Se il timido distinguo pacifista di Salvini, vagamente contrario all'invio di armi, suscita almeno un po' di tenerezza (considerando che per l'ennesima volta un debole sussulto della Lega è spazzato via con la consueta arroganza e supponenza da Draghi senza che il partito ritenga di sbattere la porta e uscire dal governo) preoccupa lo svarione della Meloni, schierata con il suo partito dalla parte dei militaristi ed a sostegno di Zelenski, senza alcun tentativo di mostrarsi equidistante.
Intendiamoci, l'Ucraina è una nazione orgogliosamente nazionalista e questo non può che suscitare rispetto e simpatia da parte di tutti i Nazionalisti come me.
Così come fa un certo qual piacere vedere i globalisti e quelli che hanno instaurato la dittatura sanitaria in Italia, cambiare registro e sostenere le ragioni identitarie dell'Ucraina oltre ad anteporre il diritto di Libertà (negato in Italia) al diritto alla vita (millantato in Italia ma nei fatti non conseguito).
E fa sicuramente piacere leggere le intemerate contro Putin che trattiene Navalny, da parte di coloro che, senza alcun processo, da ottobre stanno trattenendo in galera Roberto Fiore ad altri esponenti di Forza Nuova.
Ma questo non deve farci dimenticare che è in atto uno scontro mondiale, in cui un ristretto sinedrio di gozzoviglianti ricconi, annoiati da tutti i loro soldi, si sono messi in testa di imporre a miliardi di persone un regime paternalistico gestito fiduciariamente dai loro maggiordomi.
L'adeguarsi anche di Fratelli d'Italia sulla logica globalista lascia scoperti e senza rappresentanza milioni di Italiani e, peggio ancora, rischia di consegnare ai cattocomunisti il governo della nazione che quando riusciremo a riprendere in mano, sarà ormai irrimediabilmente devastata e indebitata (veggasi la politica di Draghi).
Questo accadrebbe perchè Lega e Fratelli d'Italia nulla acquisirebbero dalla nuova collocazione politica, ma vedrebbero dissolversi parte del consenso che, unicamente con il proprio comportamento, erano riusciti ad accreditarsi in questi quattro anni, fino a raggiungere complessivamente il 40% delle intenzioni di voto.
Consenso che si disperderebbe, in mancanza di un polo aggregante che non c'è, nell'astensionismo e nelle mille iniziative, meritorie, ma prive di reale peso politico di cui ricordo rapidamente le prime che mi vengono in mente: l'europarlamentare Francesca Donato, Matteo Brandi con Pro Italia, Paragone con Italexit, Fusaro con Vox, oltre ai tradizionali zero virgola di Casa Pound e Forza Nuova.
Sembra paradossale ma, in questo momento, la stella polare per il Centro Destra non è un partito o un leader, ma un quotidiano e qualche giornalista.
La Verità, che poi è l'unico quotidiano che si possa leggere senza sentire le campane monocordi del sinedrio dei globalisti, con qualche giornalista che vi scrive come Maurizio Belpietro, Francesco Borgonuovo, Mario Giordano e Marcello Veneziani.
Segnalo anche i tweet di Leonardo Panetta (corrispondente Mediaset da Bruxelles) che, sempre con grande prudenza, evidenzia problematiche nascoste dalla propaganda di regime.
Ma, soprattutto, la linea della Verità, ancorchè estremamente prudente e timida, senza una chiara presa di campo e, anzi, sempre con la premessa che l'aggressore è la Russia, può rappresentare quella via che Salvini e la Meloni devono sbrigarsi a ritrovare.
Pena una condanna a vita dell'Italia ad essere rappresentata dai Mattarella, dai Draghi, dai Letta e dai Di Maio, Speranza, Guerini, Renzi, Calenda, Lamorgese etc.
1 commento:
Mah... la parola "centrodestra" ormai penso sia stata superata dai fatti.
"Sembra paradossale ma, in questo momento, la stella polare per il Centro Destra non è un partito o un leader, ma un quotidiano e qualche giornalista".
Forse sta nascendo un blocco anti-Davos e anti-Reset in grado di mettere in cordata più anime di svariata provenienza. E magari questo blocco può sfociare in una vasta Alleanza Antiglobalista e Antimondialista.
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