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No alla deriva

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28 marzo 2022

Draghi ci porta alla miseria


La prima avvisaglia l'ho avuta due settimane fa quando sono andato all'Esselunga e, per la prima volta, ho visto qualche vuoto sugli scaffali.

Niente di particolare, niente che creasse preoccupazione e niente che mi privasse dell'acquisto.

Però, la volta successiva, ho constatato che se pur avevo disponibile la scelta di ogni tipo di pasta, ad ogni marca mancava qualcosa che, invece, trovavo di un'altra marca.

Ad esempio: se trovavo le penne della Molisana, non c'erano quelle della Voiello che, invece, aveva i fusilli che mancavano alla Molisana.

In sostanza siamo incanalati verso scelte meno ampie, forse per obbligarci a consumare il tipo e la marca di pasta che è maggiormente presente in magazzino, per mascherare una contrazione di rifornimenti.

Ma è solo una mia illazione, basandomi sulla saggezza di Giulio Andreotti (di cui è tangibile la mancanza al governo !), per cui a pensare male spesso ci si azzecca.

Ma sabato ho avuto una conferma diretta.

Da decenni compro il pane in un paio di forni, uno nel centro storico di Bologna e un altro più vicino a casa mia, dove anche mia madre andava a comprare il pane in un forno a gestione familiare, ormai alla terza generazione.

Lì ho sempre trovato un ottimo pane e alterno le scelte tra i vari tipi.

Sabato, dunque, mi ero recato in questo forno per comprare un tipo di pane che producono da decenni.

La produzione è sospesa.

Perchè ?

Perchè il rifornimento della farina necessaria per quel tipo di pane non è più costante e non hanno certezze sulla possibilità di produrre quel tipo di pane.

Per carità, anche in questo caso ci sono mille altre alternative, ma è significativo che gli effetti delle inconsulte sanzioni cui Draghi ha aderito con troppo entusiasmo e incurante degli interessi degli Italiani, cominciano a far sentire i loro effetti, magari non ancora in modo incisivo o preoccupante, ma ignorare i primi segnali di una malattia sarebbe da incoscienti.

Almeno quanto fare proclami guerrafondai e offensivi nei confronti di un belligerante, senza riflettere sul fatto che dipendiamo dai rifornimenti, alimentari ed energetici proprio di quel belligerante.

Per parafrasare Orban, io non sono ucraino e non sono russo, allora con chi sto ?

Io sto con gli interessi dell'Italia e la difesa del mio benessere.

E mi aspetterei che il governo del mio paese si preoccupasse in primo luogo del benessere degli Italiani, invece vedo che, indossato l'elmetto, non sta facendo nulla per garantirci continuità nei rifornimenti di grano e di gas, se non cambiando "pusher", dalla Russia agli Stati Uniti, con aggravio di costi e riduzione dei rifornimenti.

Draghi ha imboccato una brutta strada che ci condurrebbe alla miseria, se non riusciremo ad invertire la marcia, cambiando il capo treno.

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