I due classici più noti sono I Buddenbrook di Thomas Mann e La saga dei Forsyte di John Galswarthy.
In Italia, caduta la Monarchia dei Savoia che scontentò fascisti e antifascisti che votarono assieme per la repubblica, era rimasta una sola famiglia regnante, almeno in economia e, segnatamente, nel settore automobilistico: gli Agnelli.
Tralasciamo i "retroscena" dei "ben informati" con tutti i pettegolezzi del passato e le non edificanti vicende personali di oggi, ma non possiamo ignorare il comportamento assunto dall'erede di quinta (o sesta ?) generazione, John Elkann che ha declinato la convocazione in parlamento per spiegare la politica che intende seguire nel settore automobilistico in Italia.
E questo dopo che il suo amministratore delegato aveva richiesto, per l'ennesima volta, un esborso allo stato italiano per finanziare, con incentivi, la vendita delle sue autovetture, con lo squallido ricatto sull'occupazione.
Sono quindi contento (oltre la mia personale convinzione che lo stato debba lasciare alla Legge del Mercato, quindi alle scelte dei cittadini, il successo o meno delle imprese economiche) che nella legge di bilancio siano stati ridotti i fondi per gli incentivi al settore automobili.
E' ora di smetterla di farsi ricattare da chi cerca di proseguire nella politica, condotta con ben altra intelligenza dai vecchi Agnelli che perseguivano la socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti.
La Fiat, ora Stellantis, noi Italiani ce la siamo pagata più e più volte e, pur essendo personalmente contrario, in linea di principio, a qualsivoglia intervento dello stato, farei una eccezione, ma una sola !, in questo caso, nazionalizzando fabbriche, marchio, diritti sui modelli e requisendo beni mobili e immobili della famiglia per pagare le maestranze, salvo poi cercare un acquirente, possibilmente all'interno dell'imprenditoria nazionale (semprechè esista ancora e non si sia tutta convertita in speculazione finanziaria o non sia aggrappata ai superbonus e agli incentivi da mungere dalle mammelle dello stato).
Il rifiuto dell'ultimo erede della dinastia a presentarsi in parlamento per rispondere alle domande degli eletti dal Popolo deve essere l'ultimo affronto alla Nazione e al Popolo Italiano.