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No alla deriva

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18 gennaio 2022

Nomi da incubo per il Quirinale

Finirà che brinderemo se il nuovo presidente della repubblica sarà Pierferdinando Casini.

I nomi, infatti, che si susseguono, a parte quello di Silvio Berlusconi per il quale ho già espresso la mia opinione e sarà oggetto di ulteriori chiose, sono da incubo.

La Segre, la Severino, la Cartabia, la Bindi, la Finocchiaro per la sinistra che "vuole una donna".

Bis di Mattarella, Draghi, Prodi, Gentiloni.

Dopo il filotto con Ciampi, Napolitano, Mattarella, avremmo bisogno di un po' di respiro, di aria fresca, ma a sinistra vogliono continuare ad opprimerci, mantenendo la plumbea cappa di pessimismo senza la quale non controllerebbero gli umori degli Italiani.

A destra affiorano nomi che non sono minimamente in grado di fare ombra a quello di Berlusconi e così si sfogliano i petali di una margherita con pochi petali: Frattini, la Moratti, la Casellati, Pera.

Berlusconi, quello vero, che si ferma al 2014, sarebbe stato un ottimo presidente della repubblica.

Come ho già scritto, oggi Berlusconi, pur di apparire imparziale, fischierebbe sistematicamente contro il Centro Destra e per fortuna che a sinistra sono quelli che sono e non lo vogliono, senza ragionarvi sopra e senza capire che, con tutto quello che Berlusconi ha avuto e con gli 86 anni che avrà a settembre, difficilmente riuscirebbe a portare a termine il mandato, creando quindi l'opportunità di una successione relativamente rapida.

Ma, per fortuna, la sinistra è quella che è, con i paraocchi che la rendono ancor più ottusa di quello che è per una natura che non le è mai stata amica.

Io spero che il futuro presidente sia eletto da una maggioranza, risicata, purchè i voti del Centro Destra confluiscano su un candidato in opposizione a quello che otterrà i voti dei cattocomunisti, per rimarcare che non vi sono Valori comuni con quelli che restano l'eterno nemico di ogni buon Italiano.

Non esiste un presidente super partes, al massimo ci può essere un presidente che abbia il senso della misura e non favorisca sfacciatamente una delle parti, come è stato solo Cossiga dopo i primi che si fermano a Leone e che possedevano un senso dello stato affinato anche grazie alla retorica nazionalista (che sarebbe cosa buona e giusta anche oggi) del Ventennio.

Alla fine rischiamo di essere felici se tutto convergesse su Casini, eletto presidente della camera nel 2001 con il Centro Destra, oggi senatore eletto nel 2018 nelle liste del pci/pds/ds/pd, dopo essere stato eletto nel 2013 nelle liste di Monti.

E se di quello che ha studiato cinquanta anni fa al Galvani qualcosa gli è rimasto, magari potrebbe pure sorprenderci positivamente.


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