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No alla deriva

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23 gennaio 2022

Il sogno di Berlusconi finisce qui (forse)

Con un comunicato letto da Licia Ronzulli, Silvio Berlusconi ha annunciato che rinuncia alla sua candidatura per favorire l'unità nazionale.

Il motivo per cui lui dice di rinunciare è esattamente il motivo principale per cui avrei gradito la sua candidatura: mi fa schifo pensare ad un accordo tra i partiti che ho votato e voterei con i cattocomunisti.

E' una repulsione politica, mentale, ideale, morale e fisica totale: non concepisco alcun motivo per sedermi ad un tavolo (politico, si intende) con loro.

Non abbiamo nulla in comune e non vogliamo nulla che abbia un minimo di sintonia.

I miei Valori sono totalmente in contrapposizione a loro (presunti valori).

Per questo avrei visto di buon occhio una candidatura di Berlusconi, divisiva come hanno dimostrato le barricate erette a sinistra da Repubblica e dal Fatto, anche se sono pienamente consapevole che il Berlusconi del dopo condanna non è neanche lontanamente il Berlusconi delle barzellette e delle battute su Rosi Bindi e sugli omosessuali.

E che un Berlusconi presidente, nella sua smania di ritagliarsi il consenso della stampa per finire in un Pantheon (che però non sarebbe quello di chi lo ha sempre sostenuto) avrebbe fischiato sempre e comunque contro il Centro Destra.

Ma la soddisfazione del momento della elezione, con i Travaglio ed i Molinari a schiumare rabbia, non avrebbe avuto prezzo.

Con Berlusconi, comunque, mai dire mai, mi sembra che in quasi trent'anni da quando è entrato in politica, sia più "rieccolo" di Fanfani, quindi resta una porta aperta o, almeno, socchiusa, alla soddisfazione di un momento che sarebbe irripetibile.

Adesso possiamo solo sperare che non riescano a trovare un accordo su un nome condiviso (che, in quanto tale, sarebbe una sòla per tutti noi Italiani) e si vada ad uno scontro, votazione dopo votazione.

Ma vedo troppa voglia di inciucio anche da parte di Salvini (e di Forza Italia) per guardare al nuovo presidente con fiducia.

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