Le abitudini sono difficili da cambiare e se mi è stato abbastanza facile "rinunciare" da ormai trent'anni al pistolotto di fine anno del presidente della repubblica, dopo Cossiga ne sono passati quattro (dal mio punto di vista uno peggiore dell'altro) e se, ugualmente, dopo l'inopinata rinuncia di Benedetto XVI, alle prime esternazioni del suo successore argentino ho facilmente "rinunciato" anche ad ascoltare i suoi predicozzi, la lettura dei giornali (anche se ormai si è ridotta ad un unico quotidiano: La Verità) e l'ascolto dei giornali radio continuano a farmi pervenire brandelli di discorsi dei precitati parrucconi di regime.
Di Mattarella ho già scritto e ieri l'ennesima esternazione di Bergoglio.
Da 65 anni, ascolto sempre le solite parole.
Parole che sfido chiunque a contestare opponendo il loro contrario.
Chi è, infatti, che auspica un anno di guerre, lutti e malattie ?
Chi pone come valore la riduzione in schiavitù dei popoli, la carestia o la violenza contro le donne ?
Neppure nelle barzellette si arriva a tanto, figuriamoci nella vita reale.
Eppure ieri, Bergoglio, per la milionesima volta ha esternato per un mondo di pace, per una preghiera verso le popolazioni, di volta in volta, colpite da un terremoto, da una malattia, da una inondazione.
Chiunque potrebbe, con voce impostata, accorata e con espressione lugubre, elencare i mali del mondo.
Ed è ormai stantia la visione di un mondo cui "ritornare", ma quale mondo ?
Quando mai siamo stati meglio di oggi ?
Noi dobbiamo impegnarci per migliorare, non per rimpiangere una età dell'oro che mai è esistita.
E per migliorarci dobbiamo far tesoro di quello che abbiamo, non disperderlo, facendo fare all'Umanità la marcia del gambero fino al ritorno nelle caverne, al freddo e al buio, con il terrore dei lampi e dei tuoni.
Perchè questa è la strada che sembra sia stata intrapresa con le limitazioni alle libertà individuali che ci riportano nell'Europa delle monarchie assolute, delle signorie feroci e del feudalesimo con i principi, i consigliori dei principi ed i servi della gleba.
E anche Bergoglio cade in un analogo vortice, guardandosi bene dall'agire nell'unico modo in cui potrebbe realmente mettersi alla testa di un movimento di profondo rinnovamento morale e materiale: mettendo a disposizione tutti i beni della chiesa, mobili, immobili, artistici, per fare quello che lui vorrebbe facessimo a nostre spese.
Aiutare le popolazioni in difficoltà, comprare i vaccini per il terzo mondo, mantenere e trasferire i clandestini a casa sua in Argentina.
Bergoglio siede sopra un patrimonio che è ben maggiore di quello di Elon Musk, ma non lo usa, preferisce chiedere a noi di fare con il nostro piccolo risparmio, cercando di incuterci sensi di colpa che non credo siano in molti a sentire, perchè se è vero che non è merito nostro se siamo nati nella parte più benestante del mondo, è altresì vero che non può neppure essere considerata una colpa da espiare.
Ma soprattutto è vero che non possiamo risolvere i problemi del mondo, impoverendo noi stessi e regredendo dal livello di Civiltà e Benessere raggiunto, al contrario, come è dimostrato dalla Storia Umana, più si progredisce, più si trainano quelli che rimangono indietro che ne hanno, comunque, un beneficio.
E' ora di ricominciare a marciare verso il futuro, non di continuare a flagellarci con prediche, regole, divieti e sanzioni.
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