Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 giugno 2024

L'Europa ha ucciso il calcio Italiano

Lo spunto è la sconfitta della Nazionale Italiana contro la Svizzera, per poi allargare a conclusioni che confermano le fondamenta antieuropeiste del sottoscritto.

Non credo che la colpa della sconfitta sia del Commissario Tecnico, come non ho nulla da imputare ai calciatori.

Il commento più pertinente che ho ascoltato è stato quello, a caldo, di Marocchi che, pur evidentemente contenuto da evidenti ordini di scuderia, ha fatto chiaramente capire che quelli messi in campo sono i migliori italiani, che Spalletti non ha ampia scelta e che l'errore sta nel fatto di far giocare troppi stranieri nelle nostre squadre.

E' proprio così.

Probabilmente per motivi di bilancio, le società calcistiche preferiscono pescare calciatori all'estero, anche per comporre le giovanili invece di creare un vivaio di Italiani e così facendo penalizzano i calciatori italiani.

Il Bologna, che è squadra di terza fascia, spesso nel corso dell'ultimo campionato ha iniziato le partite con undici stranieri in campo.

E il Bologna non è l'unica squadra a commettere tale errore.

Persino tra i portieri si comprano e si fanno giocare stranieri, quando la nostra scuola è (era) la migliore.

Ma se non si fanno giocare gli Italiani si ottengono due effetti nocivi.

Il primo è che i nostri vengono relegati a riserve, con scarso minutaggio, non fanno esperienza, non maturano, non affinano le loro doti, si demoralizzano sentendosi comunque inferiori a quelli che poi dovranno affrontare con la Nazionale.

Il secondo, forse peggiore, è che siamo noi stessi a far crescere, istruire, addestrare quelli che poi formeranno l'ossatura delle nazionali che ci fanno vedere i sorci verdi.

Pensiamo solo alla partita di ieri.

L'Italia con il troppo esaltato "blocco interista", messa sotto da una Svizzera che poteva fare affidamento sul "blocco bolognese" (Freuler, che ha pure segnato la prima rete, Aebischer e Ndoye).

C'è una sola soluzione: imporre alle squadre di calcio di giocare in Campionato con almeno otto/nove Italiani in campo.

Ma, dicono alcuni, le direttive europee, la sentenza Bosman ... ecco siamo arrivati al punto.

Il nostro calcio è stato ucciso dall'Europa, anche perchè il provincialismo cattocomunista ha imposto di andare ben oltre alle direttive europee, già di loro nocive, interpretando la solita parte di più realisti del re, in questo caso più europeisti dell'europa stessa.

Le società possano comprare tutti gli stranieri che vogliono, ma nel nostro Campionato ne possono mettere in campo solo due contemporaneamente.

Nelle giovanili il vivaio deve essere composto da ragazzi di tutte le nazionalità, ma i campionati giovanili siano giocati solo da squadre che mettano in campo almeno nove Italiani.

Se non provvediamo a difesa dell'Italianità, saremo destinati a scomparire e quello che vediamo per il calcio, si sta ripetendo in economia e in ogni settore della vita politica, sociale e civile.

A meno di riprenderci una piena Sovranità anche su quei temi.

Diversamente si ripeteranno le esclusioni dai campionati per nazionali o le precoci eliminazioni, così come si ripeteranno le imposizioni tramite direttive su politiche ambientaliste, distruttive e antieconomiche.

Non si dica, infine, che basterebbe concedere la cittadinanza.

A vedere nazionali come quella francese o quella canadese, a vedere come quei "cittadini" belgi, svedesi, norvegesi NON conoscano gli inni nzionali delle squadre per le quali giocano, si dimostra come una cittadinanza, un tratto di penna non farà mai di loro degli autentici Belgi, Francesi, Italiani ...


29 giugno 2024

Occasione storica per la destra europea

Il voto dell'8 e 9 giugno non ha ribaltato, sulla carta, la maggioranza contro natura tra popolari, socialisti e liberali che soffoca il parlamento e le istituzioni europee, però ha segnato una avanzata diffusa di tutte le forze di destra.

Se, sulla carta, la Von der Leyen otterrà i voti per raddoppiare, il suo percorso parlamentare sarà irto di ostacoli e di tranelli.

Per questa ragione la triade di maggioranza cerca di allargarsi ad altri gruppi e c'è chi punta a sinistra facendo l'occhiolino ai comunisti che sostengono le occupazioni delle case altrui e, prima ancora, ai verdi le cui proposte sono distruttive della nostra economia, mentre altri guardano a destra.

Per la destra, nelle sue varie compnenti, si apre quindi un periodo di riflessione e di importanti decisioni.

Due le strade possibili.

Supportare con i propri voti la Von der Leyen in cambio di una revisione delle devastanti normative verdi approvate nella scorsa legislatura e di un ruolo di primo piano per i commissari indicati dai (pochi) governi attualmente di destra, con il rischio, essenzialmente per la Meloni, di fare la stessa fine che fece Salvini quando decise incautamente di sostenere il governo Draghi con i cattocomunisti.

L'alternativa è costituirsi in opposizione, in parlamento, nel consiglio, nella attuazione di ogni tipo di politica, facendo ostruzionismo che potrebbe, a breve, essere ulteriormente supportato da un governo di destra in Francia, in Olanda e, il prossimo anno, anche in Germania.

Nel primo caso avremo proabilmente tre o addirittura quattro gruppi parlamentari di destra, tutti deboli, ognuno dei quali vanterebbe una sua purezza ideale e volgerebbe le sue polemiche più contro i propri vicini che contro i cattocomunisti.

Nel secondo caso si aprirebbe alla possibilità di creare un unico gruppo di nazionalisti che potrebbe arrivare, se cessassero i veti che tornano utili solo ai cattocomunisti, a superare il numero dei parlamentari popolari, diventando quindi il primo gruppo parlamentare.

Per fare questo, però, bisognerebbe accantonare ogni veto nei confronti dei propri simili, a cominciare dall'Afd, smettendo di dare importanza e seguito alle paturnie cattocomuniste come l'antisemitismo,  il saluto romano o l'antifascismo che non riempiono i nostri portafogli e non portano pane sulle nostre tavole, ma restano solo accademici ideologismi.

Sarà difficile riuscirci, ma, essendo minoranza, non dovremmo dividerci sulle sciocchezze, ma trovare un coordinamento per martellare senza pietà i vecchi parrucconi di un'europa decadente e sottomessa.

28 giugno 2024

In Europa c'è la nuova Thatcher. E' Italiana e si chiama Giorgia

Io ricordo, a fine anni settanta e per tutti gli anni ottanta, gli attacchi che la stampa cattocomunista muoveva contro il Primo Ministro Inglese Margareth Thatcher, "rea" di andare ai vertici perorando e difendendo gli interessi della sua nazione.

In quel modo, sistematicamente "isolata" secondo i geni del giornalismo nostrano, la Thatcher riuscì a risanare una nazione ripiegata su se stessa, in crisi e sfiduciata: ponendo veti, rifiutandosi di accodarsi alle scelte altrui, battendo i pugni sul tavolo.

I resoconti della notte dei lunghi coltelli di Bruxelles, mi restituiscono oggi, quarant'anni dopo, una nuova Thatcher, una che all'epoca era appena nata e quindi non può aver vissuto in diretta quelle vicende ma che, probabilmente, le ha ben apprese dalla lezione che la Storia impartisce a chiunque abbia la compiacenza di studiarla e non solo di manipolarla.

Credo che quello di ieri notte sia stao un capolavoro di Giorgia Meloni.

I cattocomunisti, pur arretrando, avevano comunque la maggioranza sulla carta del nuovo parlamento europeo ed hanno imposto i loro nomi che, però, si troveranno ad attraversare un quinquennio che per loro sarà un sanguinoso Vietnam, sia nelle riunioni di Consiglio, dove al veto dell'Ungheria potrebbe aggiungersi, in base agli argomenti, quello dell'Italia e, in futuro, anche quello dell'Olanda e della Francia, sia in parlamento dove la maggioranza sarà soggetta agli umori dei parlamentari più sensibili ai richiamo del proprio collegio elettorale che dei capi bastone del loro gruppo.

La Meloni, astenendosi sulla Von der Leyen ha teso una mano verso il PPE, imprescindibile per un eventuale cambio di maggioranza, e spetterà a questo partito, non certo un monolite, decidere se redimersi abbandonando l'alleanza contro natura con i socialisti o rischiare il dissolvimento accettando l'ingresso dei verdi nella maggioranza.

Votando contro il candidato presidente del consiglio della maggioranza sinistra, il socialista portoghese Costa e all'alto rappresentante per la politica estera, la guerrafondaia liberale estone Kallas, la Meloni si è tenuta le mani libere per porre il veto e remare contro a tutto ciò che non dovesse rientrare tra gli Interessi Nazionali Italiani.

A cominciare dalla applicazione delle politiche ambientaliste su case, auto, ripristino natura.

Certo, sarebbe stato meglio se avessimo potuto esprimere i vari presidenti, ma i cittadini europei non hanno dato la maggioranza alle forze di destra che, adesso, dovranno riorganizzarsi, anche in gruppi differenti, che però potrebbero in parlamento coordinarsi, confidando su un blocco ostruzionistico di oltre duecento parlamentari complessivo.

Per gli smemorati e gli ignoranti, ricordo che la Thatcher rimase Primo Ministro per dodici anni consecutivi, vincendo tutte le elezioni e trainando alla vittoria, per i successivi sei anni, persino il suo incolore sostituto.

A buon intenditor ...

27 giugno 2024

Anche noi di Destra abbiamo un sogno

Non so come finirà la questione delle nomine europee, però, la notte scorsa, ho fatto un sogno.

Ho sognato che la Meloni esprimesse parere negativo agli unti dal potere e che nella successiva conferma parlamentare i parlamentari del ppe attivassero la loro coscienza e si rifiutassero di confermare tali scelte.

Ho sognato che l'unione europea degli ambientalisti, del guerrafondai, dei parrucconi che agitano codici, regolamenti, direttive e pandette, degli inginocchiati al woke, alla cancellazione della cultura, all'immigrazionismo senza fine, implodesse ed ogni Popolo ed ogni Nazione si riprendesse la totale Sovranità, a cominciare da quella monetaria.

Purtroppo i sogni sono desideri che rimarranno tali.

La realtà è che a nessuno conviene rompere in modo irreparabile a meno di pensare di percorrere la stessa strada degli Inglesi, senza però commettere l'errore di silurare il loro miglior Primo Ministro dopo la Thatcher per una banale questione moralisteggiante che non ha provocato danni a nessuno.

E allora penso, temo e, sotto un certo aspetto, spero che la Meloni tenga il punto, non si adegui alle scelte della maggioranza (sulla carta) di popolari, socialisti e liberali (ma quali liberali se stanno con i socialisti ?!?!?) , ma faccia pesare i voti dei Conservatori per un ruolo incisivo nella futura commissione.

Ricordiamoci che mentre gli incarichi apicali sono ripartiti tra i gruppi che nel parlamento europeo hanno ottenuto la maggioranza, i commissari appartengono alle Nazioni che devono ottenere i ruoli in funzione della loro rilevanza, popolazione e stabilità governativa.

Poi, se proprio vogliono buttarci fuori, non piangerei affatto, anzi ... !

26 giugno 2024

Basta proroghe !

Il 30 giugno sarà data limite per due (piccoli) eventi: la possibilità di rientrare nel servizio di tutela per l'energia elettrica e la possibilità di opporsi alla trascrizione nel fascicolo sanitario elettronico dei dati ed esami antecedenti al 2020.

Sono scadenze conosciute da tempo e, anzi, il passaggio al mercato libero dell'energia elettrica (e del gas che si è realizzato lo scorso 10 gennaio senza proroghe ulteriori) è stato deliberato da ben sette anni (2017).

Per ambedue le scadenze si è scritto e parlato a lungo e ci sono siti dedicati.

Non entro nel merito delle questioni perchè ritengo che ogni Italiano abbia l'intelligenza e la capacità di decidere in proprio cosa sia meglio fare per lui, rispettando le sue idee e ben conoscendo lo stato delle sue personali finanze.

Mi stupisce quindi che ci sia ancora una ulteriore richiesta di proroga di tale scadenza, per ambedue le occorrenze, che ci renderebbe uno stato barzelletta, allo stesso livello della nostra giustizia dove ci sono leggi che vengono disapplicate con fantasiose interpretazioni per far prevalere la propria ideologia.

Non credo ci siano in Italia persone che ancora non sappiano della scadenza, che non abbiano riflettuto su cosa conviene maggiormente loro fare.

Se vogliamo crescere, se vogliamo che la nostra Nazione ispiri fiducia, non possiamo più creare incertezza sull'applicazione delle leggi.

Se si decide una scadenza, quella deve essere rispettata.

Se in una legge c'è scritto che le navi ong che caricano abusivamente clandestini vanno sequestrate, quelle devono essere sequestrate.

Il pacchetto è unico: rispettare leggi e scadenze.

Spero che il 30 giugno sia veramente la scadenza ultima per l'opposizione all'inserimento dei dati pregressi nel fascicolo sanitario elettronico e per il rientro nel servizio di tutela dell'energia elettrica.

Si comincia da poco per arrivare alle questioni più importanti e risanare tutta la struttura dello stato.



25 giugno 2024

E vinsero tutti, felici e contenti

Questa mattina, ascoltando la radio, ho avuto il dubbio di essere tornato alla prima repubblica quando, dopo un turno elettorale, avevano vinto tutti.

E' l'esito dei ballottaggi in alcuni comuni che ha scatenato la corsa a chi si intesta la vittoria.

La sinistra perchè ha vinto nei comuni più grandi, il Centro Destra perchè ha vinto in più comuni rispetto a quelli in cui amministrava prima del voto.

Tutti, ponendo l'accento e accendendo i riflettori, sui risultati e sui numeri che più tornano comodo, dicono la verità, ma non è tutta la verità.

Ho letto da qualche parte nei giorni scorsi una citazione, non ricordo di chi, che diceva come di verità ce ne fossero tre: la MIA verità, la TUA verità e LA Verità.

Non dubito che, nelle segrete stanze dei partiti, le analisi vengano fatte in modo più accurato e non per strappare un titolo nei telegiornali e dare fiducia ai propri elettori che, soprattutto a sinistra, pare siano in preda a "demoansia" che li obbliga ad andare da uno psicologo per la paura della vittoria della Destra (non dubito che anche in Italia i cattocomunisti, da provinciali francofili come sono, accorreranno in massa dallo strizzacervelli come sembre facciano i loro simili francesi).

Il commento che mi è parso più equilibrato, lucido e scevro di partigianeria è quello del Presidente del Senato, Ignazio La Russa che ha sottolineato come, nel secondo turno, la partecipazione si sia ulteriormente ridotta e che quindi sarebbe da ripensare alla legge elettorale fondata sul doppio turno.

Se della sinistra non mi interessa, credo che il Centro Destra debba comunque interrogarsi sul perchè i grandi comuni siano per lo più perdenti.

Non c'è un motivo solo, probabilmente ve ne sono molti, ma due, a mio parere, prevalgono.

Il primo è che nel corso degli anni i cattocomunisti, soprattutto dopo aver incamerato gli ex democristinai, hanno creato un centro di potere che nei grandi comuni è più funzionale al controllo dei voti.

Sindacati, curia, coop, associazionismo monotematico (omosessuali, ambientalisti, filopalestinesi, antiproibizionisti, fautori dell'eutanasia, dell'aborto etc.), imprenditori alla ricerca di sovvenzioni e di commesse pubbliche, rappresentano la corona che sostiene un pd povero di argomenti, idee, leaders.

Ognuno di quei soggetti, partecipa alla gestione del potere in cambio della canalizzazione di voti di cittadini che hanno qualche interesse nel veder soddisfatta, almeno in parte, l'esigenza della organizzazione di riferimento per poi beneficiarne, pro quota, a cascata.

E nelle città la presenza di quei soggetti è di gran lunga maggiore e più organizzata che nei centri minori, dove quindi prevalgono la conoscenza personale dei candidati e la scelta ideale.

Non vedo altra soluzione per il Centro Destra che dar vita ad organizzazioni e strutture alternative a quelle che esistono e sono ormai tutte nella corona del pd, sull'esempio di quel che è stato fatto in rai con la costituzione di un secondo sindacato (l'UsiRai) che è alternativo all'Usigrai di sinistra.

Non sarà un percorso breve, ma il buon politico è colui che guarda lontano, anche se non potrà vederne i frutti o beneficiarne.

Il secondo motivo che vedo come prevalente, tra quelli che causano le difficoltà del Centro Destra nei grandi comuni, è la scelta dei candidati, soprattutto sindaci.

Che c'azzecca un tedesco con cittadinanza italiana quale candidato sindaco di Firenze ?

Avrei avuto difficoltà a votarlo anch'io e sicuramente al primo turno avrei cercato un'alternativa di destra anche se sicuramente non vincente.

E poi perchè ravanare sempre tra la cosiddetta "società civile" che non esiste, perchè siamo tutti "società civile" ?

In pratica si cerca di individuare qualche sconosciuto signore di elevato standard morale, sconosciuto ai più, maggiormente incline ad eventi di beneficenza e volontariato che ad impegnarsi e caratterizzare una giunta che dovrebbe essere politica.

Perchè, invece, non puntare sul personale politico dei partiti di Centro Destra, gente che ci ha sempre messo la faccia, che ha fatto la gavetta, la militanza, tutto il cursus honorum, come Giorgia Meloni e Matteo Salvini ?

Non è un caso, credo, che il miglior risultato ottenuto dal Centro Destra a Bologna (a parte Guazzaloca, sul quale ho già espresso le mie ampie riserve - infatti non lo votai - da vivo e non intendo ripeterle adesso che è morto) è arrivato con Lucia Borgonzoni che costrinse al ballottaggio Merola.

Cinque anni dopo, nel 2021, con la fregola di scegliere un "civico", uno della "società civile", un "cattolico", Lepore ha vinto al primo turno.

La Borgonzoni, oggi purtroppo sembra defilata - non è stata neppure candidata al parlamento europeo - ed è un attivissimo sottosegretario alla Cultura, ottenne anche un ottimo risultato alle regionali del 2019, contrastando e facendo tremare i polsi di Bonaccini.

La Borgonzoni è una militante di lungo corso della Lega, che ha iniziato con i banchetti per le strade, poi in consiglio provinciale, comunale, parlamento, sottosegretario.

Ma non è la sola che avrebbe le caratteristiche per rappresentare un validissimo candidato politico come sindaco o come presidente della regione.

Penso a Galeazzo Bignami, di Fratelli d'Italia, con un curriculum politico di pregio, per coerenza e conoscenza dei problemi locali, oggi è viceministro alle Infrastrutture, ma potrebbe benissimo essere il candidato sindaco per Bologna o per la presidenza della Regione Emilia Romagna.

Purtroppo vedo che questo errore, la fregola dei "civici", torna in auge adesso che si dovrà scegliere il candidato per le regionali di fine ottobre che dovranno sostituire Bonaccini.

Un "civico" non sarà mai in grado di scalzare quella alleanza tra pd, sindacati, curie locali, associazionismo monotematico, imprenditori con piattino in mano, che forma un centro di potere arroccato nella difesa dei propri interessi e sordo alle esigenze reali di una società che ha bisogno di essere liberata dai lacci e lacciuoli di un dirigismo ideologico malato e nocivo.

Ecco, mi auguro che nel Centro Destra, dietro ai proclami sul numero di comuni in più che saranno amministrati, si apra una riflessione per scegliere al meglio candidati e per organizzare una alternativa, in ogni settore, ai centri di potere ormai nelle mani dei cattocomunisti.

Autonomia differenziata

A futura memoria una puntuale esposizione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.




24 giugno 2024

Ricordiamo chi sono i cattocomunisti

Se vogliamo avere una misura delle argomentazioni dei cattocomunisti  che ne rappresentano l'anima profonda, troviamo spunti quotidiani.

A memoria, senza tanto bisogno di rifletterci ecco un brevissimo elenco delle "idee" della sinistra di opposizione.

Una parlamentare grillina che "vede" i suoi colleghi del Centro Destra (ed i loro elettori) appesi a testa in giù a Piazzale Loreto.

Un sindacalista che invoca la ghigliottina.

Una parlamentare europea dalla lunga fedina penale che, sostenuta dal suo capo politico, difende le occupazioni delle case altrui.

Un sindacato che chiede sia impedito ad un cittadino di organizzarsi e di organizzare una reazione contro i borseggiatori.

Gli insulti alla Meloni sono talmente all'ordine del giorno che ormai non se ne tiene più conto e, almeno, non fanno più notizia e non concedono più quei cinque minuti di notorietà e di pubblicità ricercata dal meschino e volgare di turno alle offese.

I cattocomunisti hanno strabordato al governo per undici anni, senza neppure avere il freno di un Quirinale che esce dall'ibernazione solo quando al governo c'è il Centro Destra, eppure non hanno risolto un solo problema, ma hanno aumentato di oltre mille miliardi il debito pubblico.

Ciononostante quando accade un evento luttuoso, come la morte di un bracciante in nero (frutto non del capitalismo, ma della malvagità individuale), si scatenano dicendo quello che si dovrebbe fare (e che loro non hanno fatto) e che si conclude inevitabilmente con un aggravio di costi per lo stato (cioè per tutti noi) che si tradurrebbe o in un ulteriore aumento del debito pubblico o in un aumento delle tasse.

Quando c'è una discussione internazionale i cattocomunisti sono sempre dalla parte delle nazioni estere, come facevano i principi e i signorotti dell'Italia divisa e serva pre risorgimentale che, pur di danneggiare il proprio vicino, chiamavano e sostenevano la armate straniere, alle quali concedevano diritto di passaggio e tacevano sulla predazione di beni e sui massacri che venivano compiuti.

I cattocomunisti hanno scoperto il Tricolore per i motivi sbagliati e, infatti, lo esibiscono al contrario, dimostrando di non averlo mai condiviso e frequentato.

Sono tutti fatti che, basta citarli, si ricordano avvenuti nel corso del solo ultimo mese di notizie.

Piazzale Loreto, ghigliottina, occupazione delle case altrui, tutela per le borseggiatrici e sanzioni a chi vi si oppone, insulti al Presidente del Consiglio, tutto ciò senza che dalle bocche sempre aperte dei maggiorenti cattocomunisti e dei loro agit prop della stampa pronta a puntare l'indice contro qualche innocua scivolata di un qualche esponente di Centro Destra, si sia levata una sola nota di biasimo, di condanna.

Perchè i cattocomunisti si sentono rappresentati da quei soggetti.

Del resto che differenza c'è tra il furto con destrezza di una borseggiatrice e la occupazione di una proprietà privata altrui ?

Per loro sono cose buone e giuste, mentre da silenziare sono quelli che si difendono e difendono la loro persona e la loro proprietà.




23 giugno 2024

L'arte del possibile

Che i cattocomunisti ed i grillini bercino a pieni polmoni per cambiare l'aria che c'è nel vuoto della loro scatola cranica, non mi stupisce.

Sarei, anzi, preoccupato del contrario e mi porrei delle domande se constatassi di avere qualche comunanza di idee con loro.

Mi dispiace invece che la variegata area della Destra Radicale che più pura non si può, si allinei alla narrativa suggerita dalla stampa, dalla radio e dalla televisione megafoni di quei cattocomunisti.

E critichi, spesso ferocemente, spesso come unico tema quotidiano, l'azione del Governo Meloni e, più in generale, del Centro Destra.

Eppure ricordo quanto, quella stessa frastagliata Destra Radicale, si sia opposta, per undici anni, alle devastanti politiche che, da Monti a Draghi, hanno messo in ginocchio l'Italia e cercato di trasformare gli Italiani in sudditi al servizio del Moloch europeo.

Il Governo Meloni ha risolto tutti quei problemi ? No.

E' vicino a risolverli ? No, la strada è molto lunga, perchè a distruggere e ad indebitarsi si fa presto, molto più tempo è necessario per sanare un corpo malato di assistenzialismo e politiche a debito.

Allora hanno ragione a contestare la Meloni e Salvini ?

Magari promuovendo l'astensionismo, le listine contro natura assieme a candidati comunisti, osteggiando l'autonomia differenziata o sostenendo i terroristi palestinesi ?

Certo che no.

Forse sfugge che il Governo Meloni, nonostante gli ostacoli che vengono quotidianamente frapposti (veggasi il consiglio di stato che blocca la consegna di motovedette alla Tunisia) e gli sgambetti quotidiani insiti nelle parole di colui che dovrebbe essere il garante di tutti gli Italiani ma si è trasformato nel portabandiera della minoranza sinistra, sta modificando la rotta.

Su tutti gli argomenti di attualità e di interesse.

Per non parlare di temi strettamente politici ed economici, basti pensare a quanto si stia facendo contro l'aberrante pratica dell'utero in affitto e per applicare compiutamente la legge 194 creando i presupposti perchè vi sia una scelta consapevole di quello che si fa.

Pensiamo alla difesa dei nostri prodotti e della qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole, con i paletti posti all'introduzione degli insetti nella nostra alimentazione.

Il tutto mentre la Meloni cerca di costruire un forte presidio che limiti le follie che si inventano in europa nel nome dell'ambientalismo viscerale.

Tutti noi vorremmo che, una volta al governo, i nostri eletti agissero immediatamente per realizzare compiutamente i nostri desiderata.

Ma non è così, non può essere così perchè la Politica è, da sempre, l'arte del possibile.

Se alcuni di noi si lasciano irretire dalle sirene dell'Aventino, dando ascolto ai disfattisti dell'astensione o ai vessilliferi della purezza quantificata in tanti zero virgola, otteniamo come risultato di sottrarre al Centro Destra quella manciata di seggi necessari a cambiare, senza la spada di Damocle del referendum confermativo, una costituzione ormai superata e che è una palla al piede della nostra società. 

In questi giorni si stanno definendo i nuovi vertici europei.

Il voto del 9 giugno ha confermato la maggioranza "Ursula", dobbiamo mettercelo bene in testa: nonostante l'avanzata della Destra in quasi tutti gli stati d'europa la maggioranza tra popolari, socialisti e liberali ha quasi 400 seggi dei 361 necessari ad avere la metà più uno, almeno sulla carta.

Un grande risultato sarebbe quindi riuscire a condizionare a tal punto la nuova commissione, dall'indurla ad accantonare o, almeno, annacquare le follie verdi che la precedente commissione aveva promosso.

Purtroppo al berciare dei cattocomunisti, si unirà anche la voce di chi, sempre scontento, griderà al "tradimento", perchè sarebbe "troppo poco".

Ma ogni passo verso la restaurazione di una politica più orientata verso le esigenze dei Popoli e delle Nazioni, modificando il dirigismo sovietico dell'unione europea, non sarà mai "troppo poco".

22 giugno 2024

Quel che indigna di più

Motivi per indignarsi ve ne sono tanti, ognuno di noi ha le sue priorità, sulle cose da fare e anche su ciò che suscita indignazione.

Solo sui giornali degli ultimi giorni gli spunti di indignazione non mancano.

A me non fa indignare l'ottusità apparente, la malafede effettiva, dei cattocomunisti che sbraitano contro l'autonomia differenziata e il premierato, riforme che consentirebbero all'Italia di fare grandi passi in avanti verso una efficientamento della politica.

I cattocomunisti fanno opposizione e solleticano i riflessi pavloviani del loro residuale elettorato, che non capisce ma si adegua a ciò che leggono sui loro giornali e ascoltano nelle loro trasmissioni di propaganda.

A me non fa indignare granchè l'europa dei parrucconi che briga per confermare i propri associati al vertice, isolando l'Italia che, fortunatamente, ha oggi un Governo con la "G" maiuscola, dopo undici anni di cavalieri serventi dell'organizzazione sovranazionale più nociva che ci sia nel continente.

In fondo cercano di difendere, come gli ultimi giapponesi, i loro sempre più ridotti territori di caccia e, a dire tutta la verità, la maggioranza nel parlamento europeo, sulla carta, ce l'hanno ancora.

Infine non mi indigno più di tanto davanti ai ricatti delle suddetta europa che cerca di imporre al Governo Italiano l'accettazione del mes e fa balenare l'ipotesi di una candidatura, in carico all'Italia, di un personaggio sconfitto persino da Renzi nel suo stesso partito e poi licenziato dagli elettori alle politiche del 2022, come Enrico "stai sereno" Letta.

Ho fiducia che la Meloni, come già fece la Thatcher, non cederà di un millimetro se non in cambio di un succulento ristoro per l'Italia.

A me fanno indignare, e tanto, coloro che dovrebbero svolgere una funzione, una missione, nell'interesse del Popolo Italiano e, invece, agiscono sempre in base all'ideologia personale, danneggiando il Benessere e la Sicurezza di tutti noi.

Mi fanno indignare quelli che indagano, processano e condannano i cittadini che difendono se stessi, la loro famiglia, le loro proprietà, sparando a ladri e rapinatori.

Non dovrebbero essere nè indagati, nè processati, nè, tanto meno, condannati, al contrario andrebbero premiati.

Mi fanno indignare quelli che invece mandano liberi, in spregio ad una apposita legge che è chiarissima, i traghettatori di clandestini e dissequestrano le loro navi che torneranno ad utilizzare per scaricarci altri clandestini.

E mi indignano coloro che, interferendo nella politica estera che spetta al Governo, bloccano la consegna di motovedette ad un paese terzo che le utilizzerebbe per aiutarci a bloccare i flussi dei clandestini.

Mi indignano e tanto !

21 giugno 2024

Ogni resistenza è inutile

Nella saga di Star Trek, con la seconda serie, The Next Generation, venne introdotto un nuovo, terribile nemico della Federazione: i Borg.

Si tratta di una collettività (notare come si parli di un qualcosa che assomiglia molto ad una società comunista), dove non esistono i singoli, è abolita l'individualità e l'individuo, perchè sono eternamente connessi tra loro (e si chiamano con dei numeri ....) a formare un unico cervello che decide per tutti (notare ancora come sembra che gli sceneggiatori avessero avuto una visione della sinistra italiana di oggi).

Questo nemico non tratta, non si ferma a discutere, si presenta alle astronavi con un mantra: "Noi siamo Borg. Arrendetevi. Ogni resistenza è inutile".

Ecco, mi è venuta in mente Star Trek leggendo l'odierno editoriale di Marcello Veneziani ne La Verità.

Il primo, dopo tanto tempo, che mi trova totalmente in disaccordo e mi induce a sfiducia sul futuro della nostra Patria.

Se, infatti, una persona di profonda cultura e intelligenza, solitamente lucida, come Veneziani se ne esce con una dichiarazione contraria all'autonomia differenziata, temo che ci sia poco da fare: ogni resistenza è inutile.

E' evidente che è "buona la prima", cioè l'incipit di Veneziani che scrive "sarà perchè sono meridionale", sì penso proprio che sia così, perchè l'autonomia differenziata non toglie nulla a nessuno, semplicemente obbliga anche le regioni del sud che si sono da decenni adagiate sui trasferimenti di denaro dal nord attraverso il governo centralista di Roma, a camminare sulle proprie gambe, a sfruttare e valorizzare le proprie risorse umane e naturali.

L'Italia è unita da quasi 164 anni, da quasi 106 anni, con la Grande Guerra combattuta solo al nord, ha completato l'unificazione del suo territorio, il sud fu occupato, nella seconda guerra mondiale, dagli angloamericani due anni prima del nord e non subì i massicci bombardamenti che distrussero case e fabbriche al nord, quindi ha avuto due anni in più per ricostruirsi nel dopoguerra.

Tutti i governi della prima repubblica e della seconda hanno pompato ingentissime risorse nel sud e, ancora, c'è chi pretende che questi contributi debbano continuare in eterno ?

L'Italia non viene spaccata da una blanda autonomia regionale, ma da una perversa ideologia, quella cattocomunista, che risponde non agli interessi degli Italiani, bensì a quelli di un "Borg", affaristico finanziario e, soprattutto, internazionalista, dirigista e sovietico, cioè illiberale e antidemocratico.

Spiace, quindi, leggere, ne La Verità, articoli come quelli di Veneziani che, evidentemente, spero solo sulla questione meridionale, si è arreso senza opporre resistenza e si è lasciato assimilare dalla collettività Borg.


20 giugno 2024

Ridurre il debito pubblico

Chi mi conosce sa che sono totalmente contrario a questa unione europea.

Per me avremmo dovuto fermarci alla costituzione di un mercato unico europeo per far liberamente circolare, senza dazi interni nè dogane, i cittadini degli stati appartenenti allo spazio comune, merci e capitali.

La mia eterna speranza è quindi che accada qualcosa che faccia implodere questa unione per ritornare alle politiche bi e multilaterali gestite in proprio da ogni stato nazionale.

Ciononostante sono d'accordo con la richiesta della commissione europea di rientrare dai debiti nazionali.

Lo sarei a prescindere dall'appartenenza all'unione, anzi credo sarebbe sintomo di grande visione politica e progettuale se un governo nazionale, senza che gli fosse imposto da una entità sovranazionale alla quale non possiamo riconoscere alcuna autorità, provvedesse in merito.

Innanzitutto, come per tutte le famiglie, non si deve spendere più di quello che si guadagna.

Quindi uno stato non deve spendere più di quanto incassa con le imposte che devono essere ridotte ai minimi termini per consentire ai cittadini di sostenere ogni spesa che riguardi la loro vita, senza dover pagare quelle altrui.

Più soldi in tasca ai cittadini, meno sperperi di stato,perchè quando si sa che paga una vaga entità chiamato stato, non si è attenti alla spesa che si sostiene (veggasi esempio eclatante del superbonus di Conte offerto "graduidamende" e messo a bilancio passivo dello stato).

Poi si deve rientrare dal debito accumulato negli anni.

Non con nuove tasse che, anzi, dovranno essere ridotte, ma con tagli draconiani alla spesa, a cominciare dalle spese a fondo perduto per finanziare gli enti che si occupano dei clandestini,

Se sono enti di "beneficenza", i fondi devono essere frutto delle volontaria elargizione di chi condivide le finalità dell'associazione, non fondo prelevati forzosamente con le tasse dalle tasche di tutti i cittadini.

Sono convinto che, applicando un simile criterio, dei quasi mille miliardi di spese all'anno sarà possibile ottenere significativi risparmi che aumenterebbero esponenzialmente se si procedesse, con la ovvia gradualità, ad una progressiva privatizzazione dei tre settori più onerosi: sanità istruzione e pubblico impiego.

Poi ognuno potrà pagarsi il suo e, mi correggo, una sola tassa vorrei vedere aggiunta: l'imu sui beni ecclesistici.

Zuppi e Parolin si lamentano, come una Schlein o un Conte qualunque, dell'autonomia differenziata.

Bene, i fondi per le realtà locali si trovano (e abbondantemente!) facendo pagare al vaticano e alle curie locali quel che finora non hanno mai pagato.


19 giugno 2024

L'Autonomia è legge, per il premierato conquistata la prima base

In due giorni, mentre i cattocomunisti e i grillini sbraitavano in una piazzetta più stagnante che oceanica, il Parlamento ha approvato una legge che era nel programma del Centro Destra e portato in prima base l'altra riforma epocale sulla quale la Meloni si era impegnata, ottenendo il consenso, con gli Elettori.

Solo questa mattina la Camera ha definitivamente approvato la legge sull'autonmia differenziata che consentirà alle regioni di amministrare meglio e più responsabilmente il territorio.

I cittadini sapranno quindi con certezza chi è il responsabile di errori, servizi inefficienti, argini e casse di compensazione non realizzate e potranno, con il loro voto, cambiare gli amministratori che si dimostrano incapaci di dare le risposte alle esigenze del Popolo.

Con l'autonomia differenziata la responsabilizzazione a livello locale sottrarrà ogni alibi a chi si trincerava dietro le competenze che permanevano centralizzate e ai fondi nazionali che non arrivavano.

Mi piace ricordare gli anni settanta, quando il comune socialcomunista di Bologna dispose la gratuità dei mezzi pubblici in alcuni orari topici (se non ricordo male, dalle 7,30 alle 10,30, dalle 12 alle 14 e dalle 16,30 alle 20).

Ma gli autisti dovevano sempre essere pagati, la benzina doveva essere pagata, i mezzi dovevano essere revisionati e riparati, quindi c'erano costi che non venivano, neppure parzialmente, compensati da un biglietto.

Le mani bucate del sindaco comunista di Bologna non costarono ai bolognesi, se non pro quota, perchè il buco di bilancio fu addebitato tale quale allo stato.

Ebbe gioco facile Mariano Rumor in una Tribuna Politica, rispondere, a chi gli rinfacciava il buon governo di Bologna, che Bologna poteva essere una vetrina comunista, perchè era in una Italia democristiana.

In seguito furono riviste le norme sui bilanci comunali e i sindaci ne risposero direttamente.

L'autobus non fu più gratis e, anche se il biglietto non copre ancora i costi, i periodici aumenti hanno consentito una amministrazione più consona a quella del buon padre di famiglia che non dovrebbe spendere più di quanto guadagna.

Così sarà con l'autonomia differenziata che fermerà la politica delle mani bucate (tanto poi arriva lo stato, cioè tutti noi, a coprire) di alcune amministrazioni regionali.

Ovviamente i cattocomunisti (che hanno sempre osteggiato l'Unità Nazionale, veggasi le attive resistenze dei papi ad accettare uno Stato Unitario e l'internazionalismo dei socialcomunisti che hanno sempre guardato - e continuano oggi - a guardare e genuflettersi davanti alle capitali straniere pur di non "macchiarsi" del "reato" di nazionalismo) stanno già berciando "nel nome dell'Italia unita" e proporranno un referendum abrogativo.

Vedremo quale sarà la scelta a difesa di una legge giusta e necessaria, se, cioè, non votare per impedire il raggiungimento del quorum al referendum o se mobilitarsi per votare "no" all'abrogazione: sarà una scelta difficile che dovrà essere prese in sintonia dalla Meloni, da Salvini e da Tajani.

Il premierato ha un percorso più accidentato, dovendo percorrere una via crucis in quattro basi con il doppio voto del parlamento.

Ieri abbiamo conquistato solo la prima base, con il voto favorevole del Senato.

Se il premierato non è, purtroppo, il presidenzialismo, resta comunque una riforma di capitale importanza per evitare in futuro di ritrovarci come capi del governo personaggi scelti dalle consorterie di palazzo e non dal Popolo.

Eliminare i senatori a vita restituisce inoltre la piena rappresentatività a quel ramo del parlamento che, oggi, è inficiata dalla presenza di cinque senatori a vita di nomina presidenziale che, in passato, sono stati determinanti per sostenere un governo, alterando quindi il rapporto di forze uscito dalle elezioni, unico che dovrebbe essere preso in considerazione.

Considerando il lungo percorso di approvazione che culminerà, presumibilmente, con un referendum confermativo, del premierato continueremo a sentir parlare.

Superfluo ricordare che anche per una scelta di garantire all'Italia un governo forte, stabile, influente, i cattocomunisti scendono in piazza, cercando di compiacere i loro compagni stranieri che, soprattutto a Berlino, Bruxelles e Parigi, tutto vogliono, tranne un'Italia stabile e che possa proporsi come catalizzatore di tutti gli stati europei che non vogliono più soggiacere al duopolio Germania-Francia.

Il premierato non abolisce le congiure di palazzo, ma le rende molto più difficili da realizzare.

18 giugno 2024

L'unione europea è nociva

Quando la vecchia commissione è ormai scaduta, quando ancora sono aperte le trattative per la formazione di quella nuova e la spartizione delle cariche ben remunerate, con un colpo di mano viene approvata definitivamente la direttiva che vorrebbe imporre agli stati nazionali di ripristinare la natura nel 20% del proprio territorio.

Questo significa rinunciare a terreni agricoli, coltivabili e produttivi, per aumentare il debito pubblico con l'aumento delle necessarie importazioni dall'estero.

E' evidente che tale provvedimento è il frutto di menti malate e obnubilate dal fanatismo verde e che, se applicato, danneggerebbe gravemente le economie degli stati nazionali, soprattutto di quelli del sud europa, senza arrecare alcun beneficio effettivo in relazione alle finalità che vorrebbe perseguire visto che sarebbe applicabile solo in una piccola porzione della Terra, cioè una parte dell'europa.

La direttiva natura è solo l'ultima tra le stupidaggini sesquipedali che negli anni ci sono state propinate e, ahimè, imposte da un plotone di burocrati il cui unico scopo è darsi importanza arrecando disturbo alle nostre attività.

Purtroppo gli elettori europei, nonostante la benaugurante avanzata della Destra, hanno riconfermato la fiducia a quegli esseri che si inventano case e auto green, leggi natura, viziosi distinguo tra riciclo e riuso, patti di stabilità ed ogni altra corbelleria che ha come, risultato, l'esatto contrario dello scopo iniziale di una comunità europea.

Lo scopo iniziale, infatti, era di liberare la circolazione delle merci, delle persone, delle idee, all'interno di uno spazio di libertà.

I risultati di oggi ci dicono che l'unione europea è l'erede dell'Unione Sovietica, con i suoi piani quinqunnali, le sue regole asfissianti, il suo dirigismo persino sui tappi delle bottiglie: il contrario di un sistema fondato sulla Libertà individuale.

Personalmente credo che, qualunque sia il prezzo da pagare, dovremmo uscire dalla unione e ricominciare con la nostra Lira e la nostra piena Sovranità e Indipendenza Nazionale.

Così non sarà, tanti sono i cappi al collo che ci sono stati messi, soprattuttonegli undici anni di governi cattocomunisti e grillini da Monti a Draghi.

Allora dobbiamo puntare al ribasso, concedere qualcosa ai burocrati, esercitando con oculatezza il nostro diritto di veto, essere presenti in ruoli che possano incidere nelle scelte e organizzare la vasta area di Destra per dare, in ogni occasione, una spallata al dirigismo sovietico dell'unione.

Ad ogni spallata, l'unione traballa sempre di più: finirà per crollare.

Ma per ottenere quel risultato, occorrerà una duplice legittimazione,

Da un lato non ci dovranno essere chiusure verso i partiti della Destra europea, di qualunque orientamento essi siano.

Dall'altro i vari soggetti, individuali o poco più, che, dalle mie letture, sembrano trovar più gusto a criticare la Meloni e Salvini invece di combattere la sinistra, dovranno cessare di pretendere la Luna, la purezza ideale, per sostenere lo sforzo di chi cerca di cambiare le cose, anche per e nonostante loro.

 

17 giugno 2024

Facciamo quadrato intorno alla Meloni

La cacofonia che emerge dalla lettura dei giornali e dalle martellanti e ripetitive notizie di radio e telegiornali che, nella stessa giornata, ripropongono il medesimo servizio quasi a volerci ficcare in testa, a forza, le loro tesi, ci dice che viviamo in piena deriva, non solo morale.

Due calciatori, francesi solo per cittadinanza ed i cui tratti somatici, per dirla con il Generale Vannacci, non rappresentano il francese classico, invitano a votare contro il partito della Le Pen.

Non manca molto (o forse c'è già e sta preparando la resa) a vedere anche in Europa, spuntare un novello De Klerk che consegni, senza combattere, tutto il potere nelle mani di chi non appartiene alla nazione.

Ci sono, è vero, dei timidi segnali di risveglio, certo non il "wake up" cui aspirava Oriana Fallaci, ma almeno qualche segnale di reazione nell'espressione elettorale un po' in tutte le nazioni europee, ma non basta e non è stato sufficiente a ribaltare la maggioranza di sinistra dell'unione europea che sembra si riproporrà, anche peggiorata.

Non illudiamoci, infatti, i numeri del parlamento europeo parlano chiaro e i popolari, i socialisti e i liberali hanno ancora una maggioranza che potrebbe rafforzarsi con il contributo dei verdi e dei comunisti, accelerando e non frenando la deriva ambientalista e in politica estera.

E' visibile il tentativo di accelerare i tempi per ottenere la consacrazione della rinnovata maggioranza prima delle elezioni francesi che potrebbero infilare un nuovo motivo di turbativa nel quadro già caotico della politica europea.

Non tanto se dovesse vincere il Rassemblement National della Le Pen (come non credo che accadrà) ma se dovesse emergere una maggioranza di estrema sinistra il cui programma, ideologico senza freni, con il blocco delle nuove centrali nucleari, l'accelerazione per le emissioni zero, la pensione riportata a sessanta anni, non solo manderebbe in fallimento la Francia (cosa di cui godrei come un riccio) ma costringerebbe l'unione europea ad inseguire correndo verso il baratro per poter mantenere la maggioranza alla commissione che uscirà dalla trattative in corso.

E le ricadute su di noi sarebbero disastrose, con l'imposizione di provvedimenti che ci obbligheranno a sperperare i nostri risparmi per accontentare le paturnie degli ambientalisti.

In un tale contesto l'Italia ha una certezza, il Governo di Centro Destra, solido nei numeri parlamentari e confermato nelle urne europee, che, se anche sarà costretto a scendere a numerosi compromessi, potrà rappresentare, con l'apporto di alcune nazioni più piccole, una sorta di ridotta all'interno della quale salvare il salvabile.

A cominciare da una maggiore autonomia nelle scelte della politica finanziaria ed estera, sfruttando bene il diritto di veto che deve restare in vigore.

Il successo del G7 a guida italiana è dovuto anche alla presenza di una Biancaneve in salute a fronte di sette nani malconci, ma a breve potremo avere qualche cambiamento che rilancerà alcuni storici interpreti della politica internazionale, gli Stati Uniti e il Regno Unito che, non essendo imbrigliati in una improbabile unione, sono liberi di agire velocemente e con determinazione.

La Meloni ha compreso che i sette grandi, piegati dalla politica delle scuse figlia della immonda cultura della cancellazione, non sono più in grado, per le loro debolezze interne, che hanno coltivato e ricercato da masochisti quali sono, di guidare il mondo e la conferma è arrivata a stretto giro di posta dal fallimento della cosiddetta conferenza di pace sull'Ucraina, convocata in Svizzera, senza invitare uno dei belligeranti, la Russia e che ha visto i governi che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale, dissociarsi o non firmare la risoluzione finale.

Non solo, infatti, erano assenti Russia e Cina, ma non hanno firmato Messico, Brasile, Sud Africa, India, Arabia Saudita.

Come ha quindi scritto Marcello Veneziani nel suo editoriale di ieri ne La Verità "la Meloni ci sembrava giganteggiare nel suo pur dichiarato e vistoso nanismo. Lei, la parvenu, l’ultima arrivata, la camerata della Garbatella, ha un piglio, una padronanza affabile e perfino un abbozzo di strategia e buon senso che gli altri non hanno. Una donna fortunata come nessuno mai: non è mai capitato a un presidente italiano di avere partner internazionali così malvisti e scalcagnati come quelli che si sono trovati a Borgo Egnazia, dopo aver avuto a livello interno avversari politici ma anche alleati e concorrenti così modesti. È lei la numero uno in campo, per squalifica di tutti gli altri concorrenti. Sarà modesto pure il suo governo, modesto il suo partito, ma guardatevi intorno prima di giudicare; la politica è sempre un paragone, vale la pubblicità comparativa. Lei ha trionfato, la compagnia di giro ha toppato.".

Teniamoci stretta la Meloni, dunque, con le sue lentezze, i suoi compromessi, i suoi tempi, alcune sue scelte (come l'appoggio a Zelensky) che non piacciono alla maggioranza di noi, almeno finchè non dovesse emergere un condottiero che possa riscattare la nostra Civiltà, la nostra Storia, la nostra Cultura, oggi calpestate accantonate, per pavidità e ignoranza, da coloro che dovrebbero esserne gli orgogliosi eredi.

16 giugno 2024

Piazzate sinistre

Ho letto della manifestazione di ieri in Francia, di quella degli omosessuali a Roma e della prossima manifestazione di piazza dei cattocomunisti e grillini italiani.

Le tre manifestazioni sono espressione di un modo di fare politica prevaricatore, che non riconosce il diritto dei singoli di votare per una maggioranza diversa da quella gradita ai cattocomunisti e che, poi, agisca in base al mandato ricevuto.

In Francia la manifestazione era contro l'avanzata elettorale del partito Nazionalista della Le Pen che è diventato il primo partito non per qualche giochino sporco elaborato nei palazzi, ma per il libero voto dei cittadini, stanchi della totale incapacità di centro e sinistra di fornire delle risposte adeguate alle esigenze materiali e morali dei francesi.

La riprova è dato dallo svuotamento del partito gollista, ridotto, alle europee, all'8%, cioè alla irrilevanza, soprattutto con il sistema elettorale vigente in Francia che penalizza i partiti piccoli.

La canea rossa ha un solo obiettivo: impedire alla Destra di governare e, probabilmente, ancora una volta, forse l'ultima, ci riuscirà perchè i numeri sono tali per cui la somma di tutti quelli a sinistra della Le Pen, compresi una parte dei gollisti in lite interna, è maggiore della somma della Destra, compresi i gollisti favorevoli al Centro Destra e l'ala di Zemmour.

Resta solo l'incognita di come reagiranno elettori di centro ad essere imbarcati e magari ricevere l'indicazione di votare per un invasato verde o comunista.

Il risultato sarà la prosecuzione di una politica fallimentare, disperatamente aggrappata ad una idea di Europa che ottiene sempre meno adesioni popolari.

Analogamente la Schlein cerca di sommare tutte le opposizioni, a prescindere da differenze che sono molto più profonde di quelle che esistono tra i partiti del Centro Destra.

E anche mettendole tutte assieme, in base ai dati delle europee, raggiunge appena la stessa percentuale (di poco sotto il 48%) del Centro Destra e si deve conteggiare nello stesso calderone l'elettore di Renzi e Calenda, con quello di Grillo, Bonanni e Fratoianni.

Le provocazioni di alcuni parlamentari e la manifestazione con gli ululati che ascolteremo martedì contro il premierato e l'autonomia differenziata, rappresentano l'ennesimo atto di arroganza dei notabili degli affari e della finanza italiana che, attraverso il loro braccio armato politico rappresentato dai cattocomunisti e dai grillini, cercano di impedire che l'Italia divenga una nazione virtuosa, ben governata e, soprattutto, con una stabilità di governo che vada oltre sporadici successi elettorali.

Ma, soprattutto, pretenderebbero che il Centro Destra buttasse nel cestino un programma, che comprendeva premierato e autonomia differenziata, sul quale ha ottenuto la maggioranza.

Leggermente differente la sguaiata, periodica manifestazione degli omosessuali.

Chiedono "diritti" come se non ne avessero già abbastanza, ma potrebbe anche essere accettabile che una categoria rivendichi maggior privilegi dei tanti che già ha, quello che non è accettabile è che pretendano di mettere il bavaglio, con leggi repressive della libera opinione, a chi si oppone loro, a chi si esprime contro di loro con gli stessi termini con i quali loro si oppongono ai Valori della nostra Tradizione.

Il filo conduttore delle tre manifestazione è però lo stesso: calpestare il diritto dei singoli ad avere delle idee, a manifestare delle opinioni, a votare i partiti che si contrappongono e cercano di impedire la deriva rappresentata da chi organizza quelle manifestazioni.

Un atteggiamento illiberale, antidemocratico, in una parola, un atteggiamento comunista.

15 giugno 2024

L'Occidente senza guida



Le immagini del G7 hanno fornito una indicazione sullo stato di salute del mondo e, in particolare, dell'Occidente.

E non sono notizie confortanti.

Di sette leaders, uno solo, Giorgia Meloni, ha la certezza politica di esserci anche il prossimo anno e quelli a venire almeno fino al 2027, gli altri sono fortemente in bilico se non con un piede o due fuori dal potere o, addirittura, nella tomba.

Quel che preoccupa maggiormente è Joe Biden, che si è visto perso in mondo tutto suo, avulso dal cameratismo che contraddistingue, nonostante le profonde differenze culturali, ideali, valoriali e di carattere, tali incontri.

E preoccupa Biden perchè, volenti o nolenti, dal 1945 il presidente degli Stati Uniti porta anche il cappello di leader del mondo occidentale e quando il presidente Usa è debole (come con l'ultimo Roosevelt, Carter, Obama e adesso con Biden) i nostri nemici, i nemici della nostra Civiltà, conquistano terreno.

Ho letto un commento che probabilmente ha colto nel segno.

Considerando che Trump è dato vincente anche nei sondaggi, non vorrei che Biden fosse puntellato per consentirgli di arrivare a ridosso del voto e, quindi, con un "tragico evento" capitalizzare a favore della sua candidatura l'onda emozionale che sicuramente in quei bambinoni degli americani, sposterà l'esito delle elezioni.

Già ora è probabile che la linea degli Stati Uniti sia impressa non dal presidente, ma dalla cerchia della burocrazia, degli affari, militare che circonda sempre ogni leader e cerca di influenzarne le decisioni.

Quando un leader è forte e in salute, allora quella cerchia risulta utile per fornire suggerimenti, proposte, idee, che lui poi valuta per fornire le indicazioni operative.

Così faceva Reagan.

Ma quando un leader è debole, insicuro, ignorante, allora ha paura, fa repentine marce indietro, come fece Carter dando l'ordine di ritirata, alla prima difficoltà, nel 1979 al commando che avrebbe dovuto liberare gli ostaggi dell'ambasciata a Teheran.

E Biden somiglia tanto a Carter.

E se mai, una volta rieletto, a giurare da presidente fosse la sua vice, non ci sarebbe molta differenza, considerata la conclamata imbarazzante incapacità della Harris a gestire i problemi che si trova di fronte, sarebbe sempre il cosiddetto Deep State a comandare.

Non manca molto a novembre, quindi, forse, non subiremo troppi danni dall'assenza di leadership, anche perchè, fortuna vuole che i presidenti inglese, tedesco e francese siano, politicamente questa volta, nelle stesse condizioni di salute di Biden e che il G7 abbia consacrato Giorgia Meloni come il leader trainante, propositivo, dandoci quindi un minimo di garanzie sulla difesa dei nostri Valori.

Come emerge dal comunicato finale dove risulta annacquata la deriva verso gli omosessuli e l'aborto, con una formulazione di compromesso che, comunque la si voglia vedere, rappresenta una inversione di tendenza rispetto al passato.

Resta comunque necessario che, per la potenza,non solo militare, che è in grado di mettere in campo, l'Occidente recuperi presto la sua guida americana, nel pieno delle sue funzioni e delle sue capacità personali e politiche.

13 giugno 2024

Il G7 del Centro Destra

E' destino che il battesimo per i nuovi governi di Centro Destra sia dato dal G7.

Fu così per Berlusconi nel 1994 (le sinistre lo boicottarono, con grande spirito nazionale, con l'invio di un avviso di garanzia), nel 2001 con il famigerato G7 di Genova quando le sinistre, con lo stesso spirito rivolto a tutelare l'interesse nazionale, scatenarono la piazza violenta degli estremisti, quindi nel 2009 con Berlusconi che ne fece uno strumento per attirare aiuti per la ricostruzione del dopo terremoto.

Anche Giorgia Meloni ha quindi il battesimo del suo G7, al quale arriva sicuramente in una posizione molto più forte di quella che aveva Berlusconi nelle sue tre esperienze.

Il nostro attuale Presidente del Consiglio, infatti, è, forse assieme al Primo Ministro giapponese, l'unico tra i sette grandi ad essere pienamente in sella, con una maggioranza confermata solo quattro giorni fa dalle elezioni europee e ben solida nei numeri al parlamento italiano, tanto da poter superare la solita manfrina cattocomunista e grillina sempre alla ricerca di un modo per danneggiare gli interessi nazionali, come si è visto ieri dalla sceneggiata in parlamento e successive, pilotate, dichiarazioni.

A questo G7 arrivano infatti cinque primi ministri o presidenti su sette molto acciaccati e in bilico.

Macron e Scholz sono stati bastonati dagli elettori e rischiano fortemente l'irrilevanza perchè parlano a nome di una esigua minoranza della loro nazione.

Trudeau è a capo di un governo di minoranza, dopo aver dilapidato, soprattutto con una gestione ferocemente repressiva la questione covid, il grande margine che gli derivava dal ricordo di suo padre.

Sunak è in procinto di essere cacciato dagli Inglesi con il voto di luglio, mentre analoga sorte potrebbe capitare all'imbalsamato Biden che dimostra ben più dei suoi 81 anni.

E' ormai noto che la Meloni è una "secchiona" che si prepara puntigliosamente sugli aegomenti in discussione e che, grazie alla conoscenza di più lingue, è in grado di interloquire correntemente e direttamente con numerosi capi di stato e di governo.

Il successo di questi vertici non si misura nell'immediato, ma nel raccolto successivo.

La Meloni, in meno di due anni di governo, è riuscita ad accreditarsi sia sul piano personale che politico, senza rinunciare alla sua storia emblematicamente rappresentata dalla permanenza della Fiamma Tricolore nel simbolo dei partito.

A fronte di un vertice in cui il ruolo dell'Italia potrebbe avere (e avrà) un posto di primo piano, abbiamo una sinistra che, indefessamente, prosegue con i suoi tentativi di sgambettare ogni tentativo ed ogni azione finalizzata a far prendere il volo alla nostra nazione.

Abbiamo votato la Meloni e il Centro Destra proprio per rimandarli a cuccia ed è quel che ci aspettiamo accada.


12 giugno 2024

Un Grande Italiano


Un anno fa moriva Silvio Berlusconi, il Cavaliere.

La sua storia imprenditoriale e politica è nota e raccontata in tutte le salse e in tutte le versioni, resta il fatto incontrovertibile che Silvio Berlusconi resterà nei libri di Storia con capitoli a lui dedicati.

Berlusconi, per me, fu la zattera di salvataggio dell'Italia quando, nel 1994, tutto aveva complottato perchè fosse consegnata ai comunisti di Ochetto con la sua "gioiosa macchina da guerra".

La "discesa in campo" del Cav, non solo impedì la vittoria di Ochetto, ma mandò in archivio la conventio ad excludendum che, dal 1948, aveva decretato l'ostracismo al Movimento Sociale Italiano.

La sinistra, in tutte le sue componenti, non perdonò mai a Berlusconi sia la vittoria elettorale del 1994, che il rientro nel gioco politico di quel 6% di elettorato congelato nell'Msi.

E gliela fecero pagare costellando la sua vita politica di processi e aggressioni giudiziarie.

Sul finire della sua vita, forse fiaccato da tutte le persecuzioni subite, sicuramente mal consigliato, ebbe alcuni sbandamenti che decretarono una forte emorragia elettorale del suo partito.

Un partito che personalmente non ho mai votato, anche se ho sempre votato le coalizioni che presentavano il Cav come candidato alla presidenza del consiglio.

Ma Berlusconi il suo contributo lo aveva già dato, costruendo e quindi, nel corso degli anni, favorendo la sintonia di una Coalizione che è vincente, perchè non è improvvisata, ha Valori comuni, ha una base elettorale attenta, che non soprassiede agli errori, ma che le è fedele anche quando deve scegliere, al suo interno, un partito differente da quello votato in precedenza.

Grazie a Berlusconi sono potuti crescere Salvini e la Meloni, che si sono succeduti nella guida della Coalizione, in base al principio voluto dal Cav della leadership affidata al capo del partito più votato.

Senza Berlusconi non ci sarebbe oggi la Meloni a Palazzo Chigi e non ci sarebbero state le due vittorie elettorali del 22 settembre 2022 e dell'8 e 9 giugno 2024.

I suoi meriti sono ben al di sopra dei suoi sbandamenti finali che, però, non hanno mai portato il Cav ad abbandonare la Coalizione di Centro Destra come, invece, hanno fatto alcuni, tradendo non tanto le loro Idee,che evidentemente non avevano o non erano particolarmente sentite, quanto soprattutto il loro Elettori, dai quali poi sono stati meritatamente puniti.

Berlusconi viene oggi ricordato con affetto e riconoscenza e avrà sempre un posto nel Pantheon della Coalizione di Centro Destra.