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No alla deriva

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25 gennaio 2022

Che gli Dei ce lo mandino bravo

Indecoroso lo spettacolo dei parlamentari che, in attesa di obbedire agli ordini dei capi bastone, eleggono la scheda bianca al Quirinale.

Molto meglio la prima repubblica, quando ogni partito votava il proprio candidato di bandiera, di solito un leader riconosciuto, importante e di lungo corso (quando fu eletto Saragat, nel 1964, ero un bambino, ma ricordo che la dc votava Leone, il pci Terracini, il psi Nenni, l'Msi De Marsanich, il Pli Martino - Gaetano, padre di Antonio - e il psdi Saragat) rendendogli così omaggio.

Il Centro Destra avrebbe potuto tributare analogo riconoscimento, quasi un Oscar alla carriera, l'onore delle armi, a Silvio Berlusconi nelle prime tre votazioni, invece ha preferito la scheda bianca con una orrenda motivazione: segno di disponibilità verso l'inciucio con la sinistra.

Ma stiamo scherzando ?

Qualunque nome dovesse uscire da un accordo con Letta, Renzi, Conte e Speranza, partirebbe con l'handicap dell'inciucio, perchè non esiste al mondo persona che possa andare bene a tutti.

E poi che senso ha trattare con i cattocomunisti, se non per mettere le basi per il perpetuarsi di un governo totalitario, perfetto per uno stato invadente, predone e tiranno di cui abbiamo assaggiato la prima portata con la dittatura sanitaria ?

Lo scontro è il sale della vita e quindi anche della politica.

Senza scontro non esiste progresso, ma ci sarebbe solo un coma indotto, l'inoculazione di dosi massicce di morfina per addormentare i popoli e consentire agli squali di spadroneggiare e dominare.

Salvini sbaglia a volersi accordare con Letta.

E il timore è che, per la solita menata dell'unità e del bene nazionale, finisca con il votare un presidente che non sia altro che la continuazione degli ultimi tre.

I nomi che rappresentano il peggio sono almeno tre: Mattarella, Draghi e Prodi.

Poi insistono, mettendo sul tavolo anche la presidenza del consiglio, con burocrati di stato come la Belloni o con sopravvalutate giuriste come la Severino e la Cartabia.

E se anche uscisse un nome apparentemente di Centro Destra (Casellati, Pera, Nordio) poi potremmo mangiarci le mani.

Io mi ricordo perfettamente che Scalfaro fu eletto (sparato al Quirinale dalle bombe di Capaci) come uomo della destra democristiana.

Si rivelò poi il peggior presidente filocomunista che sia mai stato al Quirinale.

Per il verso opposto Cossiga fu eletto da un grande inciucio come democristiano di sinistra e, dopo cinque anni da onesto notaio, lasciò la sua impronta con due anni da Picconatore, contro il quale i comunisti cercarono di raccogliere le firme per la messa in stato di accusa.

Non possiamo quindi che affidarci agli Dei, sperando che non siano distratti come lo fu lo Spirito Santo che permise l'elezione di Bergoglio a papa.

Sappiamo che il peggio sarebbe la conferma di Mattarella, la riesumazione di Prodi o l'elevazione al Quirinale di Draghi, lo sappiamo perchè li abbiamo già visti all'opera.

Allora, magari, potremmo brindare se fosse eletto un "usato sicuro" come PierFerdinando Casini.

3 commenti:

Nessie ha detto...

"I nomi che rappresentano il peggio sono almeno tre: Mattarella, Draghi e Prodi."

Hai dimenticato il quarto: l'amaro amarissimo Giuliano. Il più disAmato dagli italiani.

lantarner ha detto...

certo, ridursi a brindare al nostro vecchio compagno di scuola, principe dei voltagabbana, mi viene male solo a pensarci.

Massimo ha detto...

Tu sai quanto sia stato in disaccordo con lui, ma finora quali le alternative ? Gente che non si è mai sottoposta al voto popolare e che ha costruito la propria carriera nel sicuro di una ovattata istituzione (finanziaria o statale) senza rischi e con stuoli di persone pronte a fare il lavoro da "negri". Quindi Casini non sarebbe la mia prima (e neppure seconda o terza) scelta, ma con i numeri che ci sono non vedo molte alternative, se si vuole eleggere un presidente. Se poi si vuole bloccare tutto, allora il Centro Destra voti uno impresentabile per i cattocomunisti e alla fine sarà eletto qualcuno per pochi voti, a sorpresa.