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No alla deriva

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16 gennaio 2022

La congiura dei Letta

Ricordo Gianni Letta, nell'Italia della televisione in bianco e nero, alle tribune politiche di fine anni sessanta, inizio anni settanta, direttore de Il Tempo, quotidiano sempre considerato simpatizzante di destra, porre domande garbate, ma mai banali ai politici di turno.

Quando poi era di turno un comunista o un socialista, Letta dava il meglio di sé, inchiodando il politico alle contraddizioni della sua infausta ideologia.

Dal 1994, probabilmente da prima, Gianni Letta è uno dei principali suggeritori di Silvio Berlusconi, delle sue vittorie, ma anche delle sue svolte incomprensibili dal Popolo del Centro Destra e mi domando dove sia finito il Letta degli anni sessanta e settanta.

Non so cosa facciano i figli di Letta, ma il nipote, Enrico, lo troviamo a capo del partito cattocomunista, già presidente del consiglio cui Renzi diede il benservito, ma onorato e riverito (non si capisce per quali meriti) tanto da ricevere, se non vado errato, la legion d'onore, massima onorificenza ... francese.

Francia che gli ha consentito un esilio dorato da cui ora è tornato per riprovare a fare danno in Italia ed agli Italiani.

Non ci stupiamo quindi degli starnazzamenti di Letta Enrico che vorrebbe un presidente "nel solco di Mattarella", che rappresenti una unità di intenti e consenta di portare a termine la legislatura con un patto dell'attuale maggioranza, strepitando poi contro la candidatura di Berlusconi.

Letta Enrico si può comprendere.

Per la prima volta dall'elezione di Giovanni Leone, non saranno i cattocomunisti a dare le carte, ma potrebbe essere il Centro Destra.

Ma a tutto c'è un limite.

Parlare di "unità" senza specificare su cosa e come realizzarla è, per essere generosi, da sprovveduti.

Sappiamo tutti che la politica è l'arte del possibile che si realizza con il compromesso, ma devono dirmi quale potrebbe essere il compromesso sulle orde di clandestini che ci vengono scaricate dalle ong.

O si respingono, oppure ci lasciamo invadere concedendo loro la cittadinanza.

Dov'è il compromesso ?

E sulle tasse che i cattocomunisti vogliono farci pagare sempre di più per porre in atto i loro folli programmi assistenzialisti e di spesa ?

Dov'è il compromesso tra la riduzione e l'aumento delle tasse ?

E la sudditanza verso l'Unione del Male ?

E la politica energetica, con la scelta nucleare e quella pseudo ecologista ?

E la riforma della giustizia ?

E la dittatura sanitaria ?

Non esiste un solo punto di incontro e mi sembra che Lega e Forza Italia abbiano già abbondantemente dato sangue con l'inconsulta decisione di far parte del governo Draghi.

Ma se di Letta Enrico non ci stupiamo perchè la stima e la fiducia verso i cattocomunisti è al livello della temperatura sulla superficie di Plutone, cosa sta manovrando Letta Gianni ?

Leggo che si sarebbe incontrato con Draghi per preparare il "piano B" se, come è probabile, Berlusconi non dovesse farcela ad ottenere i voti necessari per essere eletto.

Ma come, il Centro Destra potrebbe dare le carte e invece di preparare un "piano B" con un nome che dia garanzie, Letta Gianni cerca l'inciucio con un simil Ciampi che, tra l'altro, sta dando pessima prova come presidente del consiglio, dimostrandosi un mediocre sopravvalutato ?

Mi sembra di intravvedere una strategia coincidente nei due Letta, una strategia che risponde ai grandi manovratori delle politica mondiale che hanno tutti casa fuori dall'Italia.

Una strategia che deve essere smascherata, denunciata e sconfitta.

Salvini e la Meloni siano solidali e leali con la candidatura di Silvio Berlusconi, ma ove non dovesse trovare i numeri e solo dopo tale conclamata impossibilità, decidano loro il "piano B", senza appaltarlo a personaggi che, come già accadde ad Indro Montanelli e sta accadendo a Vittorio Feltri, dopo una gioventù ammirevole si sono fatti irretire dalle sirene del potere cattocomunista.

Perchè dobbiamo ricordare, sempre, che il nemico è quel partito di cui Letta Enrico è pro tempore il segretario.

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