si è scelto di appoggiare una candidata autorefenziale, cosiddetta "civica" (che ha almeno due peccati originali: essere stata sottosegretaria di Monti ed essere "vicina a comunione e liberazione"), ipotizza che anche in Liguria si opti per candidare un "civico" cui imputare la sconfitta.

Così non va.

In Emilia Romagna come in Liguria (e in Umbria, caso a parte dove ha diritto la Tesei ad essere concordemente e unanimemente sostenuta per la riconferma) i politici di Centro Destra non devono tirare il culetto indietro per paura di perdere.

Se io ho quattro preferenze qui in Emilia (Lucia Borgonzoni che già ha fatto bene ed ora è sottosegretario alla Cultura, Alan Fabbri, sindaco di Ferrara confermato al primo turno, Anna Maria Bernini che ugualmente ha già fatto bene ed oggi è meritatamente ministro dell'Università e Ricerca Scientifica e Galeazzo Bignami che ha portato Fratelli d'Italia al livello attuale ed è Vice Ministro alle Infrastrutture) sono certo che vi siano anche molti altri, politici, affidabili, con una storia personale e politica di leale e costante appartenenza al Centro Destra, cui sarebbe (stato) possibile affidare una candidatura che, magari non avrebbe vinto oggi, ma poteva essere il primo tassello per un percorso che possa liberare l'Emilia Romagna dalla cappa cattocomunista.

In Liguria mi fa specie che il Vice Ministro Rixi pare abbia rinunciato, invece di proporsi come il naturale sostituto di Toti, tanto più che Rixi ha già conosciuto la persecuzione giudiziaria e ne è uscito completamente pulito.

Non conoscendo la realtà ligure non ho altri nomi, ma suppongo che, come per l'Emilia, siano in tanti a svolgere un lavoro coerente, affidabile e leale verso il Centro Destra, anche se non hanno l'onore della pubblicità a mezzo stampa (e forse è meglio per loro).

Certamente i cattocomunisti, che presumibilmente si presenteranno nella forma del cosiddetto campo larghissimo con il figliol prodigo Renzi che si è ripresentato davanti al Nazzareno con il cappello in mano, hanno qualche opportunità in più, come hanno tutti coloro che sono mossi da uno spirito di rivincita e che guardano più alla conquista del potere fine a se stesso che al programma.

Tanto tutti quelli che si ritrovano in quel campo hanno esaltato la cerimonia di apertura della olimpiadi, dimostrandosi pienamente allineati al degrado civile, morale e sociale che ha rappresentato, quindi si ritroveranno allineati su tutti i provvedimenti che potranno solo accentuare tale deriva.

Sui temi importanti invece quelli che si ritrovano in quel campo hanno da tempo rinunciato ad ogni progettualità, piegandosi e inginocchiandosi davanti ai voleri della consorteria affaristico finanziaria che trova la sua espressione delle direttive e nelle osservazioni della commissione europea di cui i cattocomunisti sono fedeli esecutori.

Resta la spartizione del potere minuto, quello che un normalissimo manuale Cencelli riesce a ripartire con tanti mal di pancia, ma anche nella consapevolezza che o accettano quella minestra o saranno altri a beneficiare della cornucopia pubblica.

Per questo il Centro Destra non deve rinunciare, affidandosi a improbabili "civici", magari già segnati dai loro trascorsi, a fare una battaglia di Civiltà, anche con il rischio di perderla, ma con la consapevolezza di porre le basi per vincere quelle successive.

Il presupposto è non rinunciare a sostenerla, quella battaglia.

27 luglio 2024

Gli aruspici del terzo millennio

L'Uomo ha sempre aspirato a conoscere il futuro.

Nell'Antichità c'erano appositi sacerdoti cresciuti e istruiti per "leggere" il volo degli uccelli e le viscere degli animali.

Gli Oracoli erano venerati come divinità e coperti di doni.

Venne poi l'epoca dei maghi e della lettura attraverso improbabili palle di vetro e altri fantasiosi e innominabili sistemi.

Una caratteristica comune era l'indecifrabilità ricercata dei loro responsi.

Celebre la frase della Sibilla Cumana che, a chi partiva per la guerra e chiedeva se sarebbe sopravvissuto, rispondeva scrivendo su foglie di palma la risposta, una parola per foglia.

Di scuola quindi il suo responso: ibis redibis non morieris in bello, cioè andrai tornerai non morirai in guerra che, però, inserendo la punteggiatura, assumeva significati opposti (andrai, tornerai, non morirai in guerra oppure andrai, tornerai non, morirai in guerra), così che la Sibilla poteva dire sempre di aver predetto il futuro.

Analogamente uno Stregone quale fu Nostradamus, probabilmente più che predire il futuro, si dilettava di esercizi linguistici per scrivere le sue centurie, divise in quartine, in modo tale che un interprete del futuro, a conoscenza di quel che è già accaduto, potesse adattarle, ex post, agli eventi.

E la letteratura è prodiga di figure ascetiche e drammatiche di chi "conosce" il futuro, dal cieco Tiresia incontrato sia da Ulisse che da Dante alla sfortunatissima Cassandra condannata dagli Dei a prevedere esattamente il futuro ma senza essere mai creduta.

Anche la moderna letteratura aspira a trovare il modo per la conoscenza del futuro, uno fra tutti il romanzo Minority Report, di Philip K. Dick, poi ridotto per il cinema con Tom Cruise.

E oggi, nel terzo millennio abbiamo svariati veggenti, in molti settori.

Ascoltati e venerati sono soprattutto i profeti dei sondaggi, di ogni genere, da quello della cioccolata preferita a quello sul gradimento dei partiti e dei politici.

Deve essere veramente un settore lucroso se, ogni giorno, veniamo "informati" da sondaggi che fanno entrare in fibrillazione per uno 0,1% di differenza, in forza del quale si chiedono dimissioni ed elezioni.

Ci sono programmi che campano sui sondaggi e invece di fornire una informazione reale, porgendo agli ascoltatori solo notizie, senza inutili commenti e opinioni personali tendenti solo a fare propaganda di parte, chiamano un gruppo di "esperti" ad accapigliarsi su un risultato ipotetico, il più delle volte smentito dalla realtà.

Come accadde nel 2016 quando tutti i sondaggi davano per vincente la moglie di Clinton e alla Casa Bianca finì invece (con mia grande soddisfazione) Donald Trump.

Le elezioni americane sono una miniera per gli esperti del nulla che costruiscono dibattiti virtuali su qualcosa di inesistente.

Ma la cosa più sconcertante è che anche in Italia si dibatte sui sondaggi per le elezioni americane, contrapponendo quelli favorevoli o contrari ai candidati, come se fosse necessario convincere anche gli Italiani che uno sia meglio dell'altro.

Anche se noi non votiamo.

E poi le "analisi" dei sondaggi, lo spiegone che alcuni sondaggisti, che forse credono veramente di ricoprire una funzione utile alla società, forniscono dei loro stessi sondaggi e che non hanno nulla da invidiare quanto a comprensibilità e chiarezza, alle foglie di palma della Sibilla Cumana o alle centurie di Nostradamus.

Ma nel terzo millennio è tutto fondato, come è stato bene impresso nelle nostre menti all'epoca del covid, sulla scienzahhh.

Quindi tutti coloro che vi si oppongono, andranno messi all'indice, magari dopo un sondaggio per sapere quale pena meritano di subire.

26 luglio 2024

Perchè la Meloni non copia Macron ?

Macron ha chiuso, non concedendo le frequenze, un canale televisivo francese, C8, che ha sostenuto la campagna elettorale del Rassemblement National e della Le Pen.

Ogni tanto credo che si debba copiare dai francesi e non vedrei male se venissero tolte le frequenze a La7, mettendo così il bavaglio ad una pletora di individui che ogni giorno, più volte al giorno, non forniscono notizie ma, a voler essere generosi, le loro opinioni, aempre a senso unico contro il Centro Destra.

Tanto i cattocomunisti continuano e continueranno a sostenere che la Rai sia TeleMeloni e che la libertà di stampa sia in pericolo, quindi tanto vale fare in modo che le loro paturnie siano almeno condite da una spolveratina di verità.

Non ho letto alcun "osservatorio" dell'unione europea che abbia, almeno, stigmatizzato la censura e il bavaglio imposto da Macron ad una emittente a lui contraria, quindi nulla dovrebbe obiettare l'unione europea se altrettanto facesse il Governo Italiano.

E se anche dovesse obiettare qualcosa, il segreto è ignorarla, come si ignorano i disturbatori telefonici, non rispondendo ai numeri sconosciuti o chiudendo la telefonata appena parte il disco registrato.

Credo sia ora di smetterla di piangerci addosso e di presentarci come vittime dell'arroganza cattocomunista: è invece ora di rispondere con gli stessi mezzi.

Ormai i segnali, gli avvertimenti, le azioni che indicano come i cattocomunisti, congiuntamente eredi delle tradizioni staliniste e dell'inquisizione, abbiano fatto metastasi in tutti i gangli della società, deprendando con le tasse chi lavora e produce, per distribuire panem et circenses, confidando su chi è obnubilato dalla propaganda mediatica, da non vedere e tanto meno comprendere quello che accade nel mondo.

Capisco le difficoltà di ripristinare un ordine che veda la volontà popolare espressa nelle elezioni prevalere sulla manipolazione della Storia, della Cultura e dell'Informazione nel nome di una perversa ideologia totalitaria.

Capisco quindi una Meloni che procede con i piedi di piombo, ma è ora di dare qualche segnale molto forte che rassicuri il Popolo della Destra sul percorso che, anche se lungo, verrà comunque seguito, costi quel che costi.

Se qualcuno, ad esempio Tajani con i figli di Berlusconi, non ritiene di essere solidale e comincia a berciare a favore degli lgbt, contro Trump o, sfregiando ogni principio liberale che vorrebbe che uno si battesse per il diritto di chiunque ad esprimere le sue opinione anche se opposte alle nostre, per la messa al bando di CasaPound, allora esca dal Governo, faccia l'ammucchiata con la Schlein, Conte, Fratoianni, Renzi, Calenda, Bonelli, la Bonino e forse ho dimenticato qualcuno, perchè per superare la Meloni alleata con Salvini dovranno mettersi tutti assieme, pedalare forte e poi spartirsi le poltrone in una lotta all'ultimo sangue.

E poi ci rivedremo a Filippi.



25 luglio 2024

Chissenefrega delle osservazioni europee !

Mi ricordo che, tanti anni fa, circolò, ancora cartaceo e per trasmissione orale perchè ancora non c'erano internet, le emails, i social, un calembour attribuito ad un professore della (allora) prestigiosa ENA, la scuola che sfornava capaci amministratori in Francia.

A memoria, diceva più o meno (probabilmente perdo qualche passaggio) così:

"Quelli che sanno, fanno. Quelli che non sanno, dirigono. Quelli che non dirigono, coordinano. Quelli che non coordinano, supervisionano. Quelli che non sanno, non fanno, non dirigono, non coordinano, non supervisionano, quelli sono ministri".

Sulla stessa linea, sempre di quel periodo, "La squadra italiana di canoa" che, avendo conservato in cartaceo, posso trascrivere:

"Una società italiana ed una tedesca decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa con equipaggio di otto uomini.

Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ciononostante i tedeschi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.

Dopo la sconfitta, il morale della squadra italiana era a terra. Il Top Management della stessa, decise allora che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per studiare la fattività.

Il gruppo di progetto, dopo approfondite analisi, scoprì che i tedeschi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.

In questa situazione di crisi, il top management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per migliorare la struttura della squadra italiana.

Dopo mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare. Su suggerimento degli esperti, fu deciso quindi di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati solo quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, uno capo dei supervisori ed uno ai remi.

Inoltre, fu deciso che era necessario motivare il rematore: "dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità".

L'anno dopo i tedeschi vinsero con due chilometri di vantaggio.

La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati conseguiti e pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.

La società di consulenza preparò una nuova analisi dove si dimostrò che era stata scelta la giusta strategia, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.

Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.".

L'unione europea, le sue direttive, le sue riunioni, le sue osservazioni, i suoi rilievi, mi ricorda i ministri descritti dal professore dell'Ena o la società italiana che organizza la squadra di canoa.

Totalmente avulsa dal concreto lavoro, perchè non sa cosa voglia dire lavorare, incarica Tizio Letta e Caio Draghi per scrivere ponderose relazioni che nessuno legge, completamente inutili per la vita quotidiana, ma che tutti noi dobbiamo pagare al fortunato redattore (che, poi, non è lui a scriverle, ma il suo staff di "negri" ... se si può ancora scriverlo).

Sono passati decenni, credo che ambedue le citazioni risalgano ai primi anni settanta, ma ancora vedo stampa, radio e televisioni, riportare come se fossero questioni della massima importanza le teleguidate reazioni di questo o quello a ciò che scrive un ufficio studi, un istituto di sondaggi, un burocrate europeo.

E' così che le Nazioni europee sono riuscite a perdere un primato che sembrava inattaccabile, nel loro essere Faro di Civiltà e Guida per l'intera comunità mondiale.

Noi siamo Italiani, con le nostre Tradizioni, la nostra Identità, la nostra Letteratura, la nostra Arte, la nostra Terra, la nostra Cucina e tutto ciò che ci ha reso una Nazione Libera e Sovrana.

Non possiamo e non dobbiamo rinunciare alla nostra Libertà e alla nostra Sovranità per ottemperare a direttive scritte nel buio e nel freddo di qualche deprimente capitale del nord Europa, dove non sanno cosa significhi vivere.

Le direttive, le osservazioni, le relazioni, i rilievi dei burocrati europei dobbiamo adattarli alla realtà ed alla convenienza dell'Italia e degli Italiani.

Per questo abbiamo un governo che, almeno da ottobre 2022, dopo le elezioni del 25 settembre, cerca di anteporre gli Interessi Nazionali alla serva ideologia dei burocrati.

Purtroppo ci sono Italiani che remano contro per meri interessi di piccola bottega e, come accadde nei secoli bui, sono disposti a vendersi allo straniero pur di impedire il successo delle azioni di un Italiano.

Il Governo Meloni deve respingere al mittente le osservazioni europee sulle leggi in vigore e in itinere, perchè l'Italia è Sovrana, è il nostro parlamento a decidere quali leggi approvare e come gestire i nostri conti e le nostre risorse, incluse quelle alimentari e quelle balneari.

Se all'europa non piace, provveda ad un atto di esclusione dell'Italia da tale unione.

Noi ce ne faremo una ragione e vivremo più liberi e più ricchi di prima.






24 luglio 2024

Alla ricerca della sconfitta

L'Emilia Romagna, la mia regione, è amministrata dai comunisti, oggi cattocomunisti avendo inglobato anche gli ex dc e i preti di Bergoglio e Zuppi, sin dal 1970, quando furono istituite le regioni previste stoltamente dalla costituzione del 1948.

Da alcuni anni è prevista l'elezione diretta del presidente, ma la musica non è cambiata, anche perchè il turno è unico, ma soprattutto perchè il Centro Destra ha fatto scelte incoerenti, candidando una volta un cosiddetto "civico", altre un politico.

I politici, cito Anna Maria Bernini, Alan Fabbri e, soprattutto, Lucia Borgonzoni, hanno fatto sempre meglio dei civici.

Esattamente come al comune di Bologna Lucia Borgonzoni è stata l'unica a costringere i cattocomunisti al secondo turno (non considero Guazzaloca che vinse in un contesto particolare - periodo di grande ascesa di Berlusconi e candidata cattocomunista che neppure alcuni comunisti si son sentiti di votare - ma che soprattutto, avendo fatto il presidente di Ascom e della Camera di Commercio per decenni, era parte di quel sistema di potere e non sarebbe mai stato in grado di dare un taglio con il passato come, infatti, non fece nei suoi cinque anni), meglio di qualunque civico (ricordo il fallimento di Gazzoni Frascara che rifiutò l'alleanza con AN e, scrutinati i voti, risultò addirittura terzo dopo il candidato di AN l'avvocato Berselli).

Dell'ultimo candidato sindaco del Centro Destra, di cui nemmeno ricordo il nome, non si sente più parlare, emerse come civico dall'ombra e nell'ombra è tornato senza lasciare traccia.

Purtroppo la lezione del passato non sembra sia stata recepita e, a quattro mesi dal voto per il rinnovo regionale, leggo che il Centro Destra si starebbe incartando nella ricerca di un accordo con l'autoproclamata candidata civica Elena Ugolini, che sappiamo essere insegnante, già sottosegretario nel governo Monti (sic !) e vicina a comunione e liberazione.

Già così (non per l'essere insegnante, ovviamente) a me risulta indigesta.

Eppure sembra che non si levi una sola voce nè in Fratelli d'Italia, nè nella Lega e ancor meno in Forza Italia, per contestare una tale scelta e proporre un politico di razza che, dopo avr provato con la Bernini, Fabbri e la Borgonzoni, non può essere altri che il Vice Ministro Galeazzo Bignami.

Ma a me andrebbe bene anche un altro nominatico, purchè sia un politico riconosciuto come tale, affidabile nel suo percorso, coerente nelle idee.

Invece sembra che i partiti del Centro Destra abbiano dato per scontato che l'Emilia Romagna resterà tra le grinfie dei cattocomunisti fino all'arrivo dell'Asteroide e nessuno voglia correre il rischio di bruciarsi.

Poi, però, non si stupiscano se i loro voti caleranno e magari uno andasse alla ricerca di una lista che mai vincerà, ma almeno possa rappresentare una protesta ideale e identitaria contro la prospettiva rinunciataria di una candidata "civica", della cui linea politica, quindi, non possiamo fidarci, già sottosegretaria nel governo Monti e vicina a comunione e liberazione, il che la rende ancor meno affidabile per uno di Destra come me.

23 luglio 2024

Aggressioni a confronto (e loro conseguenze)


Oggi faccio presto perchè bastano due immagini per commentare un fatto che ha sollevato un polverone.

Dopo la aggressione al signor Andrea Joly i cattocomunisti si sono messi ad ululare per chiedere la messa al bando di CasaPound e di tutti i movimenti della Destra Radicale, mentre dopo l'aggressione del signor Laszlo Dudog, gli stessi cattocomunisti hanno fatto eleggere al parlamento europeo una degli imputati.

LASZLO DUDOG DOPO L'AGGRESSIONE


ANDREA JOLY DOPO L'AGGRESSIONE



22 luglio 2024

Biden o Harris o chiunque altro, sono tutti sinistri invotabili

Avrei voluto commentare chi provoca e poi finisce a piagnucolare da Mamma Toga, ma direi che la rinuncia di Biden a cercare il bis presidenziale sia ben più rilevante.

A mia memoria c'è un precedente, quello del 1968 quando Lyndon Barney Johnson, che rimpiazzo il defunto Kennedy a novembre 1963 e poi stravinse il voto del 1064 conto Barry Goldwater, travolto dalle manifestazioni contro la guerra in Vietnam ("ehi, ehi, LBJ, how many kids did you killed today?") passò la mano al suo vice Hubert Humprey, poi sconfitto da Richiard Nixon a novembre.

Oggi sono ancora i democratici che, a primarie concluse e stravinte da Biden, si sono spaventati dai sondaggi e gli hanno imposto la umiliante rinuncia.

Non so quanto la Harris sia in grado di risollevare le sorti dei vari candidati democratici e, stando ai giornali, non lo sanno neppure i democratici che si interrogano su eventuali alternative.

So, invece, che chiunque sarà il candidato dem negli Stati Uniti, diventerà un idolo per i cattocomunisti nostrani i cui giornali, radio e televisioni lo dipingeranno come un novello Messia mandato dal cielo per impedire il ritorno del Babau Trump.

Personalmente non mi interessa chi sarà il candidato di sinistra, perchè proprio perchè di sinistra, chiunque sia rappresenterà l'intera parte che io combatto da sempre.

Analogamente, pur avendo le mie preferenze che esprimerei se fossi chiamato a scegliere, non mi interessa chi sia il candidato presidenziale della Destra in America, come in Italia, in Francia o altrove, perchè per me conta l'Idea che cammina con il partito o i partiti di Area, a prescindere dalla persona che, al momento, ne è immagine e portabandiera.

Mi andavano bene infatti Nixon, Ford, Reagan, i Bush, Trump come Almirante, Berlusconi, Salvini o la Meloni ( con una menzione a parte per due che, pur non essendo di destra, mi hanno dato nel tempo tante soddisfazioni contro i comunisti: Andreotti e Cossiga).

I presidenti passano, come passano i segretari di partito, quel che conta è l'Idea che pervade un partito indipendentemente da chi lo guida.

Una Idea che è un Progetto di Società, un insieme di Valori e Principi che si coniugano nell'applicazione pratica dell'arte del governare.

Un'Idea che è sempre un traguardo al quale ci si può avvicinare, ma mai raggiungere.

E' quella Idea che divide i Repubblicani dai Democratici americani e che divide, in Italia, ieri, oggi e per sempre, la Destra e il Centro Destra dal confuso agglomerato di sinistra oggi rappresentato da una pletora di nomi (dalla Schlein a Fratoianni, da Bonelli a Renzi, da Calenda a Conte alla Bonino) ognuno dei quali rappresenta il contrario di quel che vorrei per la mia Patria.

21 luglio 2024

Influenti ma per fare cosa ?

Confesso che Antonio Tajani mi fa pena.

Sicuramente svolge perfettamente il ruolo di ministro degli Esteri perchè è un pacifico, anziano signore che non alza la voce e assorbe con democristiana indifferenza insulti e reprimende.

Ma quando deve agire come capo partito non ha quello che Berlusconi definiva il "quid".

Lo vediamo in occasione del rinnovo del mandato alla Von der Leyen.

Prima proclamava che mai avrebbe votato assieme ai verdi perchè in tal modo si sarebbe spostato l'asse della commissione a sinistra, quindi ha votato assieme ai verdi dopo un discorso che più a sinistra non poteva della Von der Leyen.

Salvini gli ha evidenziato quella incoerenza che, con grande signorlità, la Meloni ha evitato di mettere alla berlina, e lui, per tutta risposta, non ha saputo dire altro che i Patrioti (il gruppo di Salvini) sono ininfluenti, lui invece è nella stanza dei bottoni.

Ammesso e non concesso che la validità di una linea politica si misuri da chi è e chi non è nella stanza dei bottoni e accantonando l'incoerenza di chi, il PPE e i partiti che vi aderiscono, nei governi nazionali, sono assieme alla Destra, quando non sono all'opposizione di governi composti dall'estrema sinistra, dai socialisti, dai verdi e dai liberali (vedi Spagna e Germania) cioè da quegli stessi partiti con i quali vanno a braccetto in Europa, la domanda pertinente è: influenti per fare cosa ?

Perchè dalla Von der Leyen abbiamo sentito solo sconcezze ecologiste, guerrafondaie e dirigiste, cioè l'opposto dell'azione politica di governo di Tajani in Italia.

Quindi dove si manifesta l'influenza di Forza Italia nell'ambito del PPE ?

Nell'acquisire qualche poltrona o strapuntino tra le cariche europee ?

Mi sembra che non valga la pena votare per chi poi si preoccupa solo di mettere in sicurezza la propria posizione.

Allora che cosa ha ottenuto Tajani che dovrebbe convincere gli elettori onestamente di Centro Destra di Forza Italia a non considerare il suo voto come un tradimento ?

Per quanto mi sforzi non riesco a vederlo e preferisco l'irrilevanza dei Conservatori, dei Patrioti e dei Sovranisti che potranno così avere mano libera per esercitare una opposizione decisa alle consorterie che guidano l'unione europea, alla dubbia influenza di Tajani e di Forza Italia.

Un partito che non ha più nulla da dire e raccoglie solo personaggi ormai ai margini delle grandi correnti di opinione e probabilmente farà la fine dei democristiani i cui dirigenti si accasarono, ultimo Casini, nel pci/pds/ds/pd, seguiti da un limitato numero di elettori, a cominciare dai preti, mentre gli elettori che nulla avevano in gioco in interessi personali e che sono la maggioranza, seguendo l'Ideale e non il portafoglio, votarono prima per la vera Forza Italia, poi per la Lega e oggi per Fratelli d'Italia.

Tajani rappresenta ormai l'inutilità di votare chi non è nè carne, nè pesce e cerca ambiguamente di barcamenarsi in questioni che sono più grandi di lui.

20 luglio 2024

La rivincita del contante

E' spunto di numerosi romanzi e telefilm di fantascienza: cosa accadrebbe se venissero meno, in tutto o in parte, i supporti tecnologici che negli anni sono stati realizzati a supporto delle attività umane ?

Ieri ne abbiamo avuto una nuova dimostrazione.

Già in passato black out estesi (mi torna in mente quello del settembre 2003) avevano dimostrato che affidarsi agli strumenti tecnologici poteva comportare un rischio, ma ieri la portata di quel rischio è apparsa in tutta la sua enormità.

Dagli aerei alle ferrovie, dalle banche alle telecomunicazioni fino alla semplice cassa del supermercato, tutto era bloccato e le operazioni dovevano essere eseguite manualmente, con i supporti cartacei.

E soprattutto, che si trattasse di un caffè o di una bistecca, del pane o di qualcosa di più consistente, se uno non disponeva di contanti, non poteva portarsi a casa nulla, neppure un cornetto.

Di più, il blocco riguardava anche gli sportelli bancomat per cui uno non poteva andare a prelevare il contante, ma doveva avere una riserva di emergenza di contante pronto all'uso in casa.

E' la dimostrazione che, come ho scritto all'inizio, la tecnologia deve essere di supporto e non sostitutiva degli strumenti classici che durano nel tempo e formano prova sicura di una qualche operazione o disponibilità.

Tra i meriti del Governo Meloni c'è stato quello di aumentare a cinquemila euro la possibilità di pagare beni e servizi in contanti.

Sarebbe opportuno che, anche alla luce dei rischi di affidarsi esclusivamente alla tecnologia, venga pienamente equiparato l'uso senza limiti del contante per ogni transazione, anche per l'immissione nella dichiarazione precompilata del pagamento delle fatture di medici e professionisti che, ora, vi entrano solo se saldate con strumenti elettronici.

Il contante è Libertà e non è un caso che ad essere pervicacemente contrari al suo utilizzo fino ad ipotizzarne l'abolizione, siano i cattocomunisti, quelli, cioè, che vogliono il controllo totale sulle nostre vite, le nostre scelte, il nostro patrimonio e i nostri pensieri.

19 luglio 2024

L'ottima scelta di Giorgia

Confesso che, nonostante la mia totale sfiducia nella stampa, radio e televisioni italiane, un po' lo temevo che la Meloni si prestasse a sostenere il bis della Von der Leyen anche con la presenza di verdi e socialisti.

Il martellamento di editoriali, servizi, interviste era tale ed a senso unico che non sembrava esserci altra possibilità che assistere impotenti al tradimento del nostro voto.

Invece, alla faccia dei Monti e dei Renzi, la Meloni ha tenuto la barra e soprattutto la schiena dritta, trattando, come doveroso, fino all'ultimo, ma poi, davanti all'arroganza di una conferma del piano verde, scegliendo di votare con coerenza contro la Von der Leyen.

E' la dimostrazione che per quante pressioni si possano esercitare, un partito strutturato, con profonde radici nel sentimento popolare e legami indissolubili con una comunità che era, è e sarà di Destra, ha le capacità di non piegarsi ai pizzini, ai ricatti, alle minacce, onorando il voto ottenuto da noi Elettori.

Subito si alzano le voci urlanti di quelli che, al posto della Meloni, avrebbero calato le braghe senza alcun ritegno e che pretendono di dichiarare l'isolamento del nostro Presidente e dell'Italia.

Un isolamento che, come ricordava Almirante con la metfora del congelatore, mantiene intatta e pulita la nostra "merce" che, in politica, sono Idee, Valori, Principi.

Il voto di ieri, con il ppe e Forza Italia che si sono messi in una ammucchiata contro natura con socialisti e verdi, dimostra anche che non ci si può fidare dei moderati, dei centristi, sempre pronti a saltare da una parte o dall'altra a seconda delle convenienze, ma la cui parola non vale nulla, come è dimostrato dalle roboanti affermazioni di Tajani dei giorni scorsi secondo il quale "MAI" avrebbe unito i suoi voti a quelli dei verdi e poi, ieri, con la scusa delle "garanzie" della Von der Leyen, ha votato non solo assieme ai verdi ma persino assieme ai socialisti.

Ricordiamoci sempre che il centro politico è fatto di inaffidabili personaggi che stanno con chi conviene loro, a prescindere da quelli che dovrebbero essere le basi di un impegno politico: Valori, Ideali, Principi.

La Meloni ha così confermato il ruolo trainante della coalizione di Centro Destra, evitando di ripetere al contrario gli errori di Salvini nel 2021 (governo Draghi con i cattocomunisti) e 2022 (rielezione di Mattarella, sempre più capo dell'opposizione anche nel valutare l'elezione della Von der Leyen).

Credo che questo voto rafforzi il governo sul fronte interno, consentendo a Fratelli d'Italia e Lega di cominciare una attenta e accurata operazione di recupero degli elettori che si sono astenuti o che si sono dispersi inutilmente in movimenti, liste, iniziative monotematiche e prive di altro risultato se non quello di sottrarre voti necessari ad affrancarsi dal ricatto centrista.

Diversa la situazione in campo europeo dove suppongo che la Meloni continuerà, come peraltro ci si aspetta dal Presidente del Consiglio, a trattare per ottenere il massimo risultato nell'Interesse Nazionale.

Il Governo Italiano, nonostante le gufate di Renzi e Conte di nuovo uniti a corteggiare la Schlein, non è isolato in Europa, non essendo l'unico ad essere orientato a destra,

Il paradosso è che i principali sostenitori dell'ammucchiata con verdi e socialisti sono i partiti aderenti al ppe di Spagna e Germania che, in casa, sono all'opposizione di governi di estrema sinistra.

Una incoerenza palese governare assieme a quelli in Europa e fare loro opposizione in patria, ma quello sarà un problema di scelta dei cittadini spagnoli e tedeschi che pure, con Vox e Afd, hanno la possibilità di scelte alternative e migliori.

I cattocomunisti italiani adesso sperano che la Von der Leyen provi ad umiliare la Meloni, assegnando all'Italia un commissario di scarso rilievo.

In più c'è la menata del ministro degli esteri tedesco che vorrebbe che gli stati membri, invece di segnalare un solo nominativo, ne segnalino due, una par condicio uomo donna in modo che poi la Von der Leyen possa scegliere, quindi sottraendo ancora una volta agli stati nazionali un altro spicchio di sovranità.

Non so se sia mai capitato, ma non mi dispiacerebbe se, davanti a simili ipotesi, la Meloni non segnalasse alcun nominativo, evitando quindi di lasciare un nostro rappresentante in mezzo alla banda cattocomunista, di cui diventerebbe inevitabilmente complice.

In alternativa potrebbe limitarsi a sgnalare un funzionario minore dello stato, dando così una impostazione meramente tecnica alla nostra presenza che si manifesterebbe con una pedissequa trasmissione delle decisioni del Governo di Roma nel votare a favore o contro i provvedimenti proposti in commissione.

Lasciando quindi al consiglio il compito di decidere, esercitando senza remore il diritto di veto e bloccando le peggiori derive che la Von der Leyen volesse imporre per accontentare la sua variegata coalizione composta da verdi, socialisti, liberali (?) e popolari.

Nel frattempo incassiamo l'ottima scelta della Meloni che restituisce Dignità alla Politica o, quanto meno, al Governo Nazionale ed ai partiti che lo sostengono e che difendono i nostri interessi anche a Bruxelles, senza ascoltare le interessate sirene dei megafoni delle consorterie di potere.

18 luglio 2024

Prima del risultato

La Von der Leten in questo momento sta aspettando la conferma per il suo bis alla presidenza della commissione europea.

Io mi auguro che la Meloni dia indicazione ai parlamentari di FdI per votarle contro.

Si prenda atto che, con il tradimento che il Ppe, anche questa volta, ha operato nei confronti dei suoi elettori, esisterà una maggioranza di sinistra larga e autosufficiente nonostante i franchi tiratori.

Sono 454 su 720 infatti gli europarlamentari che sommano popolari, socialisti, liberali e verdi.

Non sfugge che, senza i 188 popolari, tale maggioranza sarebbe minoranza (266) anche se avesse il soccorso dei 47 della sinistraestrema (313).

A Destra i tre gruppi che si sono formati (a mio parere sbagliando; si sarebbero dovuti mettere tutti assieme) raggiungono 187 europarlamentari e ve ne sono una trentina, poco più, non iscritti ad alcun gruppo che, comunque, non sarebbero, anche votando tutti a sinistra, a consentire una maggioranza socialcomunisti e verdi con la ruota di scorta dei falsi liberali (Malagodi, al pensiero che quelli stiano sempre con i socialisti ed i verdi, si starà rivoltando nella tomba).

Non sfugge a nessuno che esisterebbe una maggioranza di Centro Destra, anche senza l'apporto di alcun voto tra i non iscritti, visto che la Destra sommata ai popolari raggiungerebbe i 375 contro i 361 necessari.

La responsabilità quindi di una prosecuzione della vecchia, disastrosa commissione, sarebbe quindi tutta dei popolari che penso stravolgano, come in passato fece spesso la Dc in Italia, il voto loro affidato dagli elettori.

Per dirla rielaborando una vecchia battuta sulla Dc, il PPE prende i voti con una campagna elettorale di destra, per poi spenderli a suo piacimento in indecenti collusioni con la sinistra.

Colpa di noi Elettori o, meglio, di quanti, ancora una volta, hanno abboccato alla retorica dei comizi Ppe, per poi vedersi portato il proprio voto in una alleanza con i socialcomunisti e i verdi.

Cosa tanto più assurda e strana se si pensa che in Germania e in Spagna, dove esiste il più forte ppe nazionale, sono all'opposizione di governi dell'ammucchiata socialcomunista.

Perchè in Europa salvano i socialcomunisti dall'opposizione ?

Ma così è e, allora, non resta che attrezzarsi per altri cinque anni di opposizione e ostruzionismo, per rallentare la deriva, che non è solo verde, ma anche fautrice delle pretese lgbt, woke, immigrazioniste, di cancellazione della nostra Storia e Cultura, della prossima commissione.

Non credo ai miracoli, per cui mi aspettto la conferma della Von der Leyen e mi aspetto che anche FdI le voti contro.

Non farlo, anche adducendo l'interesse Nazionale, sarebbe per me un motivo per ripensare al voto di lista, sempre nell'ambito del Centro Destra, già alle prossime elezioni regionali di novembre in Emilia Romagna.

E non mi si venga a dire che l'astensione o addirittura il voto favorevole alla Von der Leyen è uno scambio con un importante ruolo da commissario.

Io rinuncerei anche al commissario, importante o secondario, tanto si gioca tutto nel Consiglio dove il governa nazionale dovrebbe costruire quella alleanza con altri governi nazionali, per bloccare ogni iniziativa utilizzando il diritto di veto.

E poi ci rivedremo nel 2029 ... se questa unione dovesse disgraziatamente esistera ancora.



17 luglio 2024

Meglio ascoltare Orban sullìUcraina

Ho notato che è bastato un guizzo nei sondaggi che accreditano Trump come prossimo inquilino della Casa Bianca, che Zelensky ha cominciato la sua metamorfosi in colomba.

La sua uscita con la quale ha "concesso", bontà sua, la presenza della Russia ai prossimi tentativi di colloqui di pace (ma se non c'è la Russia che è il belligerante opposto all'Ucraina, con chi si parla per trattare ?) è infatti un primo sganciamento dalla retorica bellica evidentemente indotta da quei guerrafondai che sono sempre stati i democratici americani.

Il Presidente di turno dell'unione europea e Primo Ministro Magiaro, Viktor Orban, dopo una serie di colloqui, ha consegnato ai suoi "colleghi" un resoconto che, invece di respingerlo e chiedere addirittura di togliere il diritto di voto all'Ungheria, dovrebbero valutarlo con attenzione.

Se, infatti, Trump dovesse effettivamente vincere e spostare le carte in modo da costringere Zelensky ad un accordo con la Russia, le nazioni europee che avessero continuato nella retorica bellica della guerra fino all'ultimo ucraino, resterebbero con il cerino in mano e sarebbero costrette, non essendo certo in grado di sostenere uno sforzo bellico contro la Russia senza l'apporto degli Stati Uniti, ad una ben poco dignitosa marcia indietro, esattamente come fecero in Afghanistan quando, subito dopo l'elezione del democratico Biden, gli Stati Uniti si ritirarono e gli europei furono costretti ad una frettolosa e poco dignitosa fuga.

Del resto, proprio in virtù della fuga dall'Afghanistan, neppure la conferma di Biden potrebbe far dormire ai guerrafondai sonni tranquilli, perchè la fuga americana, senza consultazioni preventive con gli alleati, è sempre dietro l'angolo e ad essere preoccupati sono anche Israele e Formosa.

Del resto la Storia insegna che non poche furono le nazioni abbandonate da alleati infidi e, senza andare in Afghanistan, ricorderei di recente la Rhodesia e il Sud Africa, per non parlare di tutti quegli stati centro e sud americani mollati dalle amministrazioni democratiche di Clinton, Obama e Biden ed ora oppresse da regimi comunisti arrivati fuori tempo massimo, ma con dittatori imbevuti di quella farneticante e criminale ideologia.

Orban, dunque, ha messo l'unione europea nelle condizioni di tornare, se non protagonista, almeno autonoma alleata e di potersi creare una nuova verginità quale mediatrice.

Una opportunità che purtroppo non sarà accolta, visto che i vecchi parrucconi della burocrazia, vivono per compiacere e perseguire interessi che non sono quelli dei Popoli e delle Nazioni d'Europa.

Per questo dice bene Orban quando contrasta l'ipotesi di Stati Uniti d'Europa e, al contrario, sostiene una unione delle Nazioni e dei Popoli europei e farebbe molto bene la Meloni a rilanciare quella formula più chiara della, sia pur corretta, distinzione che lei fa tra federazione e confederazione.


16 luglio 2024

Una pallottola spuntata

Il livello morale, prima ancora che civile e politico, della sinistra e dei suoi aedi, si vede nelle reazioni all'attentato a Trump.

Non sono arrabbiati per l'attentato, perchè un tizio, pazzo o invasato che fosse, abbia sparato a Trump, ma perchè, mancandolo, gli ha fornito un formidabile assist, meglio di tutti i milioni di dollari spesi negli inserti pubblicitari.

I patetici e squallidi tentativi di gettare ombre e dubbi sull'attentato e la sua origine, come quello di imputare a Trump l'aver acceso gli animi quando è sotto gli occhi di tutti che ovunque, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia, in Francia nell'unione europea, ad aizzare all'odio, alle barricate, all'esclusione della Destra sono gli antifa, le sinistre di ogni ordine e grado, gli immigrazionisti e i difensori dei cosiddetti diritti civili.

Non possiamo sapere se a novembre Trump si riprenderà la Casa Bianca.

Ci sono ancora troppi mesi davanti, durante i quali potrebbe accadere qualunque cosa.

Zelensky, il cocco della sinistra mondiale, ha sospeso, ad esempio, le elezioni presidenziali e governa in prorogatio "causa guerra".

Le toghe rosse ci sono ovunque nel mondo (veggasi, senza contare i quasi tre mesi di domiciliari a Toti, i processi a Trump e le indagini sulla Le Pen) e pallottole, anche non spuntate (veggasi il premier Slovacco Fico) volano con troppa frequenza.

A tre mesi e mezzo, poco più dei cento giorni (che poi erano un po' di più) di Napoleone, dal voto di novembre può accadere qualunque cosa, anche una riedizione del covid che tanta fortuna portò a Biden nel 2020,

Ma allo stato sembrano affievolirsi i tentativi di sostituire in corsa Biden, nella convinzione che, chiunque si candidasse, rischierebbe un bagno elettorale e, quindi, tanto vale imputare tutto alla senescenza dell'attuale inquilino della Casa Bianca, senza bruciare altri nomi.

Trump sbaglierebbe a sedersi sugli allori ma, al contrario, dovrebbe partire dalla Convention di Milwakee per caricare di energia la sua campagna elettorale, senza edulcorare i suoi discorsi, perchè nel momento in cui si adeguasse alle paludate liturgie dei vecchi parrucconi democratici, perderebbe il consenso dello zoccolo duro dei suoi elettori, probabilmente senza conquistare i pavidi moderati border line.

E di un Trump aggressivo abbiamo bisogno anche in Europa dove sta per consumarsi l'ennesimo, indecente scambio tra socialisti e popolari per conservarsi le poltrone, anche a costo di promuovere politiche che distuggerebbero quel poco che resta della Gloria, dell'Onore e della Dignità dei Popoli e delle Nazioni europee.


15 luglio 2024

Fight ! Fight ! Fight !

Combattere ! Combattere ! Combattere !

Il grido di Trump, ferito ma non piegato, riecheggia nella politica non solo americana.

E di combattere si tratta, contro una sinistra che, senza vergogna, ha scatenato i suoi megafoni per manifestare una solidarietà ... Pelosi, cercando, in modo immondo, di insinuare il dubbio che il Presidente Trump sia complice, diretto o indiretto, dell'attentato.

Ma non è solo negli Stati Uniti che tutti coloro che hanno a cuore la Libertà devono combattere, anche in Europa, anche in Italia dove la sinistra ha attecchito con tutte le sue storture, corrompendo la nostra società e trasformandola nella pallida e debole epigone di quella Europa delle Nazioni che conquistò il Mondo.

Siamo due mondi, "l'un contro l'altro armati", per ora solo a parole, su tutto ciò che riguarda la vita di tutti noi e di tutti i giorni,

Non può sfuggire che le politiche verdi abbiano un costo enorme che impoverisce non solo il nostro portafoglio, ma anche la nostra vita perchè le soluzioni proposte dalla cosiddetta transizione ecologica (figlia di una propaganda di chi vuole solo un nuovo business e che è attecchita su menti incapaci di un ragionamento critico) non solo più costose, ma anche meno efficaci nel rispondere alla richiesta di energia e produttività.

E la risposta della sinistra, in Italia, in Francia, negli Stati Uniti, in tutto il mondo, è solo quella di mettere le mani nelle nostre tasche, con una patrimoniale che chiamano sul reddito ma in realtà è sull'intero patrimonio, con la cifra indicata da Melanchon, 400mila euro, facilmente raggiungibile da molti talvolta anche solo con la proprietà di un appartamento.

E' una sinistra che vuole imporre un pensiero unico, cercando di imporre sanzioni a chi esprima opinioni differenti (su aborto, omosessuali, cancellazione della cultura, woke, transizione ecologica) o a chi le ospita (la multa che la commissione della Von der Leyen vorrebbe imporre a X, l'ex Twitter, che è diventata una bacheca di Libertà).

E' una sinistra dirigista, che riesuma i vecchi piani quinquennali ed è ostile a qualunque governo esprima orientamenti in contrasto alle direttive del politicamente corretto.

E' una sinistra cattocomunista perchè, unendo i vecchi comunisti ai vecchi residuati democristiani, ha unito il peggio, la parte più oppressiva e ottusamente reazionaria delle rispettive tradizioni che affondano le loro radici nella Inquisizione e nelle purghe staliniste.

E' una sinistra con la quale è inutile dialogare e che quindi è solo la controparte contro cui, seguendo le indicazioni di Trump, non possiamo fare altro che combattere, per affermare e difendere la nostra Civiltà millenaria, il nostro Modello di Vita, il migliore mai esistito sulla Terra, la nostra Libertà di Pensiero, Parola, Opinione e il nostro inalienabile diritto di manifestarli con gli scritti, i comizi, nelle piazze e tramite i moderni strumenti di comunicazione e diffusione delle Idee.

Combattere ! Combattere ! Combattere !

14 luglio 2024

Gli effetti dell'odio sinistro

Il Presidente Trump è stato ferito in un attentato durante un suo comizio.
Ridicola la solidarietà di chi scrive le battute per Biden che, dopo averlo definito criminale e antidemocratico, oggi fa l'amicone e lo chiama "Donald".
Alla radio questa mattina ho ascoltato vari commenti dei soliti esperti schierati che tendono a circoscrivere la questione ad una sorta di "guerra civile strisciante" in corso negli Stati Uniti.
Non ho ascoltato un solo commento che ricordasse quanto odio sia profuso e istigato anche in Italia ed in Europa.
Non importa la conventio ad excludendum con il candidato presidente della commissione che si rifiuta persino di parlare con il gruppo dei Patrioti, ma almeno citare le immagini, ripetute, anche in cortei, della Meloni ripresa a testa in giù.
E come non ricordare il posizionamento capovolto dei libri scritti dalla stessa Meloni, da Salvini e dal Generale Vannacci ?
E le minacce al sindaco di Monfalcone Cisint ora parlamentare europea della Lega ed alla parlamentare europea sempre della Lega Silvia Sardone ?
E l'odio profuso nei confronti di ministri e sottosegretari ogni volta che per una misera questione l'opposizione ne chiede le dimissioni dipingendoli come il Male assoluto ?
E i banchetti/gazebo legittimamente autorizzati di Fratelli d'Italia, della Lega e persino di Forza Italia, rovesciati ed il materiale distrutto ?
Fa specie sentire i buonisti dei diritti woke, blm e lgbt, alla radio (e sicuramente anche negli editoriali stampati e nei telegiornali) condannare fermamente ogni violenza e dimenticarsi di quella istigata in Italia, a senso unico contro la Destra, praticamente ogni giorno additando al pubblico disprezzo ora uno ora l'altro esponente del Centro Destra e, ripetutamente, tutti i leaders, persino quelli ormai deceduti, come Silvio Berlusconi, al quale, gli stessi che accettano e difendono l'intitolazione di strade a Lenin, Stalin, Tito, Gramsci, Togliatti, Marx, vorrebbero persino negare il diritto a dare il suo nome all'aeroporto milanese.
Finchè non ci sarà il riconoscimento della libertà di esprimere opinioni personali, qualunque esse siano, con il diritto/dovere di governare in base a come si è espressa la maggioranza, la violenza, lo sparo, l'attentato sarà sempre dietro l'angolo, anche in Italia.