Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

22 giugno 2024

Quel che indigna di più

Motivi per indignarsi ve ne sono tanti, ognuno di noi ha le sue priorità, sulle cose da fare e anche su ciò che suscita indignazione.

Solo sui giornali degli ultimi giorni gli spunti di indignazione non mancano.

A me non fa indignare l'ottusità apparente, la malafede effettiva, dei cattocomunisti che sbraitano contro l'autonomia differenziata e il premierato, riforme che consentirebbero all'Italia di fare grandi passi in avanti verso una efficientamento della politica.

I cattocomunisti fanno opposizione e solleticano i riflessi pavloviani del loro residuale elettorato, che non capisce ma si adegua a ciò che leggono sui loro giornali e ascoltano nelle loro trasmissioni di propaganda.

A me non fa indignare granchè l'europa dei parrucconi che briga per confermare i propri associati al vertice, isolando l'Italia che, fortunatamente, ha oggi un Governo con la "G" maiuscola, dopo undici anni di cavalieri serventi dell'organizzazione sovranazionale più nociva che ci sia nel continente.

In fondo cercano di difendere, come gli ultimi giapponesi, i loro sempre più ridotti territori di caccia e, a dire tutta la verità, la maggioranza nel parlamento europeo, sulla carta, ce l'hanno ancora.

Infine non mi indigno più di tanto davanti ai ricatti delle suddetta europa che cerca di imporre al Governo Italiano l'accettazione del mes e fa balenare l'ipotesi di una candidatura, in carico all'Italia, di un personaggio sconfitto persino da Renzi nel suo stesso partito e poi licenziato dagli elettori alle politiche del 2022, come Enrico "stai sereno" Letta.

Ho fiducia che la Meloni, come già fece la Thatcher, non cederà di un millimetro se non in cambio di un succulento ristoro per l'Italia.

A me fanno indignare, e tanto, coloro che dovrebbero svolgere una funzione, una missione, nell'interesse del Popolo Italiano e, invece, agiscono sempre in base all'ideologia personale, danneggiando il Benessere e la Sicurezza di tutti noi.

Mi fanno indignare quelli che indagano, processano e condannano i cittadini che difendono se stessi, la loro famiglia, le loro proprietà, sparando a ladri e rapinatori.

Non dovrebbero essere nè indagati, nè processati, nè, tanto meno, condannati, al contrario andrebbero premiati.

Mi fanno indignare quelli che invece mandano liberi, in spregio ad una apposita legge che è chiarissima, i traghettatori di clandestini e dissequestrano le loro navi che torneranno ad utilizzare per scaricarci altri clandestini.

E mi indignano coloro che, interferendo nella politica estera che spetta al Governo, bloccano la consegna di motovedette ad un paese terzo che le utilizzerebbe per aiutarci a bloccare i flussi dei clandestini.

Mi indignano e tanto !

21 giugno 2024

Ogni resistenza è inutile

Nella saga di Star Trek, con la seconda serie, The Next Generation, venne introdotto un nuovo, terribile nemico della Federazione: i Borg.

Si tratta di una collettività (notare come si parli di un qualcosa che assomiglia molto ad una società comunista), dove non esistono i singoli, è abolita l'individualità e l'individuo, perchè sono eternamente connessi tra loro (e si chiamano con dei numeri ....) a formare un unico cervello che decide per tutti (notare ancora come sembra che gli sceneggiatori avessero avuto una visione della sinistra italiana di oggi).

Questo nemico non tratta, non si ferma a discutere, si presenta alle astronavi con un mantra: "Noi siamo Borg. Arrendetevi. Ogni resistenza è inutile".

Ecco, mi è venuta in mente Star Trek leggendo l'odierno editoriale di Marcello Veneziani ne La Verità.

Il primo, dopo tanto tempo, che mi trova totalmente in disaccordo e mi induce a sfiducia sul futuro della nostra Patria.

Se, infatti, una persona di profonda cultura e intelligenza, solitamente lucida, come Veneziani se ne esce con una dichiarazione contraria all'autonomia differenziata, temo che ci sia poco da fare: ogni resistenza è inutile.

E' evidente che è "buona la prima", cioè l'incipit di Veneziani che scrive "sarà perchè sono meridionale", sì penso proprio che sia così, perchè l'autonomia differenziata non toglie nulla a nessuno, semplicemente obbliga anche le regioni del sud che si sono da decenni adagiate sui trasferimenti di denaro dal nord attraverso il governo centralista di Roma, a camminare sulle proprie gambe, a sfruttare e valorizzare le proprie risorse umane e naturali.

L'Italia è unita da quasi 164 anni, da quasi 106 anni, con la Grande Guerra combattuta solo al nord, ha completato l'unificazione del suo territorio, il sud fu occupato, nella seconda guerra mondiale, dagli angloamericani due anni prima del nord e non subì i massicci bombardamenti che distrussero case e fabbriche al nord, quindi ha avuto due anni in più per ricostruirsi nel dopoguerra.

Tutti i governi della prima repubblica e della seconda hanno pompato ingentissime risorse nel sud e, ancora, c'è chi pretende che questi contributi debbano continuare in eterno ?

L'Italia non viene spaccata da una blanda autonomia regionale, ma da una perversa ideologia, quella cattocomunista, che risponde non agli interessi degli Italiani, bensì a quelli di un "Borg", affaristico finanziario e, soprattutto, internazionalista, dirigista e sovietico, cioè illiberale e antidemocratico.

Spiace, quindi, leggere, ne La Verità, articoli come quelli di Veneziani che, evidentemente, spero solo sulla questione meridionale, si è arreso senza opporre resistenza e si è lasciato assimilare dalla collettività Borg.


20 giugno 2024

Ridurre il debito pubblico

Chi mi conosce sa che sono totalmente contrario a questa unione europea.

Per me avremmo dovuto fermarci alla costituzione di un mercato unico europeo per far liberamente circolare, senza dazi interni nè dogane, i cittadini degli stati appartenenti allo spazio comune, merci e capitali.

La mia eterna speranza è quindi che accada qualcosa che faccia implodere questa unione per ritornare alle politiche bi e multilaterali gestite in proprio da ogni stato nazionale.

Ciononostante sono d'accordo con la richiesta della commissione europea di rientrare dai debiti nazionali.

Lo sarei a prescindere dall'appartenenza all'unione, anzi credo sarebbe sintomo di grande visione politica e progettuale se un governo nazionale, senza che gli fosse imposto da una entità sovranazionale alla quale non possiamo riconoscere alcuna autorità, provvedesse in merito.

Innanzitutto, come per tutte le famiglie, non si deve spendere più di quello che si guadagna.

Quindi uno stato non deve spendere più di quanto incassa con le imposte che devono essere ridotte ai minimi termini per consentire ai cittadini di sostenere ogni spesa che riguardi la loro vita, senza dover pagare quelle altrui.

Più soldi in tasca ai cittadini, meno sperperi di stato,perchè quando si sa che paga una vaga entità chiamato stato, non si è attenti alla spesa che si sostiene (veggasi esempio eclatante del superbonus di Conte offerto "graduidamende" e messo a bilancio passivo dello stato).

Poi si deve rientrare dal debito accumulato negli anni.

Non con nuove tasse che, anzi, dovranno essere ridotte, ma con tagli draconiani alla spesa, a cominciare dalle spese a fondo perduto per finanziare gli enti che si occupano dei clandestini,

Se sono enti di "beneficenza", i fondi devono essere frutto delle volontaria elargizione di chi condivide le finalità dell'associazione, non fondo prelevati forzosamente con le tasse dalle tasche di tutti i cittadini.

Sono convinto che, applicando un simile criterio, dei quasi mille miliardi di spese all'anno sarà possibile ottenere significativi risparmi che aumenterebbero esponenzialmente se si procedesse, con la ovvia gradualità, ad una progressiva privatizzazione dei tre settori più onerosi: sanità istruzione e pubblico impiego.

Poi ognuno potrà pagarsi il suo e, mi correggo, una sola tassa vorrei vedere aggiunta: l'imu sui beni ecclesistici.

Zuppi e Parolin si lamentano, come una Schlein o un Conte qualunque, dell'autonomia differenziata.

Bene, i fondi per le realtà locali si trovano (e abbondantemente!) facendo pagare al vaticano e alle curie locali quel che finora non hanno mai pagato.


19 giugno 2024

L'Autonomia è legge, per il premierato conquistata la prima base

In due giorni, mentre i cattocomunisti e i grillini sbraitavano in una piazzetta più stagnante che oceanica, il Parlamento ha approvato una legge che era nel programma del Centro Destra e portato in prima base l'altra riforma epocale sulla quale la Meloni si era impegnata, ottenendo il consenso, con gli Elettori.

Solo questa mattina la Camera ha definitivamente approvato la legge sull'autonmia differenziata che consentirà alle regioni di amministrare meglio e più responsabilmente il territorio.

I cittadini sapranno quindi con certezza chi è il responsabile di errori, servizi inefficienti, argini e casse di compensazione non realizzate e potranno, con il loro voto, cambiare gli amministratori che si dimostrano incapaci di dare le risposte alle esigenze del Popolo.

Con l'autonomia differenziata la responsabilizzazione a livello locale sottrarrà ogni alibi a chi si trincerava dietro le competenze che permanevano centralizzate e ai fondi nazionali che non arrivavano.

Mi piace ricordare gli anni settanta, quando il comune socialcomunista di Bologna dispose la gratuità dei mezzi pubblici in alcuni orari topici (se non ricordo male, dalle 7,30 alle 10,30, dalle 12 alle 14 e dalle 16,30 alle 20).

Ma gli autisti dovevano sempre essere pagati, la benzina doveva essere pagata, i mezzi dovevano essere revisionati e riparati, quindi c'erano costi che non venivano, neppure parzialmente, compensati da un biglietto.

Le mani bucate del sindaco comunista di Bologna non costarono ai bolognesi, se non pro quota, perchè il buco di bilancio fu addebitato tale quale allo stato.

Ebbe gioco facile Mariano Rumor in una Tribuna Politica, rispondere, a chi gli rinfacciava il buon governo di Bologna, che Bologna poteva essere una vetrina comunista, perchè era in una Italia democristiana.

In seguito furono riviste le norme sui bilanci comunali e i sindaci ne risposero direttamente.

L'autobus non fu più gratis e, anche se il biglietto non copre ancora i costi, i periodici aumenti hanno consentito una amministrazione più consona a quella del buon padre di famiglia che non dovrebbe spendere più di quanto guadagna.

Così sarà con l'autonomia differenziata che fermerà la politica delle mani bucate (tanto poi arriva lo stato, cioè tutti noi, a coprire) di alcune amministrazioni regionali.

Ovviamente i cattocomunisti (che hanno sempre osteggiato l'Unità Nazionale, veggasi le attive resistenze dei papi ad accettare uno Stato Unitario e l'internazionalismo dei socialcomunisti che hanno sempre guardato - e continuano oggi - a guardare e genuflettersi davanti alle capitali straniere pur di non "macchiarsi" del "reato" di nazionalismo) stanno già berciando "nel nome dell'Italia unita" e proporranno un referendum abrogativo.

Vedremo quale sarà la scelta a difesa di una legge giusta e necessaria, se, cioè, non votare per impedire il raggiungimento del quorum al referendum o se mobilitarsi per votare "no" all'abrogazione: sarà una scelta difficile che dovrà essere prese in sintonia dalla Meloni, da Salvini e da Tajani.

Il premierato ha un percorso più accidentato, dovendo percorrere una via crucis in quattro basi con il doppio voto del parlamento.

Ieri abbiamo conquistato solo la prima base, con il voto favorevole del Senato.

Se il premierato non è, purtroppo, il presidenzialismo, resta comunque una riforma di capitale importanza per evitare in futuro di ritrovarci come capi del governo personaggi scelti dalle consorterie di palazzo e non dal Popolo.

Eliminare i senatori a vita restituisce inoltre la piena rappresentatività a quel ramo del parlamento che, oggi, è inficiata dalla presenza di cinque senatori a vita di nomina presidenziale che, in passato, sono stati determinanti per sostenere un governo, alterando quindi il rapporto di forze uscito dalle elezioni, unico che dovrebbe essere preso in considerazione.

Considerando il lungo percorso di approvazione che culminerà, presumibilmente, con un referendum confermativo, del premierato continueremo a sentir parlare.

Superfluo ricordare che anche per una scelta di garantire all'Italia un governo forte, stabile, influente, i cattocomunisti scendono in piazza, cercando di compiacere i loro compagni stranieri che, soprattutto a Berlino, Bruxelles e Parigi, tutto vogliono, tranne un'Italia stabile e che possa proporsi come catalizzatore di tutti gli stati europei che non vogliono più soggiacere al duopolio Germania-Francia.

Il premierato non abolisce le congiure di palazzo, ma le rende molto più difficili da realizzare.

18 giugno 2024

L'unione europea è nociva

Quando la vecchia commissione è ormai scaduta, quando ancora sono aperte le trattative per la formazione di quella nuova e la spartizione delle cariche ben remunerate, con un colpo di mano viene approvata definitivamente la direttiva che vorrebbe imporre agli stati nazionali di ripristinare la natura nel 20% del proprio territorio.

Questo significa rinunciare a terreni agricoli, coltivabili e produttivi, per aumentare il debito pubblico con l'aumento delle necessarie importazioni dall'estero.

E' evidente che tale provvedimento è il frutto di menti malate e obnubilate dal fanatismo verde e che, se applicato, danneggerebbe gravemente le economie degli stati nazionali, soprattutto di quelli del sud europa, senza arrecare alcun beneficio effettivo in relazione alle finalità che vorrebbe perseguire visto che sarebbe applicabile solo in una piccola porzione della Terra, cioè una parte dell'europa.

La direttiva natura è solo l'ultima tra le stupidaggini sesquipedali che negli anni ci sono state propinate e, ahimè, imposte da un plotone di burocrati il cui unico scopo è darsi importanza arrecando disturbo alle nostre attività.

Purtroppo gli elettori europei, nonostante la benaugurante avanzata della Destra, hanno riconfermato la fiducia a quegli esseri che si inventano case e auto green, leggi natura, viziosi distinguo tra riciclo e riuso, patti di stabilità ed ogni altra corbelleria che ha come, risultato, l'esatto contrario dello scopo iniziale di una comunità europea.

Lo scopo iniziale, infatti, era di liberare la circolazione delle merci, delle persone, delle idee, all'interno di uno spazio di libertà.

I risultati di oggi ci dicono che l'unione europea è l'erede dell'Unione Sovietica, con i suoi piani quinqunnali, le sue regole asfissianti, il suo dirigismo persino sui tappi delle bottiglie: il contrario di un sistema fondato sulla Libertà individuale.

Personalmente credo che, qualunque sia il prezzo da pagare, dovremmo uscire dalla unione e ricominciare con la nostra Lira e la nostra piena Sovranità e Indipendenza Nazionale.

Così non sarà, tanti sono i cappi al collo che ci sono stati messi, soprattuttonegli undici anni di governi cattocomunisti e grillini da Monti a Draghi.

Allora dobbiamo puntare al ribasso, concedere qualcosa ai burocrati, esercitando con oculatezza il nostro diritto di veto, essere presenti in ruoli che possano incidere nelle scelte e organizzare la vasta area di Destra per dare, in ogni occasione, una spallata al dirigismo sovietico dell'unione.

Ad ogni spallata, l'unione traballa sempre di più: finirà per crollare.

Ma per ottenere quel risultato, occorrerà una duplice legittimazione,

Da un lato non ci dovranno essere chiusure verso i partiti della Destra europea, di qualunque orientamento essi siano.

Dall'altro i vari soggetti, individuali o poco più, che, dalle mie letture, sembrano trovar più gusto a criticare la Meloni e Salvini invece di combattere la sinistra, dovranno cessare di pretendere la Luna, la purezza ideale, per sostenere lo sforzo di chi cerca di cambiare le cose, anche per e nonostante loro.

 

17 giugno 2024

Facciamo quadrato intorno alla Meloni

La cacofonia che emerge dalla lettura dei giornali e dalle martellanti e ripetitive notizie di radio e telegiornali che, nella stessa giornata, ripropongono il medesimo servizio quasi a volerci ficcare in testa, a forza, le loro tesi, ci dice che viviamo in piena deriva, non solo morale.

Due calciatori, francesi solo per cittadinanza ed i cui tratti somatici, per dirla con il Generale Vannacci, non rappresentano il francese classico, invitano a votare contro il partito della Le Pen.

Non manca molto (o forse c'è già e sta preparando la resa) a vedere anche in Europa, spuntare un novello De Klerk che consegni, senza combattere, tutto il potere nelle mani di chi non appartiene alla nazione.

Ci sono, è vero, dei timidi segnali di risveglio, certo non il "wake up" cui aspirava Oriana Fallaci, ma almeno qualche segnale di reazione nell'espressione elettorale un po' in tutte le nazioni europee, ma non basta e non è stato sufficiente a ribaltare la maggioranza di sinistra dell'unione europea che sembra si riproporrà, anche peggiorata.

Non illudiamoci, infatti, i numeri del parlamento europeo parlano chiaro e i popolari, i socialisti e i liberali hanno ancora una maggioranza che potrebbe rafforzarsi con il contributo dei verdi e dei comunisti, accelerando e non frenando la deriva ambientalista e in politica estera.

E' visibile il tentativo di accelerare i tempi per ottenere la consacrazione della rinnovata maggioranza prima delle elezioni francesi che potrebbero infilare un nuovo motivo di turbativa nel quadro già caotico della politica europea.

Non tanto se dovesse vincere il Rassemblement National della Le Pen (come non credo che accadrà) ma se dovesse emergere una maggioranza di estrema sinistra il cui programma, ideologico senza freni, con il blocco delle nuove centrali nucleari, l'accelerazione per le emissioni zero, la pensione riportata a sessanta anni, non solo manderebbe in fallimento la Francia (cosa di cui godrei come un riccio) ma costringerebbe l'unione europea ad inseguire correndo verso il baratro per poter mantenere la maggioranza alla commissione che uscirà dalla trattative in corso.

E le ricadute su di noi sarebbero disastrose, con l'imposizione di provvedimenti che ci obbligheranno a sperperare i nostri risparmi per accontentare le paturnie degli ambientalisti.

In un tale contesto l'Italia ha una certezza, il Governo di Centro Destra, solido nei numeri parlamentari e confermato nelle urne europee, che, se anche sarà costretto a scendere a numerosi compromessi, potrà rappresentare, con l'apporto di alcune nazioni più piccole, una sorta di ridotta all'interno della quale salvare il salvabile.

A cominciare da una maggiore autonomia nelle scelte della politica finanziaria ed estera, sfruttando bene il diritto di veto che deve restare in vigore.

Il successo del G7 a guida italiana è dovuto anche alla presenza di una Biancaneve in salute a fronte di sette nani malconci, ma a breve potremo avere qualche cambiamento che rilancerà alcuni storici interpreti della politica internazionale, gli Stati Uniti e il Regno Unito che, non essendo imbrigliati in una improbabile unione, sono liberi di agire velocemente e con determinazione.

La Meloni ha compreso che i sette grandi, piegati dalla politica delle scuse figlia della immonda cultura della cancellazione, non sono più in grado, per le loro debolezze interne, che hanno coltivato e ricercato da masochisti quali sono, di guidare il mondo e la conferma è arrivata a stretto giro di posta dal fallimento della cosiddetta conferenza di pace sull'Ucraina, convocata in Svizzera, senza invitare uno dei belligeranti, la Russia e che ha visto i governi che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale, dissociarsi o non firmare la risoluzione finale.

Non solo, infatti, erano assenti Russia e Cina, ma non hanno firmato Messico, Brasile, Sud Africa, India, Arabia Saudita.

Come ha quindi scritto Marcello Veneziani nel suo editoriale di ieri ne La Verità "la Meloni ci sembrava giganteggiare nel suo pur dichiarato e vistoso nanismo. Lei, la parvenu, l’ultima arrivata, la camerata della Garbatella, ha un piglio, una padronanza affabile e perfino un abbozzo di strategia e buon senso che gli altri non hanno. Una donna fortunata come nessuno mai: non è mai capitato a un presidente italiano di avere partner internazionali così malvisti e scalcagnati come quelli che si sono trovati a Borgo Egnazia, dopo aver avuto a livello interno avversari politici ma anche alleati e concorrenti così modesti. È lei la numero uno in campo, per squalifica di tutti gli altri concorrenti. Sarà modesto pure il suo governo, modesto il suo partito, ma guardatevi intorno prima di giudicare; la politica è sempre un paragone, vale la pubblicità comparativa. Lei ha trionfato, la compagnia di giro ha toppato.".

Teniamoci stretta la Meloni, dunque, con le sue lentezze, i suoi compromessi, i suoi tempi, alcune sue scelte (come l'appoggio a Zelensky) che non piacciono alla maggioranza di noi, almeno finchè non dovesse emergere un condottiero che possa riscattare la nostra Civiltà, la nostra Storia, la nostra Cultura, oggi calpestate accantonate, per pavidità e ignoranza, da coloro che dovrebbero esserne gli orgogliosi eredi.

16 giugno 2024

Piazzate sinistre

Ho letto della manifestazione di ieri in Francia, di quella degli omosessuali a Roma e della prossima manifestazione di piazza dei cattocomunisti e grillini italiani.

Le tre manifestazioni sono espressione di un modo di fare politica prevaricatore, che non riconosce il diritto dei singoli di votare per una maggioranza diversa da quella gradita ai cattocomunisti e che, poi, agisca in base al mandato ricevuto.

In Francia la manifestazione era contro l'avanzata elettorale del partito Nazionalista della Le Pen che è diventato il primo partito non per qualche giochino sporco elaborato nei palazzi, ma per il libero voto dei cittadini, stanchi della totale incapacità di centro e sinistra di fornire delle risposte adeguate alle esigenze materiali e morali dei francesi.

La riprova è dato dallo svuotamento del partito gollista, ridotto, alle europee, all'8%, cioè alla irrilevanza, soprattutto con il sistema elettorale vigente in Francia che penalizza i partiti piccoli.

La canea rossa ha un solo obiettivo: impedire alla Destra di governare e, probabilmente, ancora una volta, forse l'ultima, ci riuscirà perchè i numeri sono tali per cui la somma di tutti quelli a sinistra della Le Pen, compresi una parte dei gollisti in lite interna, è maggiore della somma della Destra, compresi i gollisti favorevoli al Centro Destra e l'ala di Zemmour.

Resta solo l'incognita di come reagiranno elettori di centro ad essere imbarcati e magari ricevere l'indicazione di votare per un invasato verde o comunista.

Il risultato sarà la prosecuzione di una politica fallimentare, disperatamente aggrappata ad una idea di Europa che ottiene sempre meno adesioni popolari.

Analogamente la Schlein cerca di sommare tutte le opposizioni, a prescindere da differenze che sono molto più profonde di quelle che esistono tra i partiti del Centro Destra.

E anche mettendole tutte assieme, in base ai dati delle europee, raggiunge appena la stessa percentuale (di poco sotto il 48%) del Centro Destra e si deve conteggiare nello stesso calderone l'elettore di Renzi e Calenda, con quello di Grillo, Bonanni e Fratoianni.

Le provocazioni di alcuni parlamentari e la manifestazione con gli ululati che ascolteremo martedì contro il premierato e l'autonomia differenziata, rappresentano l'ennesimo atto di arroganza dei notabili degli affari e della finanza italiana che, attraverso il loro braccio armato politico rappresentato dai cattocomunisti e dai grillini, cercano di impedire che l'Italia divenga una nazione virtuosa, ben governata e, soprattutto, con una stabilità di governo che vada oltre sporadici successi elettorali.

Ma, soprattutto, pretenderebbero che il Centro Destra buttasse nel cestino un programma, che comprendeva premierato e autonomia differenziata, sul quale ha ottenuto la maggioranza.

Leggermente differente la sguaiata, periodica manifestazione degli omosessuali.

Chiedono "diritti" come se non ne avessero già abbastanza, ma potrebbe anche essere accettabile che una categoria rivendichi maggior privilegi dei tanti che già ha, quello che non è accettabile è che pretendano di mettere il bavaglio, con leggi repressive della libera opinione, a chi si oppone loro, a chi si esprime contro di loro con gli stessi termini con i quali loro si oppongono ai Valori della nostra Tradizione.

Il filo conduttore delle tre manifestazione è però lo stesso: calpestare il diritto dei singoli ad avere delle idee, a manifestare delle opinioni, a votare i partiti che si contrappongono e cercano di impedire la deriva rappresentata da chi organizza quelle manifestazioni.

Un atteggiamento illiberale, antidemocratico, in una parola, un atteggiamento comunista.

15 giugno 2024

L'Occidente senza guida



Le immagini del G7 hanno fornito una indicazione sullo stato di salute del mondo e, in particolare, dell'Occidente.

E non sono notizie confortanti.

Di sette leaders, uno solo, Giorgia Meloni, ha la certezza politica di esserci anche il prossimo anno e quelli a venire almeno fino al 2027, gli altri sono fortemente in bilico se non con un piede o due fuori dal potere o, addirittura, nella tomba.

Quel che preoccupa maggiormente è Joe Biden, che si è visto perso in mondo tutto suo, avulso dal cameratismo che contraddistingue, nonostante le profonde differenze culturali, ideali, valoriali e di carattere, tali incontri.

E preoccupa Biden perchè, volenti o nolenti, dal 1945 il presidente degli Stati Uniti porta anche il cappello di leader del mondo occidentale e quando il presidente Usa è debole (come con l'ultimo Roosevelt, Carter, Obama e adesso con Biden) i nostri nemici, i nemici della nostra Civiltà, conquistano terreno.

Ho letto un commento che probabilmente ha colto nel segno.

Considerando che Trump è dato vincente anche nei sondaggi, non vorrei che Biden fosse puntellato per consentirgli di arrivare a ridosso del voto e, quindi, con un "tragico evento" capitalizzare a favore della sua candidatura l'onda emozionale che sicuramente in quei bambinoni degli americani, sposterà l'esito delle elezioni.

Già ora è probabile che la linea degli Stati Uniti sia impressa non dal presidente, ma dalla cerchia della burocrazia, degli affari, militare che circonda sempre ogni leader e cerca di influenzarne le decisioni.

Quando un leader è forte e in salute, allora quella cerchia risulta utile per fornire suggerimenti, proposte, idee, che lui poi valuta per fornire le indicazioni operative.

Così faceva Reagan.

Ma quando un leader è debole, insicuro, ignorante, allora ha paura, fa repentine marce indietro, come fece Carter dando l'ordine di ritirata, alla prima difficoltà, nel 1979 al commando che avrebbe dovuto liberare gli ostaggi dell'ambasciata a Teheran.

E Biden somiglia tanto a Carter.

E se mai, una volta rieletto, a giurare da presidente fosse la sua vice, non ci sarebbe molta differenza, considerata la conclamata imbarazzante incapacità della Harris a gestire i problemi che si trova di fronte, sarebbe sempre il cosiddetto Deep State a comandare.

Non manca molto a novembre, quindi, forse, non subiremo troppi danni dall'assenza di leadership, anche perchè, fortuna vuole che i presidenti inglese, tedesco e francese siano, politicamente questa volta, nelle stesse condizioni di salute di Biden e che il G7 abbia consacrato Giorgia Meloni come il leader trainante, propositivo, dandoci quindi un minimo di garanzie sulla difesa dei nostri Valori.

Come emerge dal comunicato finale dove risulta annacquata la deriva verso gli omosessuli e l'aborto, con una formulazione di compromesso che, comunque la si voglia vedere, rappresenta una inversione di tendenza rispetto al passato.

Resta comunque necessario che, per la potenza,non solo militare, che è in grado di mettere in campo, l'Occidente recuperi presto la sua guida americana, nel pieno delle sue funzioni e delle sue capacità personali e politiche.

13 giugno 2024

Il G7 del Centro Destra

E' destino che il battesimo per i nuovi governi di Centro Destra sia dato dal G7.

Fu così per Berlusconi nel 1994 (le sinistre lo boicottarono, con grande spirito nazionale, con l'invio di un avviso di garanzia), nel 2001 con il famigerato G7 di Genova quando le sinistre, con lo stesso spirito rivolto a tutelare l'interesse nazionale, scatenarono la piazza violenta degli estremisti, quindi nel 2009 con Berlusconi che ne fece uno strumento per attirare aiuti per la ricostruzione del dopo terremoto.

Anche Giorgia Meloni ha quindi il battesimo del suo G7, al quale arriva sicuramente in una posizione molto più forte di quella che aveva Berlusconi nelle sue tre esperienze.

Il nostro attuale Presidente del Consiglio, infatti, è, forse assieme al Primo Ministro giapponese, l'unico tra i sette grandi ad essere pienamente in sella, con una maggioranza confermata solo quattro giorni fa dalle elezioni europee e ben solida nei numeri al parlamento italiano, tanto da poter superare la solita manfrina cattocomunista e grillina sempre alla ricerca di un modo per danneggiare gli interessi nazionali, come si è visto ieri dalla sceneggiata in parlamento e successive, pilotate, dichiarazioni.

A questo G7 arrivano infatti cinque primi ministri o presidenti su sette molto acciaccati e in bilico.

Macron e Scholz sono stati bastonati dagli elettori e rischiano fortemente l'irrilevanza perchè parlano a nome di una esigua minoranza della loro nazione.

Trudeau è a capo di un governo di minoranza, dopo aver dilapidato, soprattutto con una gestione ferocemente repressiva la questione covid, il grande margine che gli derivava dal ricordo di suo padre.

Sunak è in procinto di essere cacciato dagli Inglesi con il voto di luglio, mentre analoga sorte potrebbe capitare all'imbalsamato Biden che dimostra ben più dei suoi 81 anni.

E' ormai noto che la Meloni è una "secchiona" che si prepara puntigliosamente sugli aegomenti in discussione e che, grazie alla conoscenza di più lingue, è in grado di interloquire correntemente e direttamente con numerosi capi di stato e di governo.

Il successo di questi vertici non si misura nell'immediato, ma nel raccolto successivo.

La Meloni, in meno di due anni di governo, è riuscita ad accreditarsi sia sul piano personale che politico, senza rinunciare alla sua storia emblematicamente rappresentata dalla permanenza della Fiamma Tricolore nel simbolo dei partito.

A fronte di un vertice in cui il ruolo dell'Italia potrebbe avere (e avrà) un posto di primo piano, abbiamo una sinistra che, indefessamente, prosegue con i suoi tentativi di sgambettare ogni tentativo ed ogni azione finalizzata a far prendere il volo alla nostra nazione.

Abbiamo votato la Meloni e il Centro Destra proprio per rimandarli a cuccia ed è quel che ci aspettiamo accada.


12 giugno 2024

Un Grande Italiano


Un anno fa moriva Silvio Berlusconi, il Cavaliere.

La sua storia imprenditoriale e politica è nota e raccontata in tutte le salse e in tutte le versioni, resta il fatto incontrovertibile che Silvio Berlusconi resterà nei libri di Storia con capitoli a lui dedicati.

Berlusconi, per me, fu la zattera di salvataggio dell'Italia quando, nel 1994, tutto aveva complottato perchè fosse consegnata ai comunisti di Ochetto con la sua "gioiosa macchina da guerra".

La "discesa in campo" del Cav, non solo impedì la vittoria di Ochetto, ma mandò in archivio la conventio ad excludendum che, dal 1948, aveva decretato l'ostracismo al Movimento Sociale Italiano.

La sinistra, in tutte le sue componenti, non perdonò mai a Berlusconi sia la vittoria elettorale del 1994, che il rientro nel gioco politico di quel 6% di elettorato congelato nell'Msi.

E gliela fecero pagare costellando la sua vita politica di processi e aggressioni giudiziarie.

Sul finire della sua vita, forse fiaccato da tutte le persecuzioni subite, sicuramente mal consigliato, ebbe alcuni sbandamenti che decretarono una forte emorragia elettorale del suo partito.

Un partito che personalmente non ho mai votato, anche se ho sempre votato le coalizioni che presentavano il Cav come candidato alla presidenza del consiglio.

Ma Berlusconi il suo contributo lo aveva già dato, costruendo e quindi, nel corso degli anni, favorendo la sintonia di una Coalizione che è vincente, perchè non è improvvisata, ha Valori comuni, ha una base elettorale attenta, che non soprassiede agli errori, ma che le è fedele anche quando deve scegliere, al suo interno, un partito differente da quello votato in precedenza.

Grazie a Berlusconi sono potuti crescere Salvini e la Meloni, che si sono succeduti nella guida della Coalizione, in base al principio voluto dal Cav della leadership affidata al capo del partito più votato.

Senza Berlusconi non ci sarebbe oggi la Meloni a Palazzo Chigi e non ci sarebbero state le due vittorie elettorali del 22 settembre 2022 e dell'8 e 9 giugno 2024.

I suoi meriti sono ben al di sopra dei suoi sbandamenti finali che, però, non hanno mai portato il Cav ad abbandonare la Coalizione di Centro Destra come, invece, hanno fatto alcuni, tradendo non tanto le loro Idee,che evidentemente non avevano o non erano particolarmente sentite, quanto soprattutto il loro Elettori, dai quali poi sono stati meritatamente puniti.

Berlusconi viene oggi ricordato con affetto e riconoscenza e avrà sempre un posto nel Pantheon della Coalizione di Centro Destra.

11 giugno 2024

Ma quanti sono i consigliori della Meloni ?


I commenti del dopo voto hanno messo in luce che in Italia ci sono legioni di consiglieri politici, almeno tanti quanti sono i commissari tecnici della Nazionale.

Professori universitari, giornalisti, attori, cantanti, sindacalisti, preti, tutti che, a favore di telecamera, la stessa che li aveva visti fare propaganda per i cattocomunisti, adesso dicono cosa dovrà fare la Meloni.

Non potendo parlare di sconfitta nè della Meloni, nè del Centro Destra, si stanno ritagliando un ruolo da "consigliori", indifferenti alla pena che spetterà loro nell'ottava bolgia dantesca.

E' opportuno pertanto ricordare che Giorgia Meloni, nonostante la giovane età, ha una solida esperienza politica, iniziata con la militanza studentesca a 15 anni e quindi proseguita, lungo tutto il cursus honorum di un Politico di razza, nel Fronte della Gioventù (di cui fu segretario), nelle assemblee elettive locali, in parlamento (vicepresidente della Camera a 29 anni), al Governo (quasi quattro anni da Ministro con Berlusconi), prima di fondare Fratelli d'Italia, guidando il partito nel risollevare la comunità della Destra italiana dispersa per colpa di Fini, fino all'ingresso a Palazzo Chigi e la vittoria alle europee dopo quasi due anni di governo.

E la Meloni ha l'intelligenza di circondarsi non di parvenu della politica o "dotti e sapienti" (o presunti tali ...) che, poi, alla prova dei fatti cadono miseramente come è capitato a Monti e Draghi, ma di altre persone che, come lei, sono partite dalla militanza di base.

Non ha bisogno di consigli, soprattutto non di consigli interessati provenienti da chi ha, come obiettivo, non quello di aiutare, ma quello di sgambettare.

Ma è giusto che ascolti gli amici, gli elettori, che esprimono e manifestano le loro aspettative e speranze, senza toni ultimativi.

Ed è con tale spirito che auspico che la Meloni riesca a costituire quel grande gruppo di Destra al parlamento europeo, unendo, se non materialmente (forse la tattica può consigliare di lasciare gruppi separati e magari di costituirne un terzo che accolga le formazioni che per i cattocomunisti sono impresentabili - come l'Afd tedesca o gli eredi di Alba Dorata greca - ma che, votati ed eletti, hanno ogni diritto, pari agli altri e anche superiori a quanti, magari, fanno eleggere persone sotto processo per reati contro la persona) tutte le forze che osteggiano le tre categorie che dovranno formare oggetto di pesante revisione nei prossimi cinque anni:

- immigrazione, per contrastare l'arrivo dei clandestini sulle coste europee;

- transizione verde, per revocare le misure draconiane e costose che la passata legislatura ha imposto;

- recupero delle Sovranità Nazionali, per trasformare l'Europa dei burocrati, degli affari, della finanza, nell'Europa dei Popoli e delle Nazioni.

La Verità oggi pubblica un prospetto della rappresentanza dei vari gruppi e il gruppo della Meloni, Ecr, avrebbe 73 seggi, mentre quello della Le Pen e di Salvini, Id, 58.

Assieme arriverebbero a 131, cui potrebbero facilmente aggiungersi una buona parte dei ben cento parlamentari da gruppo misto o non iscritti, a cominciare da Afd e Fidesz, il partito di Orban, facendo sfiorare i 200 parlamentari che, uniti ai 186 del ppe, consentirebbero di avere la maggioranza.

Sì, perchè (purtroppo) a decidere, ad avere il pallino in mano, è il partito popolare europeo, quello della Von der Leyen, della Metsola, di Weber, al quale spetta, inevitabilmente, il posto di presidente della commissione.

E se anche personalmente non mi fido dei popolari, gli Elettori europei hanno dato loro in mano la briscola più alta e dobbiamo non solo prenderne atto, ma anche tenerlo in debito conto.

Sarebbe contro l'interesse di un cambio della maggioranza che guida l'Europa, porre veti su questo o quel candidato popolare, così come non sono accettabili veti nei confronti di questo o quel partito di destra, anche radicale o "estrema" come piace dire ai cattocomunisti, che è in parlamento perchè votato e quindi legittimato a rappresentare una parte della popolazione.

Non dubito che la Meloni, considerando anche la composizione del Consiglio, cioè l'organo che comprende tutti i leaders dei 27 stati dell'unione, saprà indirizzarsi verso il comportamento e le scelte più pragmatiche, nel perseguire, come ripete spesso, come sua Stella Polare l'Interesse Nazionale e lungo il filo della coerenza che ha contraddistinto il suo cammino politico.

10 giugno 2024

Giorgia, regina d'Europa

Ho ascoltato e letto vari commenti.

Sono sempre più disgustato dalla radio pubblica che ha affidato a Giorgio Zanchini i commenti, sempre e costantemente a senso unico, come pure gran parte dei vocali degli ascoltatori mandati in onda.

Disgustato ma anche rassicurato dal fatto che noi Italiani non ci facciamo menare per il naso dagli "esperti", da nani e ballerine che fanno propaganda elettorale e neppure da vescovi schierati sul palco ad arringare la folla il 25 aprile e il primo maggio, per poi esprimere preoccupazione per il premierato e invitare a votare i partiti favorevoli all'inclusione dei clandestini.

Non ci facciamo menare per il naso e lo abbiamo dimostrato già due volte, il 25 settembre 2022 e ieri, quando, scornando e rendendo sempre più biliosi i parrucconi della stampa ossequiente al potere affaristico e finanziario che sostiene i cattocomunisti, abbiamo votato per il Centro Destra.

E lo votiamo nonostante l'artiglieria pesante schierata per supportare i cattocomunisti: sindacati, giornali, radio, televisioni, nani, ballerine, preti, inchiese che culminano ad un mese dal voto, che non solo non ci hanno convinto a cambiare bandiera, ma, al contrario, ci hanno convinto ad andare a votare anche se non tutto quello che fanno i nostri rappresentanti ci convince.

Pensiamo un attimo quanto sarebbe ampio il margine se avessimo una stampa imparziale; una magistratura che si occupa non delle inchieste da riflettori ma di punire clandestini, rapinatori, ladri; preti che si preoccupano della nostra anima e non del premierato; sindacati che difendessero il diritto al lavoro (anche senza punture) e che sottoscrivessero contratti per aumentare gli stipendi, cantanti e attori che si limitassero a fare il loro lavoro e non si credessero capi popolo.

Detto ciò cosa mi dice il voto ?

Astensione alta, ma è nella logica delle democrazie consolidate.

E' legittimo non votare, come votare.

Ognuno è responsabile delle sue azioni e poi valuterà se ha fatto bene o male (non pubblicamente, perchè tanto in pubblico nessuno di noi ammetterà mai di aver sbagliato).

Il Centro Destra non solo conferma, ma aumenta il consenso passando dal 44% del 2022 ad oltre il 47% di ieri, pareggiando la somma di tutte le liste di opposizione presenti in parlamento (semmai fossero in grado di mettersi assieme senza defezioni, da Renzi e Calenda sino a Fratoianni e Conte).

Tutte e tre le liste del Centro Destra aumentano la loro percentuale, Fratelli d'Italia di più, beneficiando dell'effetto Palazzo Chigi detenuto con Giorgia, ma che tutte e tre le liste aumentino elimina ogni possibile ruggine e garantisce un cammino sicuro al Governo.

Poi sappiamo tutti che soprattutto l'elettorato della Lega (nella quale il Generale Vannacci, con tutte le preferenze che ha avuto probabilmente salvando Salvini da un calo che avrebbe scatenato gli orfani di Bossi, si candida a diventare uno dei principali azionisti) e di Fratelli d'Italia, è sovrapponibile e possono essere piccole o grandi scelte a spostare, anche sensibilmente, il voto tra i due partiti.

Forza Italia sembra superare la mancanza del Cav e insidia il terzo posto dei grillini, anche se, pur avendo fiducia in Tajani, non ho alcuna fiducia nel ppe di cui FI è parte.

A sinistra il pd, dando soddisfazione, quasi integrale, ai miei auspici, massacra Renzi, la Bonino e Calenda lasciandoli fuori dal parlamento europeo e si riprende i voti andati in libera uscita ai grillini, sprofondati sotto il 10% nel loro percorso, senza soste, verso la scomparsa (dal 27% delle politiche 2013 e 33% 2018, al 17% delle europee 2019, al 16% delle politiche 2022 all'odierno 9,9%).

Purtroppo, come già durante la prima repubblica, insiste uno zoccolo di estremisti di sinistra che hanno consentito l'elezione con Avs di quella Salis sotto processo a Budapest per reati contro la persona.

Ma non si può avere tutto.

Nelle altre nazioni basta leggere i risultati,anche senza perdersi nei cerebrali commenti degli "esperti".

La Destra, nelle sue varie espressioni, avanza, anche se la Von der Leyen, cantando vittoria grazie al suo partito che si era opportunamente riposizionato verso destra (ripetendo un ateggiamento in Italia già seguito dalla DC che prendeva voti a destra per poi usarli a sinistra), ripropone la sua vecchia maggioranza con socialisti e liberali, magari puntellata dai verdi.

E quella maggioranza sarebbe ancora nei numeri di un parlamento che, però, non ha i poteri di un parlamento sovrano.

E' un parlamento che può interdire, ostacolare, bocciare, proporre, ma non decidere in solitaria maggioranza.

Dovrà vedersela con un consiglio, composto dai capi di stato e di governo, dove siederanno leaders ammaccati o disarcionati e dove, e qui sta la conseguenza più importante del voto, l'unico Primo Ministro/Presidente vincente in patria e nei numeri della propria coalizione europea, è Giorgia Meloni.

Se prima Macron e Scholz, con la proverbiale supponenza e arroganza che contraddistingue francesi e tedeschi, riuscivano a farla da padroni, anche aggregando come compiacenti sudditi, i loro omologhi di alcuni stati minori, adesso il Presidente in sella dei tre grandi stati fondatori, l'unico, è Giorgia Meloni e sarà lei a poter diventare polo di aggregazione per le nazioni più piccole.

E' una situazione che potrebbe rafforzarsi, nonostante quella che sarebbe una inevitabile competizione, se il 30 giugno e il 7 luglio la Francia desse a Marine Le Pen le chiavi del parlamento francese e quindi nel consiglio europeo andrebbe a sedersi Bardella, dando più forza alle istanze nazionaliste, anti immigrazioniste e contrarie alla follia verde.

E ricordando che ogni risultato elettorale non è mai per sempre, possiamo comunque guardare al nostro futuro con un pizzico di ottimismo in più rispetto a prima del voto.


09 giugno 2024

Il mandato della mia "Decima"

Non sono passati due giorni dalla decisione della BCE di ridurre, come previsto, il tasso dello 0,25, che la Lagarde straparla, come spesso le è accaduto in passato, con conseguenti danni alle borse, "ammonendo" che l'inflazione è ancora alta e che non è automatico procedere a breve verso ulteriori riduzioni.

Vedremo le conseguenze lunedì delle sue parole, anche se vorrei sperare che, visti i precedenti, siano considerate meno di una volta, soprattutto se dalle urne dovesse emergere un forte spostamento a destra dell'asse del parlamento europeo.

Ma la Lagarde incarna simbolicamente il Male rappresentato da una struttura sovranazionale che impone le sue visioni sugli stati nazionali, danneggiando i rispettivi Popoli.

Senza la BCE, nessuno si preoccuperebbe dello spread, sarebbe la Banca d'Italia a determinare i tassi in base alle esigenze della sola Italia e sarebbe il nostro stato a stampare moneta.

Senza la BCE l'Italia potrebbe agire come fanno negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone e persino in Russia dove sono stati in grado di assorbire le sanzioni.

Soprattutto senza la ue e senza tutte le ragnatele sovranazionali costruite da Bruxelles proprio per imbrigliare le capacità nazionali, non dovremmo preoccuparci del "patto di stabilità" che se pone un traguardo più che condivisibile (la riduzione del debito pubblico e, in prospettiva,il pareggio di bilancio) volendo imporre regole e sanzioni nei confronti di chi, ad avviso di qualche commissario che si crede unto dal Signore, non seguirebbe una strada virtuosa.

Annullare le differenze, che esistono !, tra le Nazioni e quindi tra le politiche nazionali, si pretende di dare soluzioni uniche a situazioni differenti.

Il mio personale mandato affidato alla "Decima" che ho convintamente apposto poco fa al seggio elettorale, è quello non tanto di cancellare la ue, quanto di riportarla in un alveo meno invasivo, in cui possa esistere come mercato comune, all'interno del quale vigano poche leggi di rispetto della concorrenza e della circolazione delle meri e delle persone, ma che non intervenga, non limiti, non abbia potere sanzionatorio nei confronti delle Nazioni e dei Popoli europei.

Perchè l'approccio alle cosiddette "istituzioni" europee deve essere lo stesso che si ha nei confronti dei magistrati quando interferiscono nelle scelte della Politica: l'unico giudice è il Popolo Sovrano che esercita la sua potestà con il voto.

Se l'azione di un governo è gradita, verrà confermato, se non lo fosse, verrebbe sostituito, ma sempre per scelta popolare.

Perchè solo un governo nazionale può comprendere e rispondere alle necessità del suo Popolo.

08 giugno 2024

Ma i pacifinti stanno con il guerrafondaio Macron ?

C'è un paradosso che pervade questo momento storico.

Gli antichi pacifinti, quelli che "meglio rossi che morti" nel 1984, eredi dei figli dei fiori contrari alla guerra del Vietnam negli anni sessanta (e quella sconfitta ha prolungato di anni tutte le guerre nel mondo perchè, prima di crollare, il regime comunista sovietico ha cercato di replicare il Vietnam in ogni continente), genitori dei pacifinti che, a cavallo del novo millennio, avrebbero regalato a Saddam anche l'Arabia Saudita dopo l'occupazione del Kuwait e ad Osama Bin Laden l'immunità per bombardare e che spiegavano le bandiere arcobaleno alle finestre invece del Tricolore a sostegno dei nostri soldati impegnati in Iraq e Afghanistan, ebbene, quei pacifinti oggi stanno con Macron che vuole fare la guerra alla Russia ?

Perchè la reazione isterica di tutto l'ambaradan cattocomunista e grillino alle dichiarazioni di Salvini contro il francese che ha troppa voglia di menare le mani, direbbero che quei pacifinti erano proprio finti pacifisti e che quelli che, veramente, vogliono la pace, siamo noi che non traduciamo "pace" con "sottomissione".

I 21 anni in cui ho scritto questo blog stanno a testimoniare che sono tutt'altro che favorevole a disarmi, acquiescenze, a subire senza reagire, a rinunciare a ritorsioni magari porgendo l'altra guancia e, concettualmente, non condivido l'interpretazione data all'art. 11 della costituzione del 1948 perchè, per me, affermare che la guerra non è uno strumento di risoluzione dei conflitti tra stati, non significa rinunciare all'uso delle armi e della forza militare a difesa dei nostri interessi e non solo a difesa dei nostri confini.

Eppure, oggi, mi trovo dalla parte di chi è contrario all'invio di armi in Ucraina, figuriamoci all'invio di soldati, con una posizione diametralmente opposta a quella di Macron che, come fanno i francesi da Waterloo in poi, fanno i prepotenti, partono con grandi fanfare, perdono e poi supplicano Inglesi e Americani di tirarli fuori dai guai, salvo poi, quando Inglesi e Americani hanno vinto anche per loro, sedersi con arroganza al tavolo dei vincitori e ricominciare tutto da capo.

Beh, io sono Italiano, non ho alcuna fiducia nei francesi (e neppure nei tedeschi, se per quello ...) e non voglio che i nostri giovani si immolino per Kiev.

Per cui ha ragione Salvini con il suo fuoco di sbarramento alle folli fughe in avanti di Macron che, dopo aver perso l'Africa, erede di coloro che hanno regalato l'Indocina ai comunisti negli anni cinquanta e sessanta, oggi vuole incendiare l'Europa.

E se i pacifinti non fossero, per l'appunto, paci ... finti, applaudirebbero Salvini e non le critiche che gli vengono mosse.


07 giugno 2024

Caccia ai nostri soldi

Ieri ho sentito una allucinante dichiarazione della Schlein che si lamentava perchè solo una minima parte dei quattrocentomila che hanno richiesto il "bonus psicologo" sarebbe stata accontentata e, a seguire, pretendeva che venissero immessi nella sanità pubblica i quattro miliardi destinati alla riforma dell'irpef, cioè alla riduzione delle tasse per tutti noi.

Personalmente il "buono psicologo" non l'avrei mai neanche attivato.

Se uno vuole parlare con uno sconosciuto perchè tutto il giorno, invece di coltivare rapporti personali, resta incollato ad un telefono cellulare, beh, se lo paghi lui, non vedo perchè devo pagarglielo io che, tra l'altro, non credo al ruolo dello psicologo se non in frangenti particolarmenti dolorosi e debilitanti.

Ma, tutto sommato, quello che è stato messo sul piatto è solo una minima parte di quel che ci costa la sanità pubblica.

La Meloni, davanti agli attacchi della sinistra, ricorda che il suo Governo è quello che ha messo più denaro (134 miliardi) nella sanità pubblica.

Ed è vero.

Ho il solo dubbio che siano soldi spesi bene e non invece, un tassello di un meccanismo infernale e vizioso, assieme alle spese per l'istruzione pubblica e i dipendenti pubblici, che ci inchioda ad un debito crescente.

I politici di sinistra non prendono neanche in considerazione l'ipotesi di tagliare le spese, ridurre poco alla volta e progressivamente sempre più, la spesa pubblica (nel suo complesso) per lasciare più denaro nelle tasche degli Italiani così che ognuno possa spenderlo come gli pare.

Se uno vuole spenderlo in sedute dallo psicologo, libero di farlo, se un altro preferisce acquistare automobili elettriche, libero di farlo, se vuole ristrutturare casa, libero di farlo, ma lo facciano con i soldi loro, non con i miei.

E' evidente che la privatizzazione della sanità, dell'istruzione, dell'apparato del pubblico impiego, cioè dei tre maggiori costi del nostro bilancio (assieme alle pensioni, ma quelle stanno progressivamente passando ad un contributivo integrale, quindi sono già soldi nostri, in precedenza prelevati, ciò non toglie che sarebbe doveroso spingere per il passaggio dalla pensione pubblica ad una pensione integralmente e non solo integrativa, privata, fondata sui contributi individuali liberamente scelti e non imposti) ha come virtuosa contropartita la progressiva riduzione della pressione fiscale.

Capisco che i cattocomunisti, abituati a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per ogni flatulenza politicamente corretta, siano contrari, ma dal Centro Destra mi aspetterei che, invece di rincorrere la sinistra nell'aumentare la spesa pubblica, si proceda al taglio delle spese, a cominciare dalla rai e dai contributi e agevolazioni ai giornali, con il contestuale taglio delle tasse per tutti.

Rovesciare il soviet dirigista che occupa Bruxelles, aiuterebbe ad adottare una politica economica più liberale.

06 giugno 2024

Una "Decima" da apporre con oculatezza


Ultimo giorno di campagna elettorale e ascolteremo un diluvio di parole, che ci saranno riproposte anche domani da stampa, radio e telegiornali, per poi andare sulle abituali note di colore sui leaders al voto e, finalmente, lunedì conosceremo l'esito del voto, l'unico che abbia valore perchè Sovrano è il Popolo e non l'unione europea con tutta la sua corte di burocrati troppo remunerati.

E poi si ricomincia con una campagna elettorale permanente anche se il prossimo voto significativo sarà solo nel 2027.

I sondaggi sono imbavagliati e quindi non mi resta che esprimere i miei auspici.

Fratelli d'Italia (con la Meloni capolista in tutte le circoscrizioni) e Lega (con il Generale Vannacci candidato in tutte le circoscrizioni) sono le uniche scelte possibili per apporre la nostra personale Decima sulla scheda.

Un vero peccato che ci sia un proporzionale per liste, perchè si è caratterizzata una candidatura, come quella del Generale Vannacci, che avrebbe dovuto essere comune al Centro Destra o, almeno, ai partiti nazionalisti del Centro Destra e, invece, ha dovuto schierarsi e cingersi con la bandiera della Lega.

La Meloni e Salvini non hanno sbagliato nulla, a differenza di quanto accadde tra il 2021 e il 2022 quando Salvini sbagliò sia ad entrare nel governo Draghi con i cattocomunisti, sia a votare per la rielezione di Mattarella.

Errori che la Meloni non fece e che, commessi da Salvini cui va il merito di averli riconosciuti, la lanciarono ad un successo meritato.

Oggi, dunque, i due voti, per varie ragioni, si equivalgono e il dato dei due partiti nazionalisti dovrebbe essere preso in considerazione accorpato e non diviso, perchè chi voterà Lega con preferenza Vannacci non vuole la sconfitta di Fratelli d'Italia e non sfiducia la Meloni così come chi voterà per la Meloni non esprime un voto contro Vannacci e Salvini.

E' solo una scelta obbligata, necessaria, quasi da monetina.

Nella Coalizione c'è anche una rivitalizzata Forza Italia, ben guidata da Tajani ma con un peccato originale che la rende invotabile: la sua collocazione europea con i popolari, cioè il partito fondamentale per ogni maggioranza, il partito di maggioranza relativo, ma anche il partito più inaffidabile, pendolo, a seconda delle personali convenienze (probabilmente in base a ciò che viene offerto dagli altri), tra il forno nazionalista e quello socialcomunista e verde.

L'esito del voto non sarà senza conseguenze per noi cittadini, perchè a seconda delle maggioranze che potranno essere formate dalla composizione dei seggi, saranno riviste le politiche guerrafondaie, quelle verdi e quelle dirigiste, allentando il cappio messo al collo dei Popoli e delle Nazioni europee dal soviet di Bruxelles, oppure quelle politiche diventeranno ancora più soffocanti e uccideranno la nostra economia, la nostra società e, in ultimo, la nostra Libertà.

Non mi dispiacerebbe una chiarificazione del quadro politico, anche se dovesse passare attraverso un successo del pd che drenasse voti dal movimento cinque stelle e dalle liste messe in piedi da Renzi/Bonino, Calenda, Fratoianni/Bonelli.

Una ulteriore perdita di consensi per i grillini sarebbe benefica per l'Italia, anche se ne beneficiasse il pd e segnerebbe un nuovo passo di quel movimento più dannoso che inutile verso la meritata estinzione.

Ugualmente, anche se ciò dovesse comportare un ulteriore aumento del pd, sarebbe benefico il mancato raggiungimento del quorum per le liste di Renzi/Bonino, Calenda, Fratoianni/Bonelli, che non scompariranno, ma verrebbero confinati in una tribuna di rappresentanza solo italiana, anche perchè le proposte che esprimano trovano già ampia cittadinanza un po' in tutti i partiti maggiori e, soprattutto, in Forza Italia e nel pd.

Solitamente questi pipponi si concludono nei giornali con un invito comunque ad andare a votare.

Invece no, anche l'astensione è legittima, come pure il voto alle liste non in grado di raggiungere il quorum, monotematiche o di coalizioni ibride (e da brividi), anche se personalmente ritengo l'Aventino una scelta sbagliata, sbagliatissima che, se fatta da un potenziale elettore cattocomunista, renderebbe il mio voto più pesante, ma se fatta da un potenziale elettore, anche tappandosi il naso e la bocca, di Fratelli d'Italia e della Lega favorirebbe la riedizione della "maggioranza Ursula" e del dirigismo sovietico che ci costerà miliardi in tasse "verdi".

L'elettore è quindi pienamente legittimato ad astenersi, però, dopo, taccia e non si lamenti, non "per sempre" ma fino alla prossima occasione elettorale.

05 giugno 2024

Toti si riscatta

Giovanni Toti da quasi un mese è agli arresti domiciliari accusato di svariate nefandezze.

Si è sottoposto ad otto ore di interrogatorio (quasi duecento domande) sui fatti lui attribuiti in 8000 pagine di documenti e 600 di ordinanza.

Sono fatti risalenti a quattro anni fa.

La richiesta di arresto era stata formulata solo nel dicembre 2023 ed eseguita a maggio 2024, ad un mese dal voto europeo.

A me Toti non è mai piaciuto, nè quando si era presentato come il barboncino di Berlusconi, nè quando, accantonato dal "circolo magico" del Cav, si fece il suo partito e neppure (e soprattutto) quando durante il Covid si schierò a spada tratta tra i più accaniti persecutori di coloro che non offrivano il braccio all'ago di Big Pharma.

Il riscatto di Toti, ai miei occhi, è avvenuto in questi giorni quando, rifiutandosi di dimettersi da Presidente della Liguria, ha affermato con grande dignità quel principio di innocenza, cardine della nostra Civiltà non solo giuridica, calpestato e disprezzato dai cattocomunisti.

Chi è accusato di qualunque cosa, è comunque innocente fino a quando non sarà riconosciuto colpevole (se mai lo sarà ...) con sentenza definitiva passata in giudicato e quindi deve poter continuare a svolgere senza ostacoli la sua attività, a maggior ragione se il suo giudice naturale è il Popolo Elettore unico a poter e dover giudicare il Toti Presidente e, quindi, unico a poterne decretare la sostituzione.

Toti è stato aiutato nel suo comportamento che rivitalizza un principio liberale e garantista, dalla coesione della Coalizione di Centro Destra che ha, compatta, respinto la mozione di sfiducia presentata dai cattocomunisti e dai grillini, che hanno dimostrato la loro bassezza nell'aggredire una persona che non poteva difendersi direttamente perchè sottoposta agli arresti domiciliari.

Un comportamento squallido, un maramaldeggiare contro un innocente, tale perchè non è stata ancora sancita la colpevolezza, neppure in primo grado, che ci conferma la assoluta assenza di Valori positivi e fattiva adesione alla Civiltà giuridica liberale, da parte della sinistra cattocomunista.

Una sinistra che non è nuova a simili bassezze, come ricordano sicuramente Francesco Storace, ministro della sanità e presidente del Lazio, accusato, rimosso e assolto; Ottaviano del Turco, presidente dell'Umbria, accusato, rimosso e assolto; Maurizio Lupi, mai indagato o accusato ma comunque rimosso, per la gravissima colpa di essere padre di un figlio che ricevette un Rolex; Nunzia De Girolamo, ministro del governo Letta, accusata, rimossa e assolta e ancora Josefa Idem, ministro del governo Letta e Federica Guidi, ministro del governo Renzi, di cui non ricordo gli esiti processuali (se mai sono arrivati ad un processo !) ma che, comunque, furono rimosse dal loro incario prima ancora che ci fosse un regolare processo, anche solo in primo grado.

A nessuno di loro è stato restituito quel che era stato tolto, nessuno ha ricevuto adeguati risarcimenti, anche perchè i tempi lunghi dei processi, non consentono di risarcire la fine di una carriera, soprattutto politica, le opportunità perse, lo stigma reputazionale.

Sono stati troppi i casi di ministri e presidenti che, eletti direttamente o, con la fiducia ad un esecutivo, indirettamente dal Popolo, si sono fatti da parte, senza ricevere gli adeguati supporti dai loro partiti, a fronte di un semplice avviso di garanzia o di una imputazione.

Toti si riscatta per i suoi comportamenti precedenti e riscatta la Politica dalla sudditanza alla magistratura che non deve esistere e non dovrà mai più esistere.

Il Centro Destra, votando contro la mozione di sfiducia dei maramaldi cattocomunisti e grillini, ha nobilitato la Politica, dando forza alla volontà di Toti di continuare a ricoprire, legittimamente, il suo incarico elettivo fino al termine del mandato o fino ad una eventuale condanna definitiva.

Si ristabilisce così, non solo il principio di innocenza come cardine del nostro ordinamento penale, ma soprattutto il Popolo Sovrano, unico titolato a giudicare l'azione di chi ha eletto ad una carica politica.

04 giugno 2024

La Meloni da manuale. La Russa, meno.


Non so se la famosa (inutile, parruccona) "giornata di riflessione" sarà dalla mezzanotte di giovedì o sarà ridotta alla mattinata del sabato, restano comunque una manciata di giorni prima del voto per il rinnovo del (nocivo) parlamento europeo.

Nel rumore di fondo, con i cattocomunisti e i grillini dimentichi di aver governato per undici anni aumentando il debito pubblico di mille miliardi, sostenuti dalla stampa prona alla narrativa delle consorterie affaristiche e finanziarie, svetta come un gigante della Politica, quella con la "P" maiuscola, Giorgia Meloni.

La chiarezza della sua esposizione e la coerenza della sua azione di governo mandano in archivio gli atteggiamenti da Re Sole di Draghi e quelli ruspanti di Conte.

E lo si capisce dall'accanimento con il quale la Meloni viene attaccata, dileggiata, criticata e, nel contempo, quanto faccia schiumare i cattocomunisti che non hanno argomenti da contrapporre ai suoi fatti.

Quindi non ci sarebbe dubbio su dove apporre la nostra personale "Decima", come direbbe il Generale Vannacci.

Purtroppo ci sono insospettabili membri del partito della Meloni che creano legittimi dubbi che non sia meglio votare Lega con preferenza Vannacci.

In principio fu Crosetto, con le sue dichiarazioni sulla guerra, poi la persecuzione contro il Generale Vannacci, quel che sorprende è che anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, sembra essersi accodato al coro cattocomunista contro il Generale Vannacci con la sua estemporanea dichiarazione sull' "effetto Vannacci" che, a suo dire, è solo nell'aver proibito di marciare al grido "Decima !" ai nostri Incursori.

Una dichiarazione che, nel mio personale borsino, fa salire le quotazioni della Lega e di Vannacci e scendere quelle di Fratelli d'Italia, nonostante la Meloni.

Una Meloni da manuale anche nella intervista di ieri a Quarta Repubblica.