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09 maggio 2006

70 anni fa: l'Impero !


“…Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria integra e pura come i legionari, caduti e superstiti, la sognavano e la volevano. L'Italia ha finalmente il suo Impero. …”
Il 9 maggio 1936, il Duce, con un discorso breve e incisivo proclamava l’Impero Fascista, con la conquista dell’Etiopia.
Il re Vittorio Emanuele III, diventava anche imperatore.
Nessuno può negare che quel 9 maggio di settant’anni fa il Fascismo raggiungeva il massimo del consenso popolare e del potere.
Fu vera gloria ?
Noi, posteri, possiamo emettere l’ardua sentenza, ma ho l’impressione che non sia unanime.
Il Fascismo per vent’anni ha guidato l’Italia cercando di plasmarla come una nazione che potesse intervenire sul piano internazionale con la forza delle idee e l’autorevolezza della sua politica.
La conquista dell’Impero era solo un passaggio, necessario, per accreditarsi al tavolo delle grandi potenze e accrescere il prestigio.
L’Italia partiva nettamente svantaggiata, dovendo scontare secoli di divisioni in staterelli spesso in conflitto (di interessi e non solo) tra loro e la stessa nostra Unità doveva essere grata alle armi straniere.
La prima Guerra di Indipendenza del 1848, infatti, naufragò malinconicamente a Custoza prima e a Novara poi, con l’abdicazione del Re Carlo Alberto e solo la sagacia andreottiana di Cavour riuscì a dare l’avvio al volano che, nel breve volgere di una dozzina di anni, dopo altri dieci di preparazione, portò nel 1870 a Roma Capitale e alla sostanziale unità territoriale, mancando solo Trento e le terre triestine e istriane.
Ma in mezzo c’è stata la guerra di Crimea, l’alleanza con i francesi prima e con i prussiani poi, grazie ai quali nel 1866 liberammo il Veneto e nel 1870 riuscimmo a prendere Roma senza più francesi a proteggerla, con l’intermezzo della “spedizione dei mille”.
Che l’Italia fosse un peso leggero nello scacchiere internazionale, lo ebbero ben in mente i notabili dell’Italia liberale post risorgimentale, in particolare Francesco Crispi, che infatti, con alterne fortune, alla fine riuscì a dotare la nazione di qualche territorio coloniale prima della Grande Guerra che, pur non nelle dimensioni auspicate, portò al completamento dell’Unità con Trento, Trieste e l’Istria.
Una Grande Guerra che rappresentò la prima, vera, impresa d’armi interamente italiana, contro un nemico che, pur impegnato su più fronti, era sempre temibile e meglio organizzato.
La fine della Grande Guerra segnò anche la fine dell’Italia post risorgimentale, una grande incompiuta.
Toccò quindi al Fascismo ereditarne speranze e prospettive.
Fino allo zenith rappresentato dalla conquista dell’Impero.
E allora possiamo ricollegarci alla manzoniana domanda e rispondere: sì, fu vera gloria.
In questo divergo dall’ opinione espressa da ABR sul fondamentale fallimento anche del Fascismo nel creare quel comune humus nazionale.
Credo che il Ventennio Fascista rappresenti il massimo di coesione nazionale e di consapevole percezione dell’Italia come Nazione, come mai accadde prima e come non è più avvenuto dopo.
Prima perché l’Italia dei notabili liberali era sempre e comunque una Italia di elite, dopo perché le divisioni portate dalla guerra civile, anche in questo caso combattuta soprattutto da armate straniere sul nostro territorio, ha lasciato una divisione che ancor oggi, a sessant’anni di distanza, continua a marcare una differenza insanabile come si è visto anche lo scorso 25 aprile.
Il 9 maggio 1936, con la proclamazione dell’Impero, l’Italia, l’Italia tutta, non un 50% contro l’altro 50%, era in piedi ad applaudire, unita in un palpito di spirito nazionale come mai era accaduto prima e mai accadde dopo.
Arrivati tardi al tavolo dei Grandi, la nostra esperienza coloniale fu limitata nel tempo e nei territori, ma degna di essere ricordata come un esempio di esportazione di un modello positivo ed evoluto di società.
E’ una caratteristica del Colonialismo, di cui abbiamo già parlato : la parola spaventa ancora e suscita anatemi, ma fu un momento di grande crescita anche dei popoli colonizzati che, una volta frettolosamente archiviata la presenza europea, sono regrediti a guerre tribali che ancor oggi, nel silenzio dei più, insanguinano quei territori.
Per quanto riguarda il Colonialismo italiano, senza soffermarci sulla sprezzante frase inglese “L’Italia sbarca cannoni e banchi di scuola, resteranno solo i banchi di scuola”, la sua importanza fu riconosciuta anche dall’ONU che affidò all’Italia, paese sconfitto, l’amministrazione della Somalia fino al 1960 (e dopo di noi … il diluvio) e dall’atteggiamento ospitale degli stessi Re Idris di Libia e Imperatore Hailè Selassiè di Etiopia che, finchè rimasero sul trono, ebbero in grande rispetto l’opera e i consigli degli Italiani che restarono nei loro paesi anche dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale.
E quando gli Italiani furono costretti ad andare via, calò l’oscurità su quei paesi, che ancor oggi perdura, nonostante il petrolio che ha consentito alla Libia di salvaguardare almeno un minimo di tenore di vita, fortuna che non ebbero altrove.
Il 9 maggio 1936, settant'anni fa l'Italia raggiungeva il massimo di spirito nazionale unitario: una data da ricordare, da Italiani, orgogliosi e fieri di quel che i nostri padri realizzarono.

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piace moltissimo questa commemorazione che parla dell'unificazione.
Concordo su tutto e corrisponde a quello che i miei genitori mi hanno sempre detto.
Inoltre io sono una sostenitrice del colonialismo. Dare la "libertà" a molti popoli ha coinciso non con la loro autodeterminazione, ma con la loro autodistruzione.
Naturalmente ci sono stati paesi colonialisti migliori ( Inghilterra) e peggiori( Francia), ma l'Italia aveva fatto molto.
Ciao! :-)

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Non posso che concordare sul fatto che solo nel Ventennio si venne a creare il senso di appartenenza ad una sola NAZIONE; purtroppo 60 anni di cattocomunismo hanno contribuito allo sfascio di questa povera Patria.
Cattocomunismo ancora vivo,come dimoostrano certe strizzatine d'occhio di Casini a Napolitano, elogiatore dell' invasione ungherese del 1956 da parte del Patto di varsavia.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

60 anni fa:

saliva al trono Umberto II di Savoia,uomo di indubbio valore morale e politico,che con l'abdicazione risparmiò una nuova Guerra Civile all' Italia, riscattando così Casa Savoia dalle badogliate paterne.

15 anni fa:

più modestamente Starsandbars si sposava.

Lo PseudoSauro ha detto...

L'analisi storica e' ineccepibile. Il colonialismo rientra ora con il piu' politicamente corretto "esportazione della democrazia". il pensare di estendere le caratteristiche della societa' occidentale senza prima esportarne la cultura si e' rivelato un fallimento, a maggior ragione quando si vorrebbe globalizzare un mondo che ha differenti valori di riferimento. Il che costringe le societa' piu' avanzate ad accudere quelle che lo sono di meno alimentando i conflitti locali.

Anche sulla questione italiana sarei d'accordo, considerato che all'epoca la grandi potenze, democratiche o meno che fossero, erano tutte coloniali.

Quanto alla conclusione: la nazionalizzazione delle masse fascista ebbe un successo che fu reso inutilizzabile a causa della disastrosa 2a GM, riportando le bocce ai tempi della corruzione dei primi del '900 che lo stesso Turati denuncio' a piu' riprese ancora ai tempi di Giolitti.

Strano che non ci siano ancora insulti. I cospiratori sono tutti impegnati?

Massimo ha detto...

Gli insulti sono stati stopati dalle difficoltà che ha avuto blogspot ieri per alcune ore ... ma non mancheranno in futuro ... :-)

Anonimo ha detto...

Ciao Monsoreau

se hai un po' di tempo vai a leggerti cosa scrive un tuo vicino di Tocque-ville sullo splendido ventenio:
http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=994893

Per la cronaca, forse tu non lo sai, ma la Libia ebbe anche l'invidiabilissima fortuna di essere centro sperimentale per l'italico impero.
Si da il caso che, avendo nuove bombe al gas e volendone testarne l'efficacia, il governo decise di bombardare alcuni villaggi libici. Così, tanto per saggiarne gli effetti.
Le bombe erano, in effetti, molto efficaci.
Ahh, lo stile italiano che vince nel mondo.

Massimo ha detto...

Ognuno è libero di pensarla comr vuole e se qualcuno in TV ritiene di adeguarsi al politicamente corretto sul Colonialismo, sono solo problemi suoi.
La Libia, poi, divenne colonia italiana nel 1911, quando ancora i Fasci non esistevano se non nella Storia di Roma.
E se la Libia è quel paese unitario che conosciamo, anche quello è dovuto alla scelta del 1929 di unificare varie regioni, prima di allora divise, formando, appunto, la Libia.