E' acclarato che le notizie sulle operazioni militari russe in Ucraina, sulle iniziative di Nato e Unione del Male, sulle alleanze che si stringono e si rompono, sono inficiate dalla propaganda che porta a manipolarle per dare credito alle proprie tesi.
Uno statista, che sia tale, si impegnerebbe quindi non a portare il proprio popolo sulla linea del fronte, ma (è questo il vero concetto della abusata parola "resilienza") a cercare di ottenere, nel male che deriva da questa situazione, il meglio per l'Italia e gli Italiani.
Con Draghi non è così.
Allineato e coperto, come un fedele soldatino di piombo, alle posizioni degli oltranzisti statunitensi, ha creato solo danni a tutti noi, come ho ripetutamente descritto nei commenti precedenti.
Non sono il solo ad averlo capito.
Sfogliando (svogliatamente, visto che sono sempre le stesse cose ed è meglio leggersi un romanzo giallo) Twitter, ho trovato un cinguettio di Hoara Borselli che condivido in toto.
Sostanzialmente dice che aveva capito subito che Draghi non era quel grande statista che veniva presentato dalla stampa servile (mia aggiunta), nel momento stesso in cui accettò di far restare Di Maio come suo ministro degli esteri, la Lamorgese agli interni e Speranza alla salute.
E porta come esempio il ridicolo "sconto" di quindici centesimi annunciato dall'Huffington Post (semprechè sia vero ...)
Di solito, quando condivido qualcosa citando il soggetto che si è esposto ed elogiandolo, vengo smentito a stretto giro di posta da una successiva presa di posizione che non condivido, ma, intanto, quel cinguettio mi è piaciuto.
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